Capitolo 34

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Sothis non sapeva come Laran ci fosse riuscito, ma dopo solo un giorno aveva già in mano un documento che gli permetteva di metterlo a capo della servitù di palazzo. Lin ed Elsi non sembravano sorpresi del suo risultato e avevano assicurato a Sothis che il principe conosceva a memoria tutte le leggi di Olimpia e le regole di palazzo: se aveva pensato di riuscire nel suo intento, sicuramente ce l'avrebbe fatta.

Infatti, Sothis si ritrovò in fretta nel ventre sotterraneo del palazzo, con in mano una gran quantità di cartine e mappe per capire la planimetria del palazzo e un grosso manuale con tutte le sue regole. Nella sua stessa condizione erano i servi sottratti a Ros: nessuno di loro aveva la più pallida idea di come ci si comportasse a palazzo. Ma a discapito delle difficolta, Sothis non si preoccupava delle ore di sonno perse per studiare, ciò che lo affliggeva di più era la reazione suscitata negli altri servi di palazzo.

Erano pochi, certo, ma molto determinati a non cambiare stile di vita. Sothis non aveva mai avuto a che fare con altri schiavi che non fossero stati Lin ed Elsi e solo a quel punto si rese davvero conto di quanto presuntuosi e arroganti potessero essere, nonostante la loro condizione. Forse non avevano mai avuto la libertà, ma erano i servi di palazzo, gli schiavi del re, ed erano nella migliore posizione che uno schiavo potesse avere. Uomini e donne, elfi e dei, tutti abbastanza pieni di sé da non accettare un nysa o degli umani a loro comando.

Il vicemaggiordomo di palazzo si chiamava Paan ed aveva servito per secoli sotto un dio di nome Alten, il maggiordomo di Herian. Era stato il suo fedele schiavo per tutto il suo regno, lo aveva sostenuto fin dagli inizi della prima epurazione. Né Alten né Paan erano dei da sottovalutare, non importava che avessero un collare stretto alla gola. Ma Herian era caduto e Alten era stato allontanato, strappato di tutto il potere avuto per millenni e che non avrebbe mai più ottenuto. Paan, in quel breve lasso di tempo, aveva cercato di allacciare un debole rapporto con la regina, sperando di assumere il ruolo più importante a palazzo, ma ecco che Laran gli aveva mandato tutti i piani in fumo e gli aveva ordinato di chinare il capo davanti ad un nysa, niente meno.

A niente erano valse le sue lamentele alla Regina, che non aveva potuto contestare la decisione di Laran, nemmeno a fronte del suo nuovo – anche se temporaneo – potere. "Credimi, schiavo Paan, se potessi agire come vorrei, quel nysa non solo non diventerebbe il nuovo maggiordomo, ma sarebbe liberato della sua testa immediatamente".

Gli altri schiavi, poco più di mille, erano guardinghi nei confronti di quelli che Sothis aveva portato con sé e in solo un giorno erano già capitati i primi piccoli e meschini dispetti tra gli uni e gli altri.

"Sono tutti schiavi e valgono tutti meno di un uomo libero. A che cosa serve mettersi gli uni contro gli altri?" si era lamentato Sothis con Lin.

La donna aveva alzato le spalle. "Sono schiavi, ma non per questo perdono il loro orgoglio. Si attaccano a tutto quello che possono ottenere con fatica e non vogliono lasciarlo andare. Se sei da solo e sei debole, e sei uno schiavo, sei cibo per i cani".

Laran, invece, dalla sua scrivania, non aveva nemmeno voluto sentire le sue lamentele. "Sono un piccolo gruppo di schiavi e si comportano in questo modo. Immagina un regno intero. Gli uomini liberi non sono meno meschini e meno arroganti di così".

Sothis lo sapeva, ma non voleva accettarlo. Tutti, schiavi, liberi e nobili, dovevano lottare per avere il potere per sopravvivere e lui doveva tenere a bada solo un piccolo gruppo di persone: se non riusciva, come pensava di aiutare Laran a diventare re?

Era con questi pensieri che attraversava il palazzo in lungo e in largo, con le mappe in mano, per conoscere ogni angolo e anfratto della costruzione.

In sé, il palazzo era grande e labirintico come un'intera città e Sothis avrebbe dovuto trovare il modo di mandarla avanti con pochissime persone a disposizione e un crescente numero di nobili che già si lamentava dell'inefficienza dei suoi servizi.

I DUE RE  [BL]Where stories live. Discover now