Angeles

63 3 0
                                    

Buio- Hindaco

Sono le sette e non sono ancora uscita dalla palestra. Mi piace restare qui da sola , col tramonto che picchia sugli attrezzi. Ho sempre pensato che sto meglio da sola. Sono sulla pedana per il corpo libero , intenta a fare una middle , tranquilla. Adoro il fatto che il mio allenatore mi abbia presa sotto la sua ala per iniziare, seppur così tardi. Ha asserito che indipendentemente da quanto tempo io abbia iniziato, sono portata , è la mia strada e detto da lui è cambiato tutto. Non ho avuto un attimo per tranquillizzarmi oggi e sono stanchissima. Ho pensato a mille cose in un momento. O forse solo ad una.
Quando ho rivisto Matteo mi è sembrato tutto irreale, ero davanti all'uomo della mia vita. Lui era tranquillo e questo mi ha fatto capire quanto sia cambiato e maturato. Ha serrato la mascella , si è morso l'interno della guancia ed ho pensato che sarebbe successo un disastro ma si è saputo controllare. Probabilmente il merito va al fatto che non gli interesso più.
Eppure quello sguardo..
"Ange"
Una voce mi distrae dai miei pensieri
" Melissa" dico alla mia cara collega, ginnasta come me
"Attacchi adesso?"
Sorride : "in realtà saranno cinque ore che sono qui ma sai non riesco a staccarmi dalla palestra , mi conosci" , s'imbarazza.
Piego la testa e le sorrido
"Il tuo compagno come sta?"
"Molto meglio, dovrà prendere medicinali per un po' ma va tutto bene, grazie principessa "
"Bellissimo" esclamo entusiasta
"Ti ringrazia per la pastiera" mi dice sorridente " appena potrà la divorerà "
Gli sorrido di nuovo e poi lego meglio i polsini.
"Vai a casa o resti ancora qui coi tuoi attrezzi ginnici?" Mi conosce fin troppo bene
" solo un altro po' "
"Resta quanto vuoi" mi dice materna.
Quanto è gentile!
Faccio qualche passo indietro per salire alle parallele e rimango in aria per un po'. Le adoro , mi sembra di fluttuare nell'aria come in una bolla.  Passo a quella alta e preparo meglio un lendo in cubitale, sistemando la presa e facendo su e giù tra gli attrezzi.
Sento dei passi ma non mi volto. Sarà Melissa che come al solito mi ha portato l'acqua dalla macchinetta all'entrata.
"Sempre in palestra eh?"
Questa non è la voce di Melissa.
È una voce che ti entra in testa, tocca il cuore, vibra come una corda del basso e poi esce dalle labbra, incurvandole in un sorriso.
Matteo
Mi alzo, mi volto e noto mi fissa con la testa piegata ed un sorriso che illumina questa grigia giornata autunnale
"Che ci fai qui?"
"Quando stavamo insieme, mi dicevi amavi restare anche dopo la chiusura " dice malinconico " così ho pensato di vedere se ci fossi"
"Nervoso per la partita?"
"Si nota?"
"Io lo noto" gli rispondo .
Sorride . Probabilmente perché sa quanto ci conosciamo bene.
"È una cosa seria"
"Andrai bene"
"Non hai mai visto una nostra giocata" dice, sistemandosi la maglia " sarai stata impegnata " aggiunge con un tono troppo serio per lui.
"Poteva venire Vian"
"Infatti lei c'è sempre" sorride
"Ah si?"
Sono alquanto esasperata e non pensavo fosse veramente così, che stessero insieme davvero. Ma avrei dovuto metterlo in prevenzione.
"Sono un infame" dice schietto " non avrei dovuto parlarti in quel modo"
"Sei stato sincero, hai detto che non sono niente, che eravamo una chat carina e nulla di più. Qual è il problema?"
"Ecco io.."
Lo guardo
"Accetto l'invito dove mi porterà a cena coi suoi colleghi "
"Veramente?"
"Così seppelliamo l'ascia di guerra"
"Ma se volevi seppellire lui!"
"Lo so" mi dice triste "ero nervoso"
"Perché stavo con lui?"
"Perché stavi con chi ti aveva portato via da me" sputa quelle parole , troppo amare persino per lui.
Segue il silenzio. Io che penso a Matteo e Matteo che pensa che forse ho capito.
"Non è stato lui, Mat"
"Non devi chiamarmi così " fa un passo verso me e deglutisce
"Eravamo sbagliati"
"Come count on me?" Chiede malinconico. Ma dimmi te se deve rovinare le mie canzoni preferite. Ha l'aria di un cucciolo bastonato e vorrei solo abbracciarlo ma scatenerebbe contatto tra noi.
"Ecco, un po' così "
"Sei stata bravissima alle Olimpiadi " mi dice infilandosi le mani in tasca "so che mi hai pensato "
"Sul serio? Hai letto la scritta?"
"L'ho letta e lo sai che lo provo anche io"
Arrossisco di getto e nel mio cuore scoppia il carnevale di rio, che nascondo con prontezza.
"Lo sai che mi manchi" ho una fitta al cuore "ogni tanto sbircio il tuo profilo ma non ti dico mai nulla"
"Anche tu mi manchi"
"E perché non chiami mai allora?" Fa un altro passo verso me
Non rispondo e guardo in basso.
"Per il resto, come stai?" Mi chiede , forse per alleggerire la tensione
"Sto sanguinando parecchio adesso, ma ho partecipato alle Olimpiadi e son riuscita a prendere la medaglia" sorrido più di quanto avrei pensato
"Questo lo so" si avvicina verso me
"Ho letto che me l'hai dedicato "
Il suo tono di voce è fin troppo basso e siamo decisamente troppo vicini, però da quanto non succedeva...
"Io ti sono mancato?"
"Matteo, io..."
Posa di nuovo lo sguardo sul quadro e cerco di contenere le lacrime che mi stanno assalendo.
"Pensavi davvero che eravamo sbagliati?"
"Non lo so" ho la gola secca
"Non lo sai o non vuoi dirmelo?"
"Non so a cosa stessi pensa..."
"Angeles forse non mi sono spiegato " mi dice avvicinando il suo viso pericolosamente al mio "lo capisci che ti amo o fai finta?" Ha la voce bassa, calda, come la ricordavo io.
Perdo il senso di tutto e mi manca l'ossigeno. Possibile che mi fa ancora questo effetto? Ha mai smesso?
"Dicevo" mi scosto da lui in cerca di aria e cambio discorso "non so a cosa stessi pensando in quel preciso momento, forse tu avresti voluto di più ma non c'è tra noi"
"Cosa intendi?"
"Ha così tanta importanza?"
"Ho passato due anni a chiedermi cosa significassero quelle parole , quindi si , ha importanza "
"Credo che io mi sia fatta prendere dalla fregola"
Fa un passo indietro, pensa alle mie parole. E poi silenzio.
"Che strano... la nostra prima vera uscita è stata al ristorante da Nicolò " fa un sorriso amaro
"È un segno? Che qualcuno ci stesse avvisando del suo arrivo"
"Credo sia stato tanto tempo fa"
"Rimane il bacio più bello della mia vita" dice lui.
Non mi toccano più le sue parole. Non mi fanno più l'effetto nefasto di un tempo. Lui si volta e torna verso me, si avvicina e scompare la terra sotto i piedi
"Te lo ricordi?" Mi chiede fissandomi le labbra, per poi leccar le sue, come se fossero pozze d'acqua e lui fosse assetato
Perché il tempo si è fermato?
"Io.."
Non faccio in tempo a fare nulla
"Vieni alla partita domani sera" mi chiede. Ma non è una domanda , è un'affermazione.
"Ho un impegno "
Balla, ma non posso andare alla partita, cosa dico a Nicolò?
"Allora dovrò salutarti qui"
"Buona fortuna" gli dico
"Se cambi idea , qui c'è il mio numero" mi dice porgendomi un biglietto. Lo afferro e lo metto in tasca.
"Ci vediamo" mi saluta prima di voltarsi ed andar via.
Sento una fitta allo stomaco ora che è lontano, come se mi servisse più tempo da passare con lui, siccome non è bastato.
"Matteo"
Lo vedo fermarsi ed irrigidirsi, si volta e mi fissa malinconico.
"Mh.. ecco, io non penso siamo stati mai un errore"
Mi lancia uno sguardo di quelli che fai quando ritrovi qualcosa dopo tempo e lo vorresti ma non è più tuo. Sorride, si volta e se ne va. Come a dire che per noi comunque vada è troppo tardi.
Rimango sola in palestra. Sento l'eco dei suoi passi e poi niente.
Mi volto verso i miei amati attrezzi e sorrido. Infilo una mano nel borsone dei vestiti e vado alla ricerca di quell'indumento che tengo nascosto da anni. Prendo questa maglia azzurra, dove echeggia la scritta Italia , col numero 12 stampato sul petto e sul dorso. La giro ed accarezzo la scritta in alto, quella con la scritta più bella del mondo. Pessina.
La infilo e mi stringo in essa che ha ancora  il suo profumo. Forse non è così tardi.
Forse posso ancora fare qualcosa.
Sto correndo da te.

Count on meTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon