Le parole gli morirono in gola e in quell'istante lo vidi cadere a terra con la testa tra le mani e gli occhi chiusi, come se qualcosa di violento lo avesse colpito o gli stesse facendo del male.

Mi inginocchia accanto a lui:- Stefano! Stefano che hai?!-  Ma benchè lo scuotessi, benchè lo chiamassi, lui non rispose e con una smorfia di dolore sul viso continuò a tenersi il capo tra le mani.

In quell'istante vidi comparire fuori dalla porta Serena, che osservando il giovane corse verso di noi e inginocchiandosi davanti  poggiò le mani sulla sua testa e prese a mormorare una strana litania.

-Serena che ha?! Che succede?!- chiesi ancora concitata osservandoli.

D'un tratto dopo qualche secondo realizzai che le mani tese sulla testa di Stefano si stavano ritirando come se il dolore si facesse più tollerabile. Anche Serena si allontanò senza smettere di borbottare strane parole e infine dopo qualche minuto, Stefano riaprì gli occhi. Due gemme d'ambra liquida osservavano spaventate il terreno, mentre il suo petto era scosso da profondi respiri affannati.

- Stefano che ti è successo? Stai bene?- mi avvicinai preoccupata, poggiando una mano sulla sua spalla.

A quel tocco lui si scansò:- Sto bene! Devi andare via!-

Mi voltai verso Serena con le lacrime agli occhi:- Che gli sta succedendo? -

La giovane scosse la testa e dichiarò: - Le visioni stanno peggiorando...io credo che quella collana potrebbe servirti. -

-No...non sono come lei.- sibilò furioso ansimante come per un immenso sforzo.

-Non so per quanto ancora lo vuoi negare, ma mi hai vista tu in questa fortezza, hai visto che la tua compagna sarebbe venuta a cercarti, vedi le foglie come le vedo io!- fece la giovane indispettita.

A quelle parole il lupo bianco le si avvicinò furioso:- Non nominare più quelle fottutissime foglie...- e poi indicandomi aggiunse:- E portala alla stazione.-

Di fronte a quella ripetuta richiesta protestai: -Non esiste! Non puoi pretendere che assista ad una cosa del genere e...e che me ne vada senza nulla fosse!-

Il suo sguardo ambrato virò su di me, gli occhi stanchi e spaventati, il fiato corto e le spalle basse, come sfinito, eppure nonostante quello gridò con disperazione:- La cosa non ti riguarda! Voglio solo che tu sia al sicuro! Cosa devo fare per farti andare via?! - 

E d'un tratto, come se un pensiero inaspettato lo avesse travolto si volse verso il pesante portone, dandomi le spalle e con rabbia dichiarò:- Sai che ti dico? Avevi ragione... è cambiato tutto e puoi restare qui in attesa di un Compagno che non c'è più oppure andartene, a te la scelta.-

E con quelle parole sbatte il pesante portone dietro di sè, scomparendo all'interno della fortezza.

Realizzai le sue parole quando avvertii le lacrime miste alla pioggia confondersi sul mio viso: quella frase aveva tanto il sapore di un addio. Provai a prendere fiato, ma i polmoni mi bruciavano sfiniti e il cuore mi sembrava sul punto di spezzarsi. 

Chiusi gli occhi sotto la tempesta incapace di qualunque pensiero, immobile alla furia degli elementi e ne rinvenni solo quando percepii la mano delicata di Serena sopra la mia spalla. A quel tocco mi scostai e stringendo furiosa la collana tra le mani mi incamminai verso il centro abitato seguita dalla giovane strega. Mi fermai al riparo sotto una pensilina del bus, indecisa.

- Come ti avevo già detto è un deficiente.-

Accennai un debole sorriso alle sue parole che si spense subito pensando a quello che ci eravamo dette in passato, a come ci eravamo conosciute e d'un tratto le chiesi con drammatica serietà:- Dimmi la verità: che stai facendo con lui?- 

I suoi occhi verdi e limpidi come pozze d'acqua mi fissarono decisi: -Sto cercando di aiutarlo, ma per farlo ho bisogno di te.-

Le credetti e sospirai sfinita da quella giornata, rigirandomi l'amuleto di Furio Botina tra le mani.

- Cosa farai?-

La sua voce mi riportò alla realtà, alla scelta che dovevo prendere.

"E' cambiato tutto e puoi restare qui in attesa di un Compagno che non c'è più oppure andartene"

Decisamente il ragazzo di cui mi ero innamorata non c'era più o si sarebbe accorto di quanto dolore avrebbe causato con quelle parole, forse non c'era più neanche l'Alpha del Branco della Neve o avrebbe in qualche modo fermato Beatrice. In quella dannata fortezza c'era solo Stefano, c'era il ragazzo che mi aveva salvato da una valanga, il figlio di colei che aveva dato la sua vita al mio posto. C'era solo Stefano e stava male.

Sospirai e sentendo i primi timidi raggi del sole sul mio viso avvertii il cristallo di neve scaldarsi sulla mia spalla. 

"Lo sappiamo entrambi che sei più forte di quanto sembri."

Forse Stefano mi riteneva unicamente in grado di aspettarlo o di andarmene, ma nè io nè il suo lupo eravamo della stessa idea.

- Tutto quello che serve per aiutarlo.-

Un sorriso luminoso comparve sul volto dell'Apprendista:- Speravo lo avresti detto.-

-

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