19. Pj e Stef

113 5 2
                                    

Pj's pov
Mio fratello è tutto per me, siamo sempre stati io e lui contro il mondo. Letteralmente contro il mondo, siamo sempre cresciuti da soli, lui era piccolo quando i nostri genitori sono morti, gli ho semplicemente detto che gli hanno donato tutto il loro amore, che erano due persone magnifiche, che gli volevano tanto bene, e sono in un posto alquanto magnifico. Gli ho detto delle bugie, ma va bene così.

Merita di credere che i suoi genitori erano delle brave persone, e che gli volevano veramente bene. In fondo lo spero. Non ha mai sentito così tanto la loro mancanza, non gli conosceva neanche tanto bene, si è sempre affidato su di me, per questo non ricorda più i suoi genitori. Quello che ha sofferto però sono io, crescere un bambino, essendo io un bambino è stato difficile, non ho vissuto la mia infanzia, ma lo rifarei altre mille volte. Il legame che ho con mio fratello è la cosa più pura e meravigliosa che mi sia mai capita, siamo io e lui, due caratteri contrastanti, lui razionale io pazzo, anche se dovrebbe essere il contrario. Siamo molto simili fisicamente, tutti e due con lo stesso colore di capelli, ci distinguono solo gli occhi.

Per questo è stato difficile per me, decidere di lasciare mio fratello a Parigi, mentre io ritorno a Milano, l'ho fatto per amore e anche perché non mi preoccupo più di tanto di Jonny in questo momento è con la persona di cui mi fido di più, Dorian e sua mamma, inoltre si divertirà tanto con Des.

Stefany, per me è stata una boccata di aria fresca, mi ha distratto da tutta la merda che mi circonda, portandomi in un posto magnifico. Mi è sempre stata vicina, ci frequentiamo ufficialmente da un mese, ma io la notavo tra i corridoi, stavo aspettando solo il momento giusto.

Lei mi ha dimostrato più volte, che sarebbe disposta a tutto per me, ora tocca a me. L'aereo atterra dopo circa due ore, sono riuscito a prenderne uno subito per fortuna.

Chiamo il taxi e gli indicò l'indirizzo di casa di Hell, devo prepararmi prima di andare e poi devo fare un favore a Dorian. Spalanco la porta di casa, e lo trovo sul divano con una donna sopra di lui, completamente nuda. « Vado via subito, volevo solo dirti che Dorian non sarà disponibile nei prossimi 5/6 giorni.» Gli dico, lui annuisce e la ragazza sopra di lui nel mentre, riprende un po' di fiato. Annuisco anche io e mi dirigo in camera. « È tuo figlio?» sento dire da una voce femminile. « No, ma per la legge si.» Risponde lui, sempre per la legge, lui non ci ha mai considerati suoi figli. Non so neanche perché ha accettato la proposta di Debora, lei gli ha chiesto di prenderci in affidamento, è stata lei a salvarci dalla strada. Lui ha solo accettato, non si sa neanche il perché, visto che non ci considera suoi figli.

Raggiungo la casa di Stef, sono quasi le sette di sera, sicuramente sarà a casa, guardo nel vialetto della sua casa e non noto nessuna macchina, segno che i suoi non ci sono. Suono il campanello e aspetto che qualcuno venga ad aprirmi. Dopo neanche un minuto, una chioma rossa si intravede nella piccola parte lasciata aperta dalla porta. « Chi è?» Cinquetta. « Il tuo principe azzurro amore» la porta si spalanca subito, lei si precipita su di me e mi abbraccia. « Non dovevi rimanere a Parigi fino alla prossima settimana?» Chiede non staccandosi da me. « Mi mancava la mia principessa.» Lei mi bacia e poi mi guida dentro la sua casa. « Sei sola?» Lei annuisce, io annuisco e finiamo sul suo divano. Lei è sdraiata sotto di me, mentre le accarezzo i capelli e la bacio dolcemente. « Tra poco arrivano i miei, vorrei presentarteli.» Annuncia, mi stacco da lei non sentendomi a mio agio, non ho mai avuto a che fare con i genitori delle mie fidanzate. Lei non potrà mai conoscere i miei genitori. « Ci tengo tanto, sarà una cosa veloce te lo prometto.» Fa gli occhioni dolci e io non posso dirle di no.

Sono a tavola con Laura e Lorenzo, sono delle persone disponibili, ma dallo sguardo che mi ha riservato Lorenzo appena mi ha visto, non mi è piaciuto, sembra che non gli vada bene il fatto che io stia con sua figlia. « Di cosa si occupano i tuoi genitori?» Chiede proprio lui. Stefany, al mio fianco rimane con la forchetta a mezz'aria. Sa della mia situazione, e sa anche del lavoro che faccio, ha accettato pur di rimanere con me, questo è quello che mi importa. « Sono morti, quando ero piccolo. Mi sono preso cura di mio fratello e lo faccio tutt'ora» spiego brevemente. « Oh mi dispiace caro» pronuncia Laura, io le faccio un sorriso di circostanza, Lorenzo non dice niente. « La scuola come va?» Continua con il suo interrogatorio, di certo non gli dirò che ho rischiato di essere bocciato per tutti i cinque anni, ma che la preside sa essere molto corruttibile. « Bene» lo sbologno velocemente, lui non sembra crederci molto, ma non continua.

La cena continua con domande e domande sulla mia vita, io cerco di rispondere sempre, non me ne frega niente di loro; l'unica opinione di cui mi importa è quella della mia ragazza, ma so che molto spesso l'opinione dei genitori è importante, soprattutto perché Stef ha un bel rapporto con loro, io di certo non voglio rovinarlo, ma non voglio neanche privarmi di lei, quindi conviene che Lorenzo incominci a farsi i cazzi suoi e lasciarmi in pace.

« Bene ragazzi, potete andare.» Dice Laura. Stiamo per uscire, quando Lorenzo ferma sua figlia e la fa rientrare. « Vai pure su, tra poco arrivo» dice la rossa. Di certo non vado su e mi metto dietro la porta. « Non mi piace, non mi ispira fiducia e non va bene neanche a scuola» dice Lorenzo, vuole davvero fare cambiare idea a sua figlia. « Piantala papà, lui si comporta bene con me, e mi piace molto» ribatte lei, contrastando la voce di suo padre. « È solo una stupida cotta» continua lui, non vuole proprio cambiare idea su di me. A chi potrei piacere? Sono orfano, sono un ladro, vado sempre in giro con i vestiti stropicciati e alcune volte sporchi, la sigaretta è sempre tra le mie dita e sono un criminale. Quindi si, a chi potrei piacere?

« Non è una stupida cotta. Io sono innamorata di lui. Lo amo papà, te lo devi fare andare bene» il sorriso è spontaneo sulle mia labbra.

Appena lei esce dalla stanza, afferro il suo braccio e la premo verso di me baciandola.

« Ti amo anche io.»

L'angelo del mio Inferno Where stories live. Discover now