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Diana's pov
Oggi ha un nuovo concerto. Nelle ultime due settimane ha passato quasi tutto il giorno nella sala prove del suo studio. Il concerto si terrà a Verona, lo stanno preparando da tempo e sono sempre più sicura che spaccherà. Io ho sempre creduto in lui. Se non lo faccio io, chi dovrebbe farlo? Credo veramente nelle sue potenzialità. Ha già un bel numero di seguiti, ha fatto qualche concerto a Milano, che lo ha fatto ingranare di più. Ora è conosciuto molto tra i giovani della città.

Anche questa mattina, appena si è svegliato è subito andato nel suo studio, ha detto che deve finire alcune pratiche e che deve provare le canzoni ancora una volta. Preparo il pranzo e decido di raggiungerlo
in sala prove per portarglielo. Accendo la mia Mercedes classe G, l'ho sempre sognata fin da quando ero bambina e sono riuscita a comprarla. In questo periodo mi sto occupando dei suoi affari, diciamo che sono la sua manager e lui è il mio capo.

« Ciao Jimmy», saluto il produttore e lui alza la mano per salutarmi. Sta mangiando un panino e si è sporcato tutta la maglia di salsa. Raggiungo la sala e lo ritrovo di spalle mentre scrive qualcosa su un foglio. È da solo quindi ne approfitto per raggiungerlo e abbracciarlo da dietro. Lui si gira verso di me e mi saluta con un bacio a stampo.

« Ti ho portato il pranzo» dico, lui annuisce e mi ringrazia. Si siede sulla sedia e inizia a mangiare l'insalata che gli ho preparato. « A che ora parti oggi?» chiedo. « Parti? Partiamo insieme amore», il mio sorriso arriva fino agli occhi. Non pensavo che mi volesse li con lui. « Non pensavo che dovessi venire anche io», dico imbarazzata. « Perché no? Sei la mia donna. Se vuoi venire io sono felice.» Lo raggiungo e gli lascio un bacio casto sulle labbra. 
« Certo che voglio venire. Non me lo perderei mai», lui sorride e mi bacia ancora una volta. Poco dopo entra Jimmy; capisco che è ora di andare e quindi giro i tacchi e vado.

Dorian's pov
Guardo il suo sedere stretto nella gonna aderente e un desiderio si impossessa di me, vorrei prenderla proprio qui, non me ne frega se c'è Jimmy. La raggiungo fuori dalla sala e la faccio voltare verso di me. « Sta sera preparati. Dopo il concerto voglio passare del tempo con te», dico al suo orecchio, guardo la sua pelle percorsa da brividi e faccio un sorriso soddisfatto. Le lascio un bacio e lei si volta.

Ho cantato e ricantato le mie canzoni, ora mi ritrovo su un pulmino diretto verso Verona. Diana affianco a me sta dormendo sulla mi spalla. Invece Jimmy incomincia a parlarmi di affari e di tutte le cose che dobbiamo fare; ma in questo momento
l'unica cosa che voglio farmi è la donna al mio fianco. La mia donna. « Si va bene Jimmy. Ora fammi riposare», lui annuisce e io chiudo gli occhi immergendomi in un sogno, dove ritrae me e la mia ragazza nudi sul nostro letto.

Verona mi è sempre piaciuta, soprattutto per la storia di Romeo e Giulietta ,per questa occasione ho deciso di prenotare un albergo che si affaccia proprio sul balcone di Giulietta, è nello stesso cortile della casa di Giulietta.  Aiuto Diana con le valigie e insieme ci dirigiamo nella nostra stanza. Per la mia ragazza ho preso la stanza più bella. Ha un letto enorme, un bagno altrettanto enorme e un salotto con due poltrone. « A che ora devi presentarti»? mi chiede, ma io la sto già spogliando. Arrivo a quella magnifica gonna grigia. « È tutto il giorno che sogno di strappartela», le sussurro all'orecchio. « Cosa aspetti?» in un gesto rapido gliela sfilo. Adoro quando mi asseconda così. « Tra tre ore devo presentarmi», le dico. « Abbiamo tre ore angelo», lei sorride. Non ho mai smesso di chiamarla così, mi
riporta ai vecchi tempi in cui ci siamo conosciuti. In cui le ho donato il cuore. Le bacio tutto il corpo, mi posiziono sopra di lei e con una spinta entro nella sua intimità già bagnata. Lei mugugna qualcosa mentre ansima, per le volte in cui esco ed entro. Lei viene prima di me, io subito dopo. Mi sdraio accanto a lei e lei posiziona la sua testa sul mio petto, che batte all'impazzata.

« Ricordati la pillola,  piccola», lei annuisce e si addormenta affianco a me. Mi preparo mettendomi dei jeans stretti neri e una maglia nera. Metto la mia collana con il numero ventitré e un'altra con le ali di un angelo. Questa me l'ha comprata lei un giorno che siamo andati a Firenze, l'ha vista in vetrina e ha pensato a me e alla nostra storia.

« Siete pronti per fare saltare in aria questa arena per Lucifer!» urla il presentatore. Nell'arena si alza un coro di esulti, di fianco a me c'è Diana che mi tiene la mano. È la mia ora. « Ti amo, angelo del mio inferno».

Canto una canzone dopo l'altra. Ne faccio circa dieci. Le persone cantano e saltano sul posto. Mi avvicino verso di loro e passo con la mano a salutarli, ragazzi e ragazze che esultano che allungano la mano per prendere la mia. Gente che mi ama e che ha creduto in me. Vedere che le persone cantano le mie canzoni è un'emozione unica. Sono entrato nel cuore  delle persone e in qualche modo con le mie canzoni gli aiuto.

L'angelo del mio Inferno Where stories live. Discover now