Prologo alla Parte II

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Nella città d'oro c'era un gran da fare

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Nella città d'oro c'era un gran da fare. I servi e gli schiavi del palazzo reale non si erano fermati da giorni: i soldati stavano tornando ad ondate ed ogni legione portava con sé strane e sorprendenti notizie.

Si parlava di tradimenti, si parlava di nemici sconfitti da lungo tempo e tornati indietro a vendicarsi, si parlava di draghi ... il re, per la miseria, era praticamente morto!

Il suo corpo era sfilato nelle strade principali di Olimpia dentro una bara di vetro: il suo corpo ancora vivo, ma senza anima e senza spirito. Senza lancia. Ascalon era stata trasportata dai littori fino al palazzo, nelle profondità della reggia, dove avrebbe riposato finché qualcun altro non fosse arrivato ad impugnarla. La regina Teia aveva chiuso le porte della sala dei trofei, la maga Isid aveva sigillato le stanze con la magia.

Eppure non era di questo che si parlava.

"Io ho sentito che ha i denti aguzzi, dritti come quelli dei carnivori!"

"Ma no ... io l'ho visto un titano una volta. Non hanno affatto denti in quel modo"

"Ma è un nysa, non un titano! Ci sarà qualche differenza!"

Questo era il tono delle serve di palazzo che mentre si affaccendavano parlavano ad ogni buona occasione di una strana creatura, un essere che prima della morte di Herian sarebbe stato impossibile nominare.

Il serpente bianco lo chiamavano i soldati.

Dicevano che aveva salvato l'intero esercito, dicevano che un enorme serpente magico era apparso nei cieli e aveva fatto nascere una foresta d'argento dal permafrost sterile. E si diceva – ed era davvero sconvolgente – che il principe Laran lo avesse preso schiavo, che lo usasse come un'arma persino contro i titani.

Il vero nome del nysa cambiava di bocca in bocca, così come l'idea che tutti avevano del suo aspetto fisico.

Per qualcuno era basso ed esile come un piccolo elfo, per altri era imponente quasi come un titano vero, per altri non aveva le corna, qualcuno diceva invece che le avesse e che fossero terribili.

L'unica cosa su cui tutti, indistintamente, concordavano, era la sua bellezza impareggiabile, mai vista prima sulla terra o ad Olimpia. Si sospettava che il principe Laran lo tenesse anche nel suo letto, ovviamente. I soldati di ritorno raccontavano di un principe geloso e possessivo e di un nysa talmente bello da essere il sogno di chiunque, qualunque sesso o razza avesse.

Dall'alto delle terrazze e nei giardini, una giovane ninfa, bellissima e brillante, osservava quel grande via vai e quel chiacchiericcio che non si fermava da molti giorni.

Suo figlio, il principe, sarebbe arrivato presto e tutta la città lo attendeva ... o attendeva il nysa. Come poteva, si stava chiedendo, una creatura così lontana e così strana far dimenticare al suo popolo la morte di un re, l'elezione del suo successore e una guerra lasciata in sospeso dopo un tradimento in seno al palazzo?

I DUE RE  [BL]Where stories live. Discover now