Capitolo 2

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La prima cosa che registrò fu la sorpresa

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La prima cosa che registrò fu la sorpresa.

Era ancora vivo quando aveva avuto buone ragioni di credere che sarebbe morto, polverizzato dalla grande energia che aveva assorbito e che aveva riutilizzato.

La seconda cosa fu la stanchezza. Non riusciva a muoversi, il suo corpo pesava quanto un macigno e nelle sue vene non scorreva nemmeno un'oncia di energia. Davanti agli occhi aveva una cascata di peli bianchi e all'inizio pensò che fosse il pelo di qualche animale che aveva sulla testa, ma si accorse velocemente che quei filamenti argentei erano i suoi capelli.

Che cosa gli era capitato?

Provò a muoversi molto lentamente, ma a riuscì solo a spostare un po' la testa da un lato. Dal fastidio che provò al collo e dal rumore che sentiva si rese conto che era legato con un laccio, probabilmente al palo di legno che sentiva contro la schiena. Con le mani legate e il collo stretto da una corda c'era poco che potesse fare, ma nello stato in cui versava non ci avrebbe nemmeno provato.

Si trovava nella penombra. Davanti a lui uno squarcio di luce tra due lembi di tessuto indicava che si trovava dentro una tenda. Era da solo ma riusciva a sentire il suono distante di voci che parlottavano.

C'erano due persone proprio fuori dalla tenda, immobili. Facevano la guarda.

La guardia a lui.

Nel suo corpo freddo e spezzato corse un brivido di terrore mentre la realizzazione si faceva largo nella sua mente.

Provò ad agitarsi e i suoi legacci gli graffiarono la pelle. Provò ad alzarsi gemendo come un bambino, incapace di mettersi dritto. Si agitava come un pesce alla lenza sulla terra battuta, stretto nel suo giogo.

Non è possibile. Non è possibile, non è ....

Ma era stato preso. Era evidente. Gli dei lo avevano catturato.

Il terrore che provò fu così intenso da fargli dimenticare la stanchezza. Riuscì mettersi dritto e strattonare le corde per cercare di liberarsi, ma nessuna magia veniva in suo aiuto. Provò e riprovò anche quando sentì il laccio al collo stringersi tanto da lasciare marchi sulla pelle.

Cadde di nuovo a terra dopo l'ultimo inutile tentativo e svenne, felice di poter dimenticare cosa gli era successo, solo per qualche ora ancora.

Quando si riprese, c'era qualcuno nella tenda insieme a lui. Una donna.

Sirio non ne aveva mai vista una in vita sua, ma la riconobbe da quelle protuberanze morbide che aveva sul petto. Era più piacevole alla vista di un dio maschio, come dicevano le voci, ma lui non era abbastanza lucido da poterlo apprezzare.

Si agitò sotto le sue mani e lei provò a tranquillizzarlo con lievi parole rassicuranti.

"È tutto apposto. Passerà in fretta, andrà subito meglio". La voce della donna era melodiosa come quella dei nysa.

I DUE RE  [BL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora