Capitolo 25

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Arrivo a casa come un tornado, vedo i volti stupefatti di mio padre e gli altri.

<Che avete da guardare?>

Non parlavano, non si muovevano...restavano bloccati.
Sbuffando irata vado di sopra, mi faccio una doccia calda e rilassante, poi dopo aver finito mi rilasso sul letto. Mi addormento sentendomi stanca e sopraffatta da tutta la situazione.
Ma come si dice, proprio sul più bello qualcuno deve rompere.
Infatti un leggero bussare disturbò il mio sonno rendendomi arrabbiata come una bestia.

<Che diavolo vuoi!!!!>

Urlai finché non vidi chi era, mio padre sbarrò gli occhi dallo stupore.
Fece due passi indietro e guardò centimetro dopo centimetro il mio corpo.

<Devi guardare tanto???!>

<No, mi scusi, il mio capo è arrivato e vorrebbe la sua stanza... >

Abbassò gli occhi non guardandomi più, non ha mai fatto così, sembra deluso e arrabbiato.

<Scendo subito, scusami per il mio comportamento, ma ho passato delle giornate pesanti e non ho dormito molto.>

<Non è successo nulla, vi aspetto di sotto!>

Complimenti Ludovica, hai peggiorato le cose mancando di rispetto a tuo  padre!!
Sospirai mentre cominciavo a scendere, lui subito alzò lo sguardo su di me e non è uno dei migliori.

<Ancora tu!>

Disse a denti stretti.
Il suo tono creò una crepa dentro me, non mi piaceva questo Mattia.
D'altro canto cosa potevo aspettarmi?
Davvero ho creduto che sarebbe cambiato?
Che tutte le nostre faide fossero ormai un ricordo lontano?
Certo che no....sono una povera illusa innamorata di un uomo che non sa cos'è l'amore oppure che non apprezza chi sono io!!
Ok, sono un disastro della natura, ma l'amore supera tutto vero??

<Purtroppo per te e per me dovrai alloggiare qui, ci sono delle regole che ti spiegheranno loro ma una ci tengo a dirla io! >

Un risolino li sfuggì dalle sue labbra perfette e già stava sfidandomi senza che avessi proferito parola.

<Le puttane vanno fuori di qui!>

Si avvicinò lentamente, si appoggiò con il gomito al bancone e fissò i suoi  occhi nei miei.
Deglutì con difficoltà, sapeva che mi metteva a soggezione...

<Da quello che posso vedere una la tengo davanti a me! >

Sputò queste parole con severità, mi ha definito una dannata puttana!!!!!
Ed è in questo momento che la mia ragione è andata a farsi benedire.
Comincio a prenderlo a schiaffi senza pensare dove stavo colpendo.
Senti da dietro due mani sollevarmi, Agostino sapeva bene che avevo poco tempo per andare via dalla stanza.

<Va via, non sai chi è lui e cosa hai fatto.>

<Vaffanculo tu e lui!>

Girandomi salgo le scale e chiudo la porta sbattendola.
Chiusi a chiave e misi il mobile dietro, ad un tratto sentì dei pugni e subito dopo uno sparo che bucò la porta.

<Ti avverto, non farti vedere dalla mia dannata vista!!>

<Adesso basta Mattia, esageri e poi hai iniziato tu.
Credo che un po' di riposo farebbe bene a tutti noi! >

Il Re Della Mafia ItalianaWhere stories live. Discover now