47.Turtles 🐢

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Diana's pov
Stefany mi ha tirato su il morale, mi ha compreso e mi ha aiutata lasciandomi anche i miei spazi, per piangere nei momenti in cui lo ritengo necessario.

La conosco da tanti anni,  con i miei problemi di fiducia, lei é riuscita a comprendermi anche in quei momenti, siamo riuscite ad abbatterli. Io non volevo fidarmi, perché avevo paura di essere ferita di nuovo, con lei mi sono fidata e ho fatto la scelta più giusta e bella della mia vita. Mi sono fidata anche di Dorian, lui mi ha fatto soffrire, ma mi ha fatto anche tanto bene, mentre stavamo insieme. Quindi no, non mi sono pentita di essermi fidata di lui, lui mi ha dato tanto, nonostante tutto, non dimenticherò mai quello che ha fatto per me, quando mio padre mi faceva del male; non era tenuto a lasciarmi dormire da lui, non era tenuto a lasciarmi vivere e mangiare in casa sua, senza mai permettermi di pagare qualcosa.

É l'ultimo giorno qui alle Maldive, da quando sono uscita per la prima volta dopo quei cinque giorni, sono uscita sempre di più, non nascondo che sto ancora male per lui, ma ho deciso di riprendere in mano la mia vita, convivendo anche con il dolore.

Quindi per oggi la mia migliore amica ha organizzato un'uscita per vedere gli animali acquatici del posto, in particolare nuoteremo con gli squali, vedremo le mante e se le troveremo anche le tartarughe.

« Mettiti questo», mi lancia un costume fucsia con una fascietta fatta di perline colorate, da mettere attorno al ventre. Lo indosso e insieme ci dirigiamo verso la spiaggia, dove dovrebbe esserci una barca che ci preleverà e ci porterà in mezzo al mare. La spiaggia oggi é più calda del solito, ci porta a correre per raggiungere il pezzo bagnato dal mare, solo li troviamo il sollievo per i nostri piedi scottati.

« Cosa ci fa qui?», chiedo mentre vedo Pj avanzare a passo svelto verso di noi. « Vuole venire anche lui, per sbaglio ieri gliene ho parlato e ha detto che é una cosa che accade solo una volta nella vita, quindi sarebbe venuto pure lui.» Spiega, il ragazzo biondo si sbraccia per attirare la nostra attenzione, noi lo raggiungiamo. « Ehi D.» mi saluta abbracciandomi, lui é il mio migliore amico, mi ha scritto spesso in questi giorni per sapere come stessi. « Stai tranquilla, non viene», dice vedendo che mi guardo in giro per vedere se arriva anche lui. Da una parte sono contenta che non sia venuto, dall'altra volevo vederlo, volevo vedere anche come si sarebbe comportato con me; se mi avrebbe guardata o ignorata.

« Come sta?» chiedo a Pj, lui probabilmente non si aspettava tutto questo interesse da parte mia, ma siamo comunque stati bene insieme e ci tengo ancora. « Senti D, é un grande coglione, ma tanto coglione, ma l'ho visto triste D, non l'ho mai visto così, neanche quando suo padre se n'è andato», il mio cuore perde un battito. Perchè é triste se mi ha detto quelle cose? Perchè mi ha detto quelle cose? Poteva semplicemente dirmi che non mi voleva, ma lui mi ha proprio spezzato il cuore. « Okay», rispondo.

Okay? veramente, che risposta stupida.

« Tu come stai ?», chiede. « Bene» rispondo.

La barca si avvicina a noi e Pj ci aiuta a salire, c'è una guida turistica e un signore che guida il canotto. La barca parte lasciando una scia bianca nell'acqua cristallina. La guida parla in inglese, ma io non sono mai stata brava in materia e neanche Pj ne capisce molto, quindi puntiamo tutto sulla rossa. Io e Pj scherziamo sulla pronuncia della guida e sul suo cappello di paglia che le sta così grande che le copre gli occhi di colore marrone. Circa dopo mezz'ora arriviamo al punto definito dalla mappa, vedo intorno a noi degli squali di varie dimensioni.
La guida ci permette di tuffarci, dicendoci delle regole fondamentali da seguire alla lettera. Stef é la prima che si tuffa, intorno a lei arrivano gli squali, ma non la sfiorano perché sono troppo impegnati a mangie ala carne che gli ha dato la guida.

Mi tuffo anche io, l'acqua é fresca, é una sensazione di pace. Mi guardo attorno e vedo i musi degli squali, non mi sembrano così cattivi come tutti gli definiscono. « Dai vieni» urlo a Pj, lui scuote la testa ripetutamente. « Tu combatti il crimine e non vuoi farti un bagnetto con degli squali?» lo prendo in giro. « Tecnicamente non lo combatto, io creo il crimine», dice, io e Stef scoppiamo in una risata divertente, lo schizziamo, ma lui non ne vuole sapere di tuffarsi. Risaliamo sulla barca, che ci porta verso le mante, qui non facciamo il bagno, ci limitiamo solo a guardarle seguendo la spiegazione della guida.
Per ultimo, ci portano verso le tartarughe, qui tutti e e tre entriamo in acqua, nuotiamo per qualche minuto con loro. Il fondale marino é uno spettacolo, pieno di pesci di tutte le specie e colori, i coralli e le alghe. La mia attenzione viene attirata da due tartarughe piccole, sono vicine una all'altra e nuotano. Sembra stiano giocando tra di loro, ma non lo posso dire con certezza, io mi immagino che giocano tra di loro.

« Guardate quelle mini tartarughe! Sono come Jonny e Des!» esclamò entusiasta, quando le ho viste ho pensato subito a loro, la loro empatia, non si staccano mai, stanno sempre insieme. « Hai scambiato due bambini per delle tartarughe?! Questa pausa di cinque giorni rinchiusa in camera ti ha rincoglionito», mi prende in giro Pj, io e Stef lo schizziamo, fino a farlo finire con la testa sott'acqua.
« A proposito di Des e Jonny, dove sono?» Gli ho visti ieri in spiaggia, ma poi non gli ho più visti. Non possono stare da soli, hanno solo dieci anni. « Sono nel mini club, é un servizio che offre il residence», spiega la mia migliore amica. Io annuisco e sorrido a una tartaruga che mi passa davanti.

Nuoto in questa pace, siamo solo io, i miei migliori amici e le tartarughe.

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