Capitolo 27 Sfide e Aspirazioni parte 1

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Leyla Macchiarolo Jackson

Ero a casa da diverse ore con i miei tre figli, impegnata a discutere di ogni argomento possibile mentre cercavamo di sistemare le cose nella nostra vasta casa di vacanza, che occupavamo dal momento in cui Samantha aveva iniziato gli studi a Tuskegee.

"E poi, non ci ha messo molto a fare amicizia," replicai dopo alcune riflessioni positive dei fratelli di Samantha, seguite dalle poche volte in cui ero riuscita a parlare direttamente con lei al telefono.

"Mamma, a cosa ti aspettavi da una che ama socializzare?" Chiese ironicamente Jason, intento a gustare il suo club sandwich mentre studiava lo spagnolo.

"Tranne se quella persona è la sua cotta," ribatté Clara.

"Assolutamente niente. Anzi, è proprio quello che speravo da parte sua, e tu, Clara, faresti meglio a smetterla con questa storia," replicai sedendomi di fronte a mio figlio.

"Ma è vero, mamma," disse Clara, mandando giù un boccone d'insalata russa.

"Buongiorno a tutti quelli che sono qui presenti e che amo tantissimo," disse mio marito rientrando dalla Tuskegee High School.

"Buongiorno, babbo," risposero i suoi figli all'unisono.

Da quando la scuola era iniziata, si recava più volte a settimana alla scuola di sua figlia per dirigere il primo spettacolo della sessione 1957-1958, basato su una delle opere teatrali di William Shakespeare, 'Romeo e Giulietta'. Senza dimenticare le numerose altre materie che doveva affrontare in quella scuola.

Una volta sedutosi a tavola, dopo essersi liberato degli abiti della giornata, ci raccontò la sua giornata e come i ragazzi avevano reagito alla sua presenza nella scuola, nonché il fatto che avevano bisogno del suo aiuto per il loro primo vero spettacolo dell'anno.

Nell'intonazione della sua voce, tuttavia, potevo percepire un dispiacere che si stava lentamente insinuando riguardo a sua figlia Samantha, nonostante cercasse di nasconderlo. Quindi, aspettai che Clara e i suoi fratelli se ne andassero prima di porre la mia domanda, e così fu.

"Cosa ti preoccupa così tanto?"

"Samantha... In effetti, non è completamente soddisfatta della sua media generale questa settimana," mi rispose, evitando lo sguardo.

"Prima che tu me lo chieda, ha una B- come media generale, e sai quanto io possa essere esigente con tutti loro su questo," replicò, guardandomi dritta negli occhi.

"Amore, è solo la prima settimana, e già le chiedi troppo..." Gli feci notare.

"Cara, come le sto chiedendo troppo? Stai scherzando, spero?" Mi incalzò.

"No, sono seria... È solo l'inizio, e la media che ha è già un bene..." Dissi, accarezzandogli la spalla.

"Voglio semplicemente che abbia un A+ come media generale, tutto qui," mi incalzò.

"Una B- non è già male," replicai, prendendo le difese di mia figlia.

"Vedrai che a breve ridiventerà la Samantha che abbiamo sempre conosciuto. Lasciamole il tempo di ambientarsi un po' di più, va bene?" Dissi cercando di rassicurarlo il più possibile.

"Sono consapevole che questa sia la prima settimana, ma non posso tollerare una B- come media," insisté.

"È meglio avere una B- che una F come media generale, e poi c'è di peggio nella vita, amore. Poi ti ricordo che rispetto alla prima nota che ha avuto, è salita parecchio, e non è facile, lo sai," insistetti cercando io stessa di calmarmi in tutta questa storia.

"Va bene se lo dici tu," mi rispose, sussurrando appena e aiutandomi a sparecchiare il tavolo, o almeno quello che rimaneva.

"Ma sappi che non la lascerò per vinta," disse infine abbracciandomi appena.

Jonathan e io volevamo il meglio per i nostri figli su tutto, in tutto e per tutto. Io, a differenza di mio marito, non obbligavo i nostri figli a ottenere il massimo dei voti fin da subito, li lasciavo prendere il loro ritmo e organizzarsi come volevano, mentre il loro padre era tutto l'opposto: voleva tutto subito, cosa quasi impossibile per tutti.

Dopo vari altri discorsi con il padre dei miei figli, iniziai a organizzare tutti gli eventi a venire, tra cui la festa del Ringraziamento, che si sarebbe tenuta presto. Quell'anno, sarebbe stata la nostra famiglia a ospitare, e tutto doveva essere perfetto affinché tutti potessero trovare il loro posto. Su questo, potevo contare su tutti i miei figli e anche su mio marito, così come su tutti gli invitati di quel quarto giovedì del mese di novembre.

Come avrete sicuramente capito, mi chiamo Leyla Cavallaro De Santos Macchiarolo, sono nata in Italia, più precisamente nella capitale, il 25 dicembre 1925, e sono sposata con un produttore cinematografico, sceneggiatore e produttore artistico Jonathan Jackson, con cui ho avuto quattro bellissimi figli.

Sono la madre di Samantha Jackson, che avete conosciuto all'inizio, e tranquilli, non vi romperò le scatole con una lunghissima presentazione, sapendo che mia figlia vi ha parlato velocemente di me.

Sono un'organizzatrice di eventi e agente artistico da quando ho sedici anni, ed è proprio alla fine degli anni Trenta che ho conosciuto quello che sarebbe diventato il mio futuro marito e padre dei miei figli. Le nostre due prime figlie, Sara e Clara, sono due gemelle e le abbiamo avute il 30 gennaio 1941, per poi avere Samantha nel gennaio dell'anno successivo, e infine Jason nel marzo del 1943. Quasi tutti loro hanno seguito le nostre orme nel mondo del lavoro, e mi fa abbastanza piacere. 

I'm Falling In Love With YouWhere stories live. Discover now