Angeles

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Ciao Matteo.
Lo so , lo so, non ci sentiamo da anni, forse da ancor prima che morisse Amanda e lasciarci subito dopo è stato ancor piu' doloroso. L'ultimo suo porto sicuro, la mamma ed il papa' , erano caduti anche loro e chissa' cosa ne pensa. Io ora non ti staro' a pregare per rimetterti con me perché so bene che con Vian la storia è seria, da qualche tempo a questa parte. Io non ho nessuno, se non qualche rapporto occasionale con Stefano . Gia', Stefano. Lo Stefano col quale facesti a pugni a scuola perché mi guardo' la scollatura al compleanno del tuo amico Diego, chissa' che fine ha fatto anche lui. Lo Stefano che mi bloccava ogni mese se lo cercavo e che puntualmente perdeva il profilo se gli dovevi parlare seriamente. Oggi che ti scrivo, è lunedi. Lunedi 3 giugno. Il giorno del tuo compleanno. Ma tu sei rimasta sotto la pioggia ed il gelo di fine novembre e solo la luce celeste adesso ti scalda. Avevi cosi' paura del buio , che volevi sempre dormire con una luce accesa per paura ci fossero i mostri in camera. Ma l'unico mostro qui è quella maledetta epilessia che ogni giorno mi fa pensare alla mia piccola bimba . Chissa' quanta paura hai lassu' la notte quando cala il sole. Non mi sarei mai dovuta scontrare con tuo padre quella mattina prima di andare a scuola, sarei dovuta arrivare in orario. Eppure quell'incontro, che mi ha dovuto una settimana di sospensione, mi ha regalato i cinque anni piu' belli mai vissuti. Quelli della tua vita ma Mandy , vedi, non so perché Dio ci pesta come un tango e la tua risata vive nell'eternita' di quest'aria che dovrei respirare anche io. Ma non ci riesco, non capisco. Vorrei tornare a quella notte in cui ti ho conosciuta, a mezzanotte esatta , a stringerti tra le braccia mie e di papa' , quando tutto era apposto. Lo sai quanto mi manchi e non mi capacito ancora di come Dio, ci pesti come un tango e mi faccia vedere l'inferno. Ricordo com'eri felice in quell'agosto tanto lontano passato a Napoli, quando ti sporcavi con il pomodoro i capelli e quando andavi a nuotare col papa'. Ti era piaciuta tanto quella vacanza e la disegnavi sempre sul tuo quaderno, mi dicevano le maestre. Ecco, c'è un proverbio napoletano che recita se po' campa'  senza sape' pecché ma nun se po' campa' senza sape' pe' chi.
Ed io vivo solo per te.
Non sono ancora pronta per dirti addio e mai lo saro', perché sei legata al mio cuore e mi sento in difetto, artefice di quel dolore che tanto ci ha uccisi. Ma non doveva andare cosi'. 
Sono passati piu' di cinquecento giorni da quell'attimo in cui ti ho trovata esanime nel tuo letto. È stato un minuto per sempre. Io non me lo so spiegare.
Non riesco piu' a sognare. È stata un'onda che mai piu' tornera'.
Mi mancherai per sempre, e mi arrabbiero' sempre pensando a quanto io odi il destino.
Non riesco a vedere piu' le lettere, queste lacrime mi appannano la vista e mi ripuliscono dal dolore. Manchi ma ci sei. Infinitamente.
Ti amo per sempre.
Mamma e papa'.

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