Pioggia autunnale

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Il vento scompigliava i capelli di Ferid mentre guardava i campi seminati di Bluefields dalla finestra del corridoio al secondo piano della Casa Grande. Alle sue spalle Nereus parlava da solo di qualcosa che a lui non interessava e la sua mente l'aveva ridotto a un mero rumore di fondo mentre rimuginava.

Non possiamo fare nient'altro... è troppo tardi per installare un impianto di irrigazione, e ci vorrebbero troppo tempo e troppi soldi. Non posso fare trasfusioni troppo cospicue dai miei conti, sarebbe sospetto... ma se non piove per un mese la qualità dell'orzo sarà compromessa...

Ferid si abbandonò sul davanzale con un sospiro affranto molto teatrale. Nereus, del tutto ignaro della natura dei suoi pensieri, si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla.

«Lo so che le meditazioni in acqua non ti piacciono, ma per il livello quattro è necessario che cominciamo a farle...»

«Nereus, per favore, non ho tempo per il livello quattro» tagliò corto Ferid, fin troppo brusco. «Dobbiamo organizzare un sacco di cose, devo lavorare a quel rottame, e abbiamo continue revisioni di budget. Non ho tempo per studiare di più e fare tutte quelle cose.»

«Connor, mi pareva di averti chiarito che la cosa importante qui è il tuo percorso spirituale... tutto quello che fai per Bluefields è degno di lode, ma devi coltivare anche la tua anima.»

«La mia anima non serve a niente se la comunità va in rosso. Non lo capisci? Dio mi ha mandato qui per questo. Per risollevare Bluefields... per farti arrivare dove vuoi arrivare. In cima.»

Le labbra di Nereus si strinsero con quella rigidità della mascella che ormai aveva imparato ad associare al disappunto.

«Non dire così... le mie ambizioni non sono queste, io...»

«Non ti devi vergognare con me. Io non vedo nulla di male nel voler diventare un leader riconosciuto, visto che vuoi farlo per raggiungere più persone che puoi. Tu hai fatto molto per me e per mio fratello, e io voglio darti il mio meglio per raggiungere l'obiettivo.»

«Io... grazie, Connor. Apprezzo molto le tue parole e i tuoi intenti... ma io sono un pastore, devo guidarvi. Tu devi continuare il tuo percorso...»

«Lo farò quando saremo pronti per il raccolto estivo... quando saremo sicuri di aver superato l'ostacolo più alto.»

Ferid lanciò un'occhiata ai campi, come se quelli lo stessero sbeffeggiando con la loro terra secca in superficie.

«Va bene» l'assecondò il Padre. «Ma ora non hai da fare, quindi che ne pensi di un po' di lezione per recuperare quelle che hai saltato per andare a fare il sopralluogo al pozzo?»

«Non posso. Devo andare a pregare per la pioggia.»

Vide con la coda dell'occhio Nereus scuotere la testa mentre si allontanava da lui. Scese le scale fissato su pensieri che stavano per scoppiare al calore come pop corn, non salutò nessuno di quelli che incrociò e alla fine giunse alla cappella. Assicuratosi di essere il solo lì dentro, chiuse il portone.

«Bene, bene, bene. A tu per tu.»

Sollevò gli occhi celesti sul crocefisso, un ricercato Gesù scolpito in pietra arenaria con pregevoli smalti blu a decorare i raggi di luce intorno al capo. Misurò a grandi passi la navata centrale dal tappeto del medesimo blu zaffiro.

«Sono stanco di questa storia, hai capito? Perché devi opporti a me qualsiasi cosa faccia? Che cosa ho sbagliato, stavolta?» sbottò, bloccandosi sul gradino più basso di fronte all'altare. «Cerco di aiutare Mikaela! Cerco di... fare del bene! Di scoprire ipocrisia e intenti criminali che ci posso essere qui, e lo sto facendo aiutando la comunità!»

La Chiesa dell'AcquaWhere stories live. Discover now