Elevato in gloria

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Fort Royal era il capoluogo della contea di Wise, dove sorgeva anche Bluefields. Era una cittadina vivace, con il municipio in un bell'edificio di mattoni rossi con le bandiere esposte, una scuola elementare proprio accanto a un parco e strade ordinate. A Ferid ricordò i sobborghi di New Oakheart e alcune zone residenziali del West End.

Raggiunsero un basso edificio che separava un minimarket dal salone di una parrucchiera e solo quando entrò capì che era un ufficio satellite di Bluefields, una specie di punto informativo. Apprese che era lì che Trev, l'amico di Lucky, andava a gestire le pratiche formali e le comunicazioni con Ashby. Quando ci entrò erano quasi le dieci del mattino e il luogo era per metà ingombro di pacchi postali, volantini e lettere.

A Ferid fu detto di aspettare nella stanza al piano di sopra e così fece. La stanza assomigliava a quella di un motel, non aveva bagagli da disfare né alcunché da leggere, quindi dopo essersi lavato il viso – più per fare qualcosa che per necessità – aprì la finestra e guardò a lungo la strada con il suo affollamento.

Dubito che Mika avesse previsto un'evoluzione così rapida degli eventi...

Non sapeva cosa fare e si sentiva come la barchetta di carta che aveva fatto quando era bambino: l'aveva messa nel ruscello che scorreva nella tenuta e quella, dopo un'illusione di stabilità, era stata sballottata dalla corrente e infine inzuppata e fagocitata dallo stagno. In un altro momento avrebbe confidato che Mika l'avrebbe aiutato a scegliere, ma ora gli mancava quella certezza.

Non lo vedo da ieri... a quanto ne so potrebbero aver deciso di nominarmi ora proprio perché Mika è scappato con Lucky... per rendermi impossibile seguirlo.

Più ci pensava più riteneva l'ipotesi la più sensata per spiegare il loro modo precipitoso di agire. Angosciato all'idea che Mika fosse scappato senza di lui e senza dirgli niente e nervoso al pensiero di essere a tre ore di auto dal suo unico mezzo di comunicazione di emergenza strinse le mani in preghiera. Una lunga permanenza a Bluefields aveva reso automatici alcuni gesti.

Sono di nuovo da solo in una situazione impossibile?

Forse non era del tutto ingestibile, ma di certo l'affrontava da solo: quando vennero a chiamarlo non c'era traccia di Mika o di altri volti amici di Bluefields. Gli venne consegnato un libello molto essenziale e venne portato giù, nella sala sul retro, che era una versione tremendamente squallida e asettica di una cappella dell'Acqua.

La cerimonia fu riservata a pochi membri, sbrigativa e tutto sommato scialba a paragone con l'atmosfera mistica del Battesimo. Il tutto mal si conciliava con la pompa magna con cui Maim sembrava volerlo spingere in vetrina.

Ferid non riusciva a non immaginare scene da film in cui Crowley irrompeva con decine di agenti senza faccia per venirlo a salvare, ma quelle sbiadirono a ogni parola mentre cessava di essere Raphael per assumere il nome di "Regen", parola tedesca per la pioggia. Non dovette interrogarsi sul perché di quella scelta.

In tutto ciò Nereus, che credeva sarebbe stato il re suo alleato, non fece altro che stare seduto in disparte a guardare. Fu il momento in cui lasciava la cappella con abiti blu nuovi e l'ennesimo nome fittizio, vedendolo là inerte in un angolo, che Ferid si chiese se non avesse interpretato male la profezia di Krul.

«Da Connor a Regen in così poco tempo» fu il commento tentennante di Nereus, quando restarono per la prima volta soli in disparte. «Il Signore ha davvero disegni meravigliosi per alcuni di noi... sono molto fiero di te.»

«Avevi ragione tu, Nereus.»

«Riguardo a cosa?»

«Non era ancora il mio momento. È tutto sbagliato.»

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