Rischio calcolato

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Era buio nella stanza e gli alloggi erano silenziosi. Lo scatto della serratura era come un tuono in quel vuoto. La porta si aprì, l'uomo entrò con un sospiro stanco e allungò la mano verso l'interruttore.

Come un predatore in agguato Mika bloccò il polso, colpì il suo bersaglio affondando il ginocchio nel suo addome per stroncare il suo respiro e lo spinse per terra; gli fu sulla schiena in un battito di ciglia e intrecciò le mani sotto il suo mento tirandolo indietro in una delle prese più efficaci che le lezioni di arti marziali gli avessero insegnato.

«Non un fiato, bastardo, o ti stacco quella schifosa testa e scopriamo quanta merda contiene» gli sibilò nel buio. «Mi hai capito?»

«S... sì» soffiò a fatica lui.

Allentò di pochissimo la presa, solo per permettergli di rispondere alle domande.

«Ho trovato i tuoi video, e questa volta non ti puoi nascondere in un'altra tana, schifoso ratto.»

Vann deglutì, ma non tentò neanche di dire qualcosa per spiegarsi o per supplicare. Infastidito Mika spostò un ginocchio per aumentare la pressione sulla sua schiena fino a ottenere un rantolo.

«Ti credi potente, vero? Intoccabile, forse? Hai fatto la stessa porcheria a Nashville e ora qui, questo vuol dire che è un reato federale! Parla e forse avrai ancora entrambe le mani per le manette!»

Vann prese fiato quando la presa si allentò un po'.

«S-sei... sei un federale?»

Con suo stupore Vann emise un sospiro che non era di arrendevolezza, né amaro.

«Dio, ti ringrazio...»

Mika era perplesso, e la sua rabbia bruciante venne quasi spenta quando sentì le gocce scorrergli sulle mani. Mollò la sua presa di sottomissione e poté scorgere il suo profilo, seppure nella penombra, attraversato da un sorriso. Sotto di lui il suo torace era scosso dal pianto.

«Dio, grazie di aver ascoltato... finalmente finirà questo incubo...»

«Di che diavolo stai parlando?» domandò Mika, aspro.

«Se i federali hanno trovato i video scopriranno tutto... anche a Saint Barthelemy... e pagheranno per quello che hanno fatto... e per la morte di Noah.»

Vann si portò la mano al volto e Mika gli artigliò il collo contro una ribellione che non venne. Era inerme come un piccolo animale ferito.

«Lui è con te, vero? Il tuo cosiddetto fratello... Ferid Bathory.»

Mika si irrigidì appena.

«Sapevi chi era?»

«Sapevo di averlo già visto... e quando mi ha guardato con quella paura sono stato sicuro. Mi ci è voluto poco per ricordare che era una delle molte vittime di mio fratello Morris...»

«Lui non è nei tuoi video. Perché?»

Vann emise una risata secca e amara.

«Per l'amor del cielo... dopo quello che gli ha fatto? Non glielo avrei mai dato in pasto di nuovo... non potevo farlo. Questo no, non importa quello che Morris avrebbe fatto a me.»

Non del tutto persuaso che quel riguardo valesse la sua benevolenza Mika gli fece sbattere la faccia contro la moquette abbastanza forte per essere sicuro che non fosse gradevole.

«Non è certo l'unica persona al mondo ad aver sofferto, bastardo. Perché lui ha un trattamento di favore e gli altri no? Perché lui sì e non Gloria?»

«Gloria...?»

«Damaris!» ringhiò Mika, scrollandolo. «Cos'ha fatto lei di così sbagliato per essere data in pasto a tuo fratello, eh?»

La Chiesa dell'AcquaWhere stories live. Discover now