Matteo

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"Bravi ragazzi "
Roberto alza un calice di spumante, sorridente mentre nella sala echeggiano gli urli dei miei compagni , che hanno fin troppo alcool in circolo .
Sorseggio il mio bicchiere e do' uno sguardo alla tavolata. Tutti i miei compagni hanno la loro Valentina, io ho solo una sedia vuota alla mia destra e Verratti alla mia sinistra, intento a fare una videochiamata con sua moglie. E ancora una volta me ne starò da solo , ad aspettare che si faccia tardi per poi dileguarmi ed andare a dormire, in grazia di Dio, senza nessuna telecamera a registrare anche se respiro e senza nessuna ansia. Da ieri sera che abbiamo vinto, ho ricevuto un'infinità di chiamate , da persone che nemmeno ricordavo di conoscere. È proprio vero che i soldi ti cambiano, ma mai quanto cambino le persone attorno a te quando li fai. Non ho sentito tantissime persone in questo periodo, di sfuggita i miei genitori e mia sorella ma per il resto nulla di più. È sempre stato un Andrea ti saluta, e tu lì per lì, pensi chi sia Questo Andrea, e scopri che magari è il figlio del cugino del padre del nonno del tuo prozio da parte di madre che al mercato mio padre comprò e si inventano le parentele giusto per sentire un calciatore al telefono. Angeles non si è fatta sentire mezza volta, se non con quella lettera , qualche mese fa. Ho saputo che partecipava alle Olimpiadi ma non ho visto mezza gara e sinceramente non mi interessa più. Mi sono stancato. Ho dovuto lasciarla andare perché, per quanto mi costi ammetterlo , non c'è più nulla e forse non c'è mai stato.
Federico mi dice che sono solo un egoista e dovrei scriverle, chiamarla. Ma cosa le dovrei dire? Sai, sono un deficiente inenarrabile , non è che mi fai uno squillo e vediamo di risolverla?
Chissà cosa penserebbe.
Però chissà come sta, se mi pensa.
Tutta la squadra è appollaiata a fissare un televisore da cento euro che trasmette una gara di ginnastica artistica. Chissà se lei la sta guardando, lei che ci teneva così tanto a quella trave. Magari il suo Valentino l'ha portata là e questo mi fa veramente innervosire, il solo pensiero che qualcuno che non sia io l'abbia toccata. Perché l'ho lasciata andare via. Avrei dovuto fermarla quando piangente mi ha lasciato alla stazione, pieno di dubbi e di pensieri.
Avrei dovuto rincorrerla e spiegarle tutto. Ho fatto una cazzata a non cercarla più, ma cosa avrei dovuto fare? Riscriverle e magari sperare in un ritorno di fiamma , dopo il modo brusco in cui ci siamo lasciati. Seh, e magari gli asini volano.
"Dalla palestra prescelta a Parigi, la finale di ginnastica artistica. Tutta Italia è in piedi a vedere i risultati finali della ginnasta , Angeles Vicario, l'italiana olimpica"
Il mondo si ferma. Il tempo anche, così come il cuore.
I miei compagni si ruotano a comando verso di me, che sono bianco come il latte .
Angeles.
Le telecamere se fanno a spallate per inquadrarla e tutto è come se scomparisse, come se fluttuassi nel vuoto.
Ha i capelli raccolti , l'ombretto e l'eyeliner che le incornicia i suoi occhi felini. Ha i suoi corti capelli scuri e sbarazzini legati in uno chignon improvvisato, uno di quelli che fa quando scopre che deve salire in pedana cinque minuti prima. Poi, come se mi leggesse nel pensiero, col suo sguardo buca la telecamera ed il mio cuore si ferma. Accenna un sorriso, arrossisce e scuote la testa per poi mettersi in posizione.

Cinque minuti, due birre cadute a terra e qualche inquadratura random di ginnaste dopo , vedo Angeles stringere la mano ad una ragazza cinese, che mi sembra abbia gareggiato prima di lei. Il suo allenatore la stringe e tiro su col naso per nascondere la gelosia che nutro nei confronti di Marco, che può ancora toccarla.
Lei freme, sospira ansiosa e fa avanti ed indietro, come sempre quando è nervosa ed agitata. Si morde il labbro e solo lei sa quanto mi piace quando fa questo gesto. Mi devo trattenere perché comunque ci sono i miei compagni con me. Lei  , ad un certo punto, guarda stupita il tabellone per poi applaudire , direi quasi delusa. Una sua compagna ha preso due bronzi ma poi non è riuscita a fare altro. Vedo Angeles bisbigliare , poi guarda in basso e fa un lungo sospiro.
È il suo turno.
I miei compagni si tengono l'un l'altro dall'ansia ed io sono immobilizzato al mio posto. Appare solo il tabellone coi risultati di una ginnasta danese ed una ginnasta africana ma di Angeles non c'è traccia. Mi sento come in un sogno distopico, dove nulla è come nella realtà e quasi non ci credo che veramente è alle Olimpiadi. Pensare a quanto ha provato e riprovato quelle spaccate, quante diagonali ha rifatto, quanto ha pianto per questo suo sogno, di come ha abbandonato la sua città per fluttuare sopra due parallele asimmetriche, mi fa veramente venire da piangere. Semplicemente perché so quanto lei ci tenga e quanto si sia impegnata.
Vedo il suo allenatore fare avanti ed indietro e poi si blocca , improvvisamente, fissando dritto.
Questione di un secondo, inquadrano Angeles , sconvolta e poi il tabellone.
Prima linea, Angeles Vicario, Italia, 10.00
"Hanno sbagliato i calcoli" urla lei
"Scientificamente provato"
La curva italiana esplode  e mi sembra un dejavu degli europei. Il suo nome continua a brillare mentre lei è stretta negli abbracci dei suoi allenatori e dello staff dell'Italia. I miei compagni esplodono e corrono ad abbracciarmi , io non vedo più nulla, le lacrime mi stanno offuscando la vista e mi sembra irreale. La vedo correre verso le telecamere, mandare un bacio.
Poi si volta, quasi come se avesse paura che qualcuno guardasse ciò che sta per fare, anche se sa perfettamente che è in diretta mondiale. I miei compagni urlano ed io ho solo occhi per lei. Corre , prende un pennarello e dopo aver urlato un gir a telecamr , ' o zi!   ed aver provocato la risata dei miei compagni, scrive sulla camera. Ed il mio cuore perde un battito.
Pessina Matteo, ti amo , 32 della dea , for life.
Questione di un secondo , il mio cuore e la mia testa esplodono e nel mio cervello viaggia la vaga idea che sono ancora suo.
La intravedo mandare baci alla telecamera e dire dal labiale ti amo Matteo ma ormai è troppo tardi. Sto già correndo fuori dal pullman e prendere il primo volo per tornare da lei. Sono qui. Per sempre. Ti amo.
You can count on me , like one, two , three, I'll be there..

Count on meWhere stories live. Discover now