Angeles

67 3 0
                                    

Perdono- villabanks

"Angeles, smettila di correre che mi sta venendo un infarto" mi grida Luca. Quasi non lo sento.
È strano: quando stai male e piangi, le lacrime scendono ma le orecchie sono ovattate e non ci sentono. Sento solo il dolore nel mio cuore. Negli occhi, per il pianto. In bocca, perché sono veleno amaro.
Nello stomaco perché i singhiozzi aumentano .
Mi fermo qualche passo davanti alla metro e prendo fiato , aspettando che il mio amico mi raggiunga.
Allora è così che ci si sente? Nessuno mi ha mai amato per prepararmi a questo?
Non mi sono mai sentita più umiliata in vita mia. Forse solo quando un compagno di classe mi chiese delle foto intime. Fu , ed è, tutto uno schifo.
Avrei dovuto immaginarlo che fosse tutto una presa in giro. Avrei dovuto capirlo dal principio che era una bugia . Insomma, sarebbe bastato guardarmi allo specchio. Chi mai vorrebbe uscire con una sfigata simile?
Luca mi raggiunge e mi fissa qualche secondo, con negli occhi la pietà di chi vorrebbe almeno tentare a sistemare il mio cuore infranto. Poi mi attira a sé e mi abbraccia forte. Perché fanno tutti così? Più ami qualcuno , più ti volta le spalle.
"Mi dispiace così tanto" mi dice
Mi accoccolo nel posto che più di tutti mi fa sentire protetta, in quel piccolo spazio tra il mento e la sua spalla e lascio che le mie lacrime nere a causa del mascara gli sporchino la felpa.
"Lo so che è terribile " mi rassicura
"E non pensavo lui fosse così "

Alzo il capo  e lo guardo con gli occhi annebbiati dalle lacrime
"Sono stata una scema totale ad illudermi di poter essere amata, almeno una volta"
"Non dire sciocchezze, Angeles... lo stupido è lui" mi dice passandomi una mano tra i capelli " e se non rischiassi di finire in coma a vita come Schumacher lo prenderei io a schiaffi per te"
Gli sorrido tra le lacrime: "sarebbe la cosa più virile che tu abbia mai fatto "
"E quella volta in cui mi sono messo contro il professor Nasonte?"
Incredibile ma vero, è riuscito ancora una volta a farmi sorridere in un momento terribile.
Non sono felice ma sto sorridendo, meglio di nulla.
"Dai andiamo a casa"

Il viaggio in pullman è sembrato durare un'epopea, nonostante fossero tre fermate scarse. Odio prendere i pullman , sono più da cammino tutta la città pur di tornare a casa. A piramide è salita una coppia che si è limonata tutto il tempo e per poco gliene dicevo quattro. Ma poi è bastato così poco per farmi cedere. All'inizio lo odiavo e poi è cambiato tutto. Ha recitato così bene che sono caduta nella sua rete senza nemmeno accorgermene. Va bene così. Tanto è tutto lavoro inutile, un'occasione sprecata.

Usciti dalla metro ci facciamo un pezzo a piedi ma va bene così . È quasi il crepuscolo e l'aria è tiepida. Adoro la mia città al tramonto, con quei colori accesi che brillano sulle finestre. È come se tutto riprendesse vita.
Quando arriviamo nella mia via , Luca mi prende per mano. Sa quanto dovrò recitare di fronte a mia sorella per non farle capire il mio stato mentale. Proseguo spedita, mentre penso a come gestire questa situazione una volta che Luca sarà a casa e sarò sola.
Come farò a scuola? Mi darò per malata, non riuscirei a seguire nulla e non voglio correre il rischio di vedere Matteo. Lo picchierei come una furia, con tutto il rancore che ho in corpo.
Di fronte al mio portone respiro profondamente.
"Sicura di farcela?"
No, non sono sicura. Ma ci devo riuscire.
"Tranquillo " , rispondo a Luca forzatamente
"La gestisco"
"Sfodera un sorriso e tutto andrà bene" consiglia.
Si è accorto di tutto, come sempre.
"Vale la nostra regola, tu chiami io corro" mi dice col sorriso
"Lo so, tranquillo, starò bene "
Lo guardo incamminarsi verso l'auto e mi sento improvvisamente sola. Ho una voragine nel petto e fatico a respirare, mi sento impotente.
Vorrei piangere ma mi trattengo, mentre salgo le scale. Devo fare una buona impressione a mia sorella o mi riempirà di domande.
Giunta a casa, lancio le chiavi sul comodino dell'ingresso ed il giubbotto sul letto.
"Marika, sono io , abbiamo fatto un gi"
Le parole mi muoiono in gola.
Di fronte a me ci sono mia sorella e Matteo Pessina, in carne ed ossa. Ha l'aria stanca ed i capelli disordinati. Se non sapessi che ha preso il pullman , direi che avesse corso.
Perché è qua?
Mia sorella manco lo sopporta.
Non le avrà mica raccontato tutto quello che è successo, spero!
"Che ci fai qui?" Domando con un tono neutro, per non far capire nulla.
"Son passato a trovarti e Marika mi ha detto che potevo aspettarti qua"
Marika ? Ma cosa dice? Non lo farebbe mai!
È stata proprio lei ad intimarmi qualche sera fa di stare lontana da lui a qualsiasi costo!
Che aum aum.
"Vi lascio soli" dice Marika,alzandosi e togliendo il disturbo, visibilmente imbarazzata.
Ma che sta succedendo?
"Occhio a cosa dici, Matteo" aggiunge prima di scomparire dall'appartamento.
Restiamo soli e l'aria si gela all'improvviso.
Finalmente posso essere me stessa e dirgliene quattro.
"Che le hai detto?" Domando secca
"Nulla, tranquilla "
"Sicuro"
"Mille per mille"
Meglio così !
"Ottimo, sparisci" è la prima cosa che gli dico. Si alza e viene verso me.
"Angeles, qualsiasi cosa abbia sentito..."
"Non ha importanza, Matteo. Non voglio sentirti ancora" dico aprendo la porta di casa " vit a miezz, o t'abbuff 'e paccr"

"Allora fallo , perché io non me ne vado"
"Come?"
"Hai capito bene, io resto. E tu ti siedi e mi ascolti."
Ma stiamo scherzando, cos'è sta pagliacciata?
"E cosa dovrei ascoltare? Altre scemenze? Altre frottole che mi convincano a stare con te ancora?"
"Angeles, ti posso assicurare che qualsiasi cosa tu abbia sentito è falsa"
"A me non pare"
"L'ha fatto per mettere zizzania"
"Sicuramente " rispondo nervosa " ma non mi irrita lei."
Chiudo la porta e torno in casa, sicura che tanto non uscirà.
"Mi fa solo una gran pena, vedere come si sbraccia per farti capire che è persa di te"
Matteo spalanca gli occhi ed il cuore mi si spezza.
"Vedere come si sbraccia per essere notata, pur di avere un'occasione "
"Non è amore, è ossessione , è diverso"
Mi si avvicina e mi allontano. Non voglio e non devo stargli vicino. Quando mi sta accanto tutto cambia, mi manca il fiato ed il cervello si spegne.
" non ho mai detto a nessuna le cose che ho detto a te, Angeles"
"Fammi il piacere"
"Te lo giuro sulla mia famiglia " sbotta di colpo " nessuno che non fosse di casa ci ha mai messo piede"
"Sai cosa mi irrita?" Gli domando senza guardarlo
Forse sto solo gettando l'ira di una vita su di lui?
"Che quello che mi rendeva felice eri tu"
"Angeles, ti prego, ascoltami" mi dice implorante
"Ti sto dicendo la verità "
"Non c'è verità, Matteo" rispondo delusa " c'è solo un'altra illusa da aggiungere alle tue liste."
"Ma quale lista?" Grida di colpo. Ha gli occhi pieni di ira , mi intenerisce quasi.
"Angeles , ascoltami, ti prego" si passa una mano tra i capelli cercando di calmarsi.
"Chissà quante ne hai portate qua" chiedo sarcastica.
Non mi risponde e mi guarda come se fosse deluso dal fatto che non gli creda. Ma come potrei  dopo quello che ho sentito?
"Non sono il ragazzo perfetto, hai pienamente ragione " mi dice, venendomi incontro
"Ma posso cercare di essere perfetto per te",d'ora in poi "
Cosa?
Deglutisco nervosamente e respiro a fatica. Ma cosa mi succede? Eppure un attimo fa ero convinta delle mie affermazioni.
E allora perché ho un sorriso stampato sul viso che non accenna ad andarsene via?
"Non sto dicendo che sarà una passeggiata sempre perché sono scemo. Ma fammi provare"
"Matteo, cosa dici?"
"Sono io ora che mi sbraccio per essere visto"
Avvicina il viso al mio ed il mio cervello inizia lentamente a dare i primi segnali di cedimento.
Dai, batti un colpo se ci sei! Non bisogna arrendersi ora.
" ho più paura di te"
Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e vorrei solo abbracciarlo. Un cuore mi può mancare così tanto. Abbiamo un cuore in due.
Devo sistemare questa situazione.
O ora o mai più.
Alzo una mano e la scaglio, senza nemmeno pensarci sulla sua guancia destra, con uno schiaffo che segna il silenzio.
Mi copro la bocca e trattengo il respiro un po', mentre faccio un passo all'indietro.
Lui, ancora voltato, cerca di connettere.
Ma cosa hai fatto?
"Mi dispiace" dico , sfiorandogli la guancia, senza nemmeno preoccuparmi di quale potrebbe essere la sua reazione.
"Ma di cosa? Me ne meriterei altri mille" mi risponde sorridendomi
"Non tentarmi" gli dico, incapace di restare seria, davanti alla sua bellezza.
"Amo tentarti, in realtà " si avvicina al mio viso e il pericolo si accende ancora nella mia testa ma rimango dove sono, senza motivo.
"Lasciami provare"
"A tentare?" Chiedo divertita
"Ad innamorarmi "
"Ti fa così paura?"
Non risponde , se non con un cenno , poi si avvicina più pericolosamente a me.
"Lasciami provare" dice lento , prima di avventarsi sulle mie labbra, in un bacio dolcissimo per i suoi standard. Mi prende il capo tra le mani delicatamente come se avesse paura che io scappi. Ma dove poi, che ha gli occhi con dentro il paradiso?
La sua mano sinistra finisce sulla mia schiena e l'altra tra i capelli. Perdo il contatto con la realtà e gli lego le braccia attorno al collo , stringendolo di più a me.
Che succede?
Veramente ci stiamo baciando?
Ancora?
Ma come sono passata da un ti abbuffo di paccheri ad un non andare mai via da me
"Ti amo" sussurra al mio orecchio.
Tutto ciò mi tranquillizza ma accende un brivido dentro me che anima i fuochi dell'inferno..

Count on meWhere stories live. Discover now