Il messaggio sulla segreteria

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Con gioia adolescenziale Ferid chiuse lo sportello dell'auto che molti anni prima era appartenuta a un giovane, ancora scapolo Claude Trobiano III. Si allontanò per guardarla nella sua interezza, con l'orgoglio che gli sprizzava dai pori a ogni battito del cuore: quella vecchia auto d'epoca era finalmente funzionante, con i fari originali, nuove rifiniture fedeli al modello classico e interni in rosso scuro rifatti da un certo vecchio collega suo e di Liam che lavorava ancora nel campo delle automobili. Con una buona messa a punto e una lucidata era tornata a essere un gioiello e Ferid non stava più nella pelle.

I ragazzi adoreranno questa macchina! Non vedo l'ora che Mika torni a casa, devono esserci tutti e due a provarla...

Era la prima volta che faceva un lavoro così su un'auto e da solo – escluso il rifodero dei sedili – e ne era così soddisfatto che prese una decisione che non avrebbe neanche preso in considerazione in un qualsiasi altro giorno. Andò alla vetrina della ferramenta e bussò sul vetro.

«Cyrus, è finita! Vieni a vederla!»

Neanche a dirlo l'uomo abbandonò l'etichettatrice e si affrettò a uscire. Contemplò l'auto dalla carrozzeria rosso vivo annuendo compiaciuto.

«È un capolavoro, signor Trobiano. Non sembra neanche la stessa che ha portato qui dieci giorni fa.»

«Era un rottame, eh? D'altronde, era in quel magazzino da quarant'anni.»

«È straniera, vero?»

«Oh, sì. Una Alfa Romeo Spider Duetto, originale del 1971. Fu la prima auto di Claude, ne era così fiero...»

Sentì una fitta nostalgica quando ripensò alla sera in cui Claude gli aveva raccontato delle fatiche per acquistare la sua prima auto. Una sera in cui suo marito era ancora sano, parlava senza stancarsi per ore e ore anche nella notte, e gli sorrideva beandosi della curiosità che il suo giovane protetto aveva per le sue storie.

«Il signor Trobiano sarebbe molto felice di vederla di nuovo fiammante.»

«Sì... ma non è per me che l'ho sistemata. Voglio regalarla a qualcuno di speciale.»

A quelle parole Cyrus si ingrugnì.

«Non vorrà dare la macchina di suo marito a quell'irlandese!»

Ferid sospirò.

«Ah, lo sa Dio se non gli servirebbe una macchina decente! Ma non è la macchina giusta per lui... è in età da figli, girare con questa sarebbe da crisi di mezz'età bella e buona.»

«E allora a chi la vuole dare?»

«A un paio di amici» fece Ferid sorridendo. «È la macchina adatta a loro... sono una coppia, sono giovani... loro possono avere dei bei ricordi di questa macchina, come li ha avuti Claude quando era ragazzo.»

Cyrus era tranquillo a sufficienza una volta appurato che una proprietà dei Trobiano non sarebbe passata a un irlandese e non indagò oltre per sapere di quali amici parlasse. Ferid cominciava a credere che non gli importasse se tutti gli altri suoi amici fossero stati irlandesi e che fosse solo Crowley a infastidirlo.

«Perché non la tiene lei? Forse non è più così tanto giovane, ma può ancora farci qualche bel viaggio da solo. Mio figlio mentre lei era via ha fatto da solo un coast-to-coast

«Sai, Cyrus... non è una cattiva idea... ma lo farei con la mia Supra.»

Per essere un uomo esperto di lavori manuali che aveva una ferramenta da quarant'anni Cyrus era piuttosto ignorante in materia di auto, soprattutto di auto veloci. Fu vago nel descrivere la macchina del figlio, come chi ne capisce poco, e molto più dettagliato sulle sue tappe.

La Chiesa dell'AcquaWhere stories live. Discover now