L'Encore di Madison Carter

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Non aveva alcun interesse per i fogli che Crowley stava scartabellando, non in quel momento. Non si sentiva così bene da mesi e persino il pensiero dell'enorme segreto nel grembo di Estelle non riusciva a turbarlo. Giocava con i suoi lunghissimi capelli rossi che gli stavano sparpagliati sulla schiena come rivoli di lava su roccia chiara.

«Ah, eccolo» borbottò Crowley. «Ho pensato di portarti un—»

Appena lo guardò scoppiò in una sonora risata alla vista dei suoi finti baffi fatti con una ciocca rossa, poi se li raccolse come meglio poteva con l'elastico.

«Non è divertente, Ferid, che cavolo!»

«E allora perché ridi così tanto?»

«Perché sei adorabile, ma sempre un buffone resti.»

Si chinò in avanti per baciargli il viso e affondò la mano lungo la schiena sotto le coperte. Ferid gliela bloccò.

«Ah, mai prima di colazione, barbaro!»

«A proposito di barbari... chi è che ti prende a frustate?»

Davanti alla sua espressione confusa replicò scoprendogli il corpo nudo. Si accorse che lì dove Crowley aveva appoggiato la mano c'era un segno violetto.

«Sai com'è, vanto dei diritti sul tuo sedere. Devo sapere chi invade il mio territorio. Così posso sparargli.»

«Quel perfido gremlin! È stato Mika, quel deficiente» sbottò Ferid indignato. «L'altra mattina ha pensato bene di svegliarmi con una cinturata, vallo a capire cosa gli passa per quella testa! L'avevo detto che mi aveva fatto male, ma...»

Sospirò affranto, come se quel livido fosse uno sfregio su un prezioso artefatto in porcellana.

«Ero sotto le coperte... si vede tanto?»

«Hai la pelle delicata... ti fa subito il livido. Non ricordi quanto ci hanno messo ad andarti via dalla faccia?»

Aveva smesso trent'anni prima di credere ai poteri analgesici del bacio sulle ferite, ma decise di dimenticarsene quando Crowley si offrì di medicarlo in quel modo. Sentì una fiammata diffondersi al contatto con le sue labbra.

Magari per una volta si può, anche prima di colazione...

Era già pronto a istigarlo, ma mise il gomito sui fogli che stava consultando prima e lo sguardo si posò sulla fotografia. Ciò che vide raffreddò l'atmosfera come una secchiata gelida.

«Che cos'è quella roba, Crowley?»

Quando alzò gli occhi e vide di che cosa parlava un altro genere di luce si accese in lui.

«Ah, sì. Sai, ho parlato parecchio con papà in questi giorni... in due parole: un suo vecchio collega è stato trasferito qualche anno fa e s'è sposato con un medico legale di Nashville... con molti buoni amici nella polizia locale, quindi.»

Ferid si raddrizzò sul letto.

«Hai scoperto qualcosa?»

«Sì. Prove indiziarie che non sono solide di per sé e neanche le ammetterebbero in un procedimento, ma forse a voi può servire a qualcosa. Sono venuto qui per farvelo sapere.»

«Oh, sono lieto che i tuoi bonus di viaggio siano stati soddisfacenti» buttò lì Ferid, piccato. «E io che mi ero illuso fossi venuto per convincermi a tornare a casa.»

«Ci ho provato, ma tu sei testardo come una capra di montagna. Visto che non mollerai Mikaela da solo, quando torni da lui avrai delle novità per la sua partita.»

La Chiesa dell'AcquaWhere stories live. Discover now