L'altra strega

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Mikaela canticchiava un motivetto che assomigliava molto a un canto del loro modesto coro e questo sorprese molto Ferid, che rientrò nella celletta col dubbio di aver sbagliato porta. Chiuse cautamente alle sue spalle e vide che Mika stava soppesando il suo bloc notes e il suo voluminoso libro di studio, ma si accorse della sua presenza.

«Oh, ciao. Dov'eri?»

«In lavanderia, a prendere il cambio...»

«Ah, ecco.»

Il ragazzo riprese a canticchiare mentre infilava blocco, quaderno di appunti, penne e anche il libro della sua borsa ricavata da vecchi jeans. Il suo comportamento era ancora più inspiegabile di prima e non capiva se era un nuovo stadio dell'evoluzione della sua astinenza.

«Sei... hai...»

Il balbettio incerto di Ferid interruppe i solfeggi di Mika.

«Eh?»

«Hai incontrato Lucky, oggi?»

«Sì, perché? Gli è successo qualcosa?»

«No... cioè... che avete fatto?»

Le sopracciglia di Mika si sollevarono, e fu piuttosto certo che non fosse accaduto quello che pensava: e lo conosceva quanto pensava la sua reazione sarebbe stata quella di stare sulla difensiva e accigliarsi come un falco.

«Quello che facciamo sempre quando ci incontriamo. L'ho salutato e abbiamo parlato di qualcosa.»

«Per esempio?»

Mika si fece sospettoso. Aveva capito che stava indagando su qualcosa, ma non sembrava che avesse capito che cosa cercasse di sapere.

«Le solite cose, no? La pioggia, i campi, le lezioni...»

«Quindi non ti ha detto niente?»

«Che cosa doveva dirmi?» fece lui, spazientito. «Pepper, che hai combinato? Hai fatto qualcosa di stupido, vero? Ti sei di nuovo sentito male perché non dormi?»

«Ma che... no! E poi non mi sono sentito male, l'altra volta mi sono solo addormentato sulle scale mentre aspettavo che Nereus tornasse in ufficio!»

«Beh, domani chiederò direttamente a lui che cos'è che mi nascondi» tagliò corto Mika, mettendosi la borsa in spalla. «E se non mi piacerà ti prenderò con la stretta del cobra.»

Non aveva idea di che cosa fosse, ma bastò l'idea che potesse essere una mossa delle arti marziali miste per farlo sudare freddo. A quel punto però gli occhi azzurri di Mika fissarono le scarpe da lavoro che Ferid aveva ai piedi del letto.

«Ma dove pensi di andare, tu?»

«Ho avuto il permesso di Nereus di lavorare stanotte nel capannone verde. Sai, a quell'auto malconcia.»

«Malconcia? Quell'affare è un'auto quanto un fossile è un animale vivente!»

«Forse... ma se ci fosse modo di farla funzionare potremmo venderla, o usarla per andare e tornare da Ridgewood. Non si sa mai.»

«Ti fa così schifo dormire?»

«Voglio andare dai parenti di Crowley per il Ringraziamento» ribatté secco Ferid, ficcandosi le scarpe. «Non manca molto, bisogna darsi una mossa!»

«Se la pensi così smettila di saltare le lezioni del quarto livello.»

«Non vedo come immergersi in acqua gelata aiuti a scalare la gerarchia. No, farò a modo mio, grazie.»

«Non è poi così fredda, ci si abitua subito...»

«Tu sei mezzo russo, sei geneticamente immune al freddo!»

La Chiesa dell'AcquaWhere stories live. Discover now