Capitolo 35

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Sono passati tre mesi, di Mattia non c'è nessuna traccia...
Ammetto che mi manca molto e ho sempre quella tentazione di chiamarlo.
Due settimane fa sono finita in ospedale e ho scoperto che sono incinta, sono felice di avere un figlio, ma cosa gli dirò quando farà grande e mi chiederà del padre!?
Se solo le cose fossero diverse...
Adesso ho una vita nuova, si sta bene qui, c'è il sole e il mare dove posso ammirare la bellezza del tramonto o del sorgere il sole.
Ho un lavoro da dirigente in una piccola azienda di gioielli.
Se devo dire che sono felice, sicuramente direi un enorme bugia!
Si, ho tutto, ma non ho lui che è la cosa più importate della mia vita!

< Signora, avete bisogno di altro? >

< Si, mi dia quella focaccia al pomodoro... >

Che voglia matta che tengo.....non pensavo di diventare una pazza per il cibo!
Ogni giorno ho delle voglie diverse, spero solo di non ingrassare.
La signora gentilmente mi porge la busta e dopo aver pagato vado via.

< Dorotea....>

<Elvira...ciao come stai? >

Ci abbracciamo e  andiamo dentro un caffè.

< Bene, e tu...come stai vivendo la gravidanza? >

Mi rattristo di colpo, non fraintendetemi, io amo mio figlio...ma la situazione non è delle migliori!

< Bene, diciamo...
Ma adesso non parliamo di questo. >

< Pensi che lui ti ritroverà prima o poi? >

Ci penso un attimo, forse già si è sposato con lei!!

< Non credo.... >

Mi guarda poco convinta e bevo un sorso di caffè.

< Sai, mia madre era sposata con un criminale incallito.
Lui non l'ha mai lasciata andare e alla fine si separarono.
Mia madre scappò con me qui, in questo posto e dopo poco tempo sono venuti a prenderla dei nemici di mio padre e l'hanno uccisa!
Mio padre non se lo è perdonato mai....
Pensa bene a ciò che fai, immagino benissimo che tu non li abbia detto nulla sul tuo stato.
Ma se fossi in te farei attenzione, perché da come l'hai descritto, niente e nessuno lo può fermare. >

Faccio una risata amara, quello che dice è giusto, però so che una parte di lui mi cerca....
Di questo ne ho il terrore.
Il mio telefono squilla e faccio segno di scuse a Elvira.

< Pronto? >

< Ciao.... >

E questo chi diavolo è!?

< Ci conosciamo?
Come hai avuto il mio numero!? >

Sono ansiosa...e se mi avesse trovata?

< No, ma volevo avvertirti che hanno messo una taglia sulla tua testa di un milione di euro! >

< Chi sei tu? E da chi è stata messa una taglia? >

< Non ha importanza chi sono, e ti basta sapere che il mandante ha già cercato di ucciderti tempo fa ! >

Con questo chiude la chiamata lasciandomi come una statua di ghiaccio.

< Tutto bene?>

< S..si, devo andare, ci vediamo un altro giorno. >

Mi afferra il braccio e mi gira verso di lei.

Il Re Della Mafia ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora