Matteo

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Giorgia- il lupo

21 aprile 2022

Siamo in questa discoteca da talmente tanto tempo che ho perso la cognizione temporale.
Indico il polso a Duvan e lui guarda il cellulare, facendo fare una piroetta ad una bionda sulla pista, preso dall'alcool.
Imita le sei del mattino con le dita ed annuisco, mentre ricomincia a ballare con la ragazza che l'ha puntato da quando siamo entrati. Prendo il mio telefono e noto che ci sono due messaggi: uno di Angeles e l'altro di Gian Piero.
Do' priorità alla mia regina , come sempre. Era così dispiaciuta di non esser potuta venire con noi da Amadeus. Leggo il suo messaggio.

Dove sei amò?

A: Angeles

Scusa se ti rispondo solo ora ma non sento il telefono. Siamo in un locale poco distante da casa. Tu? Com'è andata in palestra?

Apro quello di Gian Piero , di venti minuti fa.

Da: Gian Piero

Sono in hotel con alcuni della squadra. Auguri di buon compleanno caro mio. Divertiti e stai attento, non tanto a te, quanto ai tuoi compari.
Domani vi voglio al campo di pomeriggio

Sorrido.
Ma dove lo trovi un allenatore così ?

A: Gian Piero
Tranquillo,solo un po' di vino rosso , Dùvan ha bevuto anche ordini altrui :)
Grazie per gli auguri , sei un santo che cammina. Notte.

Vado indietro e trovo un messaggio di Angeles.

Da: Angeles
È andato tutto apposto anche perché sono diretta al tuo hotel. Volevo farti una sorpresa.

Non è vero.
Eppure reggo l'alcool e non ho bevuto granché.

A: Angeles

Sei il regalo più bello , la cosa più bella che ho. Giuro che ti sposo. Sto arrivando, avviso in reception di farti salire.

Ma veramente scrivo 'ste cose?
Ma mi riprendo?

Rimetto il telefono in tasca e parlo con i miei compagni. Gli dico che vado in albergo che mi aspetta Angeles.
Ubriachi persi mimano un ok e scrollo la testa. Domattina mi toccherà svegliarli. Vado verso Rafael che beve il suo drink.
« Se Angeles non è con me , la guardi tu? » gli grido all'orecchio
« Tranquillo, ci penso io! »
In grazia divina. Se le succedesse qualcosa non vivrei più.
Esco dal club e chiamo un taxi col cellulare , che fortunatamente arriva presto. Salgo e gli mostro la mappa sullo schermo.
« Mi può portare qui? »
« Certo, subito, ma allacci la cintura »
Eseguo, poi avviso la reception di far salire Angeles.

L'ascensore sembra non arrivare mai e quando raggiunge il mio piano , corro verso la 102.
Apro la porta e la luce è accesa. Lei mi aspetta alla fine del corridoio e corro ad abbracciarla.
« Allora? Che ci fai qui? »
« Ti ho fatto una sorpresa »
Mi avvicino a lei e la bacio per poi staccarmi e guardarla meglio.
Indossa dei pantaloni a palazzo , dei tacchi altissimi su cui anni fa non sarebbe mai stata in grado di camminare ed un top nero preso a Parigi che potrebbe facilmente mandarmi in manicomio.
« Eleganza stasera » le dico facendole fare una piroetta, imbarazzata.
«  volevo essere carina , ti piace? »
« Sei bellissima «  le dico , per poi baciarla nuovamente
Il pizzo della maglietta sotto le mie dita mi apre la porta del mondo nascosto che si cela ed in cui non vedo l'ora di addentrarmi.
Basta un secondo ed ho già perso il contatto con la realtà.
« Ti amo » le dico, stringendola a me e facendola arrossire.
Che dichiarazioni pesanti, stasera. E che succede?
Lo so , non lo farei di base, ma la amo così tanto e mi fa perdere la testa, ho bevuto come una spugna e non capisco più la differenza tra quello che penso e quello che dico.

« Ma hai bevuto di tutto! »
« Dovevo colmare il vuoto della tua assenza »
« Con la birra? »
« Eri troppo lontana. Però è senza alcool »
Mamma mia, ho bevuto come un diavolo!
« Guarda dove sei, non ti servo « esclama intendendo qualcosa di ampio ed astratto che non voglio comprendere.
« C'è un posto migliore in cui vorresti essere? »
Certo.
Ma devo fare forza su me stesso per tacere, non imbarazzarla. Anche se è ancora più bella se arrossisce.
« Devo fare una doccia » le dico col tono giusto « mi segui? »
Si porta le trecce all'indietro, con aria impaurita.
Possibile che dopo tanti anni, si vergogni ancora di me?
« Ti seguo » mi dice, ammiccando come può ma rendendola comunque estremamente sensuale ai miei occhi.
Mi sfilo il cappotto, con scarpe e calzini per poi farmi seguire fino al bagno, dopo averle preso la mano ed averla baciata.
La poso sul mio cuore.
« Senti come batte quando sono con te? »
Hai bevuto l'impossibile, Matteo.
Credimi
« ma quanto hai bevuto? » ridacchia
Sorrido e mi sfilo la maglietta , dopo i jeans e lei guarda tranquilla. Si lega meglio le trecce in uno chignon improvvisato e si volta, guardandomi da dietro la spalla.
Dallo specchio la guardo e mi avvicino a lei, annusandole il collo che ha lo stesso profumo che ha spruzzato sulla lettera.
Quando l'ho letta , ho creduto che sarei divenuto pazzo senza sentirlo ancora. Ma adesso è con me e mi voglio godere ogni singolo attimo, voglio solo vederla felice.
Chiude gli occhi e sospira, azione che mi porta a continuare le mie imprese.
Le abbasso la lampo del vestito che scivola a terra, scoprendo il suo fisico meraviglioso, come quello di ogni donna al mondo, coperto da un intimo scuro.
« Amo questo vestito » le dico
« Se ti piace lo metto » risponde intimidita.
Le mie mani corrono su di lei e le stringono i seni, la faccio voltare e la bacio.
Sa che non dormiremo stanotte , ci sarà solo la voglia di ricominciare . Mi scosto da lei e mi sporgo nella doccia, per aprire l'acqua calda. Ritorno da lei e le sfilo gli slip, fino ad essere in ginocchio di fronte ad un tenero frutto maturo e prelibato , cui non vedo l'ora di addentare.

Cos'è questo rumore?
Il telefono? Che ore sono?
Apro gli occhi e guardo il telefono illuminarsi e vibrare di nuovo. È Duvan.
« Pronto » dico con la faccia schiacciata dal cuscino
« Sorgi e brilla , raggio di sole, che il resto della squadra ti aspetta col furgone »
« Che ore sono »
« Undici meno dieci e ti devi muovere »
« Guarda, ti dico una cosa.. »
« La so già, i muri so spessi quanto te ? «
Rido ed Angeles si sveglia spaventata. Le accarezzo il viso.
« Daje, ti aspetto in un'altra stanza »
« Arriviamo »
Mi volto e vedo Angeles vestirsi
« Manda un messaggio a Duvan col mio numero e digli che scendiamo tra un po' » le dico
« non mi dire che non hai fatto la valigia »
« Si mamma » le rispondo ironico, avvicinandomi a lei
« Ma ho un altro impegno , molto più importante « le sorrido ammiccando.
Si morde il labbro e mi guarda, col suo sguardo pungente, sospirando.
« Matteo »
« È il mio compleanno o no? »
« Lo so , ma.. »
« E che aspettino il festeggiato « dico tuffandomi su di lei « ora ho da fare.. »

Count on meWhere stories live. Discover now