Capitolo 8

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La situazione era precipitata in attimo. 

I sei sconosciuti si erano avvicinati all'improvviso e l'avevano accerchiato. Mimir nitriva e si agitava, girando intorno a Sothis e come la bestia intelligente che era, aveva intuito che le loro intenzioni non erano buone.

"Fermate il cavallo", disse uno degli dei. Aveva i capelli biondi e il viso giovane, ma dava ordini agli altri con l'autorità di un vecchio dio. Mentre due di loro afferravano Mimir per il morso della briglia e lo allontanavano strattonandolo in avanti, per evitare i colpi furiosi dei suoi zoccoli, gli altri quattro dei intrappolarono Sothis nell'angolo del recinto. 

Il nysa era furioso come il cavallo, ma non lasciava trasparire nessuna emozione. Oltre la rabbia e la sensazione di umiliazione bruciante, lo fermava un senso di indecisione che non riusciva a scrollarsi di dosso. Poteva reagire? Non sapeva se le ripercussioni del difendersi da una aggressione potessero rivelarsi peggiori dell'aggressione stessa.

"Chi vi manda?"

"L'onorevole Bia vorrebbe parlare con te, nysa" disse il dio biondo a capo di tutti gli altri. "Faresti bene a toglierti quell'espressione della faccia. Il nostro signore non è molto gentile con chi vuole sfidarlo".

Silenzioso terrore fece correre un brivido lungo la schiena di Sothis. Se davvero era stato Bia a mandarli, non poteva ucciderli e non poteva ferirli. Laran non poteva mettersi contro Bia, che avrebbe avuto il sostegno del re. 

Era stato messo all'angolo non solo figurativamente. "Potete dirgli che non sono interessato", disse arretrando verso il legno del recinto. Se fosse stato abbastanza veloce, forse avrebbe potuto saltare la staccionata in tempo da distanziarli e fuggire.

"Quello che vuoi tu non è importante. Devi venire con noi".

"Per quale ragione?"

Il dio biondo strinse i denti e fece un gesto nervoso ai suoi compagni. "Basta con tutte queste domande. Non sono venuto qui per farmi interrogare da uno schiavo o peggio da un titano. Prendetelo e andiamocene".

Quando uno dei suoi si fece avanti per poterlo afferrare, Sothis si tirò indietro e continuò a sfuggirgli anche quando gli altri tentarono di fare lo stesso. Sperando, inutilmente, di poter scappare, cercò di saltare la staccionata, ma uno di loro lo afferrò per la casacca e lo gettò a terra. Gli furono subito sopra e cercarono di tenerlo fermo. 

Sothis voleva reagire e combattere, ma era sicuro che farlo significava ricevere molto peggio in futuro: doveva solo trovare un modo per divincolarsi e scappare verso la tenda di Laran. Era frustrate cercare di farlo senza ferire nessuno dei suoi assalitori.

"Dannazione, basta! Sta' fermo!" Disse uno.

"Prendilo per le gambe, prendilo per le gambe!"

"Non ci serve cosciente. Dategli un colpo in testa e facciamola finita!" Disse il loro capo. 

I DUE RE  [BL]Where stories live. Discover now