Capitolo 1 La fine delle vacanze

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Tutti coloro con un asterisco accanto ai nomi rappresentano i prestanomi che ho presentato nelle foto, almeno in parte, in precedenza. Anche i nuovi prestanomi menzionati nella storia avranno anch'essi questo simbolo (*) di identificazione.

Nel corso di questo capitolo, emergono riferimenti alla segregazione razziale e, in particolare, viene sottolineata la tragica morte di Emmett Till avvenuta nel 1955 e il famoso boicottaggio degli autobus a Montgomery avvenuto nello stesso anno, senza dimenticare tutte le manifestazioni, seppur in modo abbastanza lieve.

Lionel Richie Jr. *

#Casa di John & Julia Foster, Tuskegee Alabama, ore 6:00 del mattino.

Era settembre. L'anno 1957 ci sorrideva da poco e le aule scolastiche avevano appena aperto le porte a un nuovo ciclo. Mi sentivo particolarmente agitato, tanto da decidere di anticipare la mia sveglia di parecchie ore. Questa mossa era decisamente fuori dalla mia consueta routine. Già si mormorava nell'aria che la Tuskegee High School avrebbe accolto un folto gruppo di giovani celebrità, molti dei quali figli di volti noti, tra cui due dei miei zii e una cugina.

Nella tranquillità della mia camera, mentre mi preparavo, il fruscio della TV mi faceva da sottofondo, creando un'atmosfera familiare. Fu allora che mio padre, poco dopo che mi ero alzato dal letto, venne a bussare alla porta.

"Ciao figliolo, come va?" Mi domandò lui, entrando appena nella stanza. Era insolito da parte sua venire nella mia camera e preoccuparsi del mio stato. Lo guardai per un attimo dalla porta del bagno semiaperta, prima di poter rispondere.

"Sto bene, grazie, e tu?" Gli dissi appena uscito da dove stavo, mentre cominciavo a sistemare gli ultimi oggetti scolastici nello zaino.

"Fantastico... Sei pronto per il ritorno a scuola?" Mi chiese, rimanendo sulla soglia della portafinestra che aveva appena aperto.

"No papà. Se dipendesse da me, starei a casa per qualche giorno, come ben sai." Risposi in modo disinvolto, continuando a sistemare le cose. Mi aspettavo una predica da parte sua e non tardò ad arrivare.

"Prima cosa, dovresti rispondermi con più rispetto signorino. Seconda cosa, sia tuo nonno John Ignazio che io siamo dell'idea che dovresti andare..." Disse lui.

"Che tu sia d'accordo o meno." Ribattei all'unisono con mio padre.

"Lo so, papà. Spero solo che questo anno vada meglio rispetto a due anni fa." Dissi a me stesso, riferendomi a molte situazioni.

"So che trovi la scuola noiosa da due anni e che preferiresti studiare da casa, senza contare la segregazione ancora in corso." Continuò lui, scrutandomi da capo a piedi come se mi stesse esaminando.

"Ma farò del mio meglio per renderti le cose più semplici in questi prossimi tre anni scolastici e oltre." Disse, ricomponendosi e sospirando appena.

"Non posso garantire che sarà facile, ma ci proverò." Affermò e io mi sentii scrutato come se niente fosse. Non avevo il coraggio di dirgli quello che realmente pensavo di tutta quella sua protezione nei miei confronti.

"E, per favore, anche se sono tuo padre, a scuola sono solo un insegnante." Mi ammonì. Questa volta fui io a sospirare e l'ultima cosa che desideravo era che non fosse uno dei miei professori.

"E un'ultima cosa... tua cugina Elena Boucher Foster e Eddie Murphy sono arrivati da New York ieri." Mi informò, prima di lasciare la mia stanza e mandare qualcuno a darmi una mano con i bagagli.

"Grazie per l'informazione, papà." Risposi, lasciandolo andare e rituffandomi subito nei miei pensieri più remoti.

Non ero preparato ad affrontare Elena Boucher. Erano passati solo sei mesi da quando ci eravamo visti per l'ultima volta sul set di una serie latina, e non ero sicuro di come reagire. La giornata non poteva iniziare peggio.

I'm Falling In Love With YouWhere stories live. Discover now