Ancora sul dopo.

31 14 6
                                    

Poi lo guarda. Si sveglia dal suo sogno ad occhi aperti.

Davvero starebbe meglio con lui? Neanche lo conosce. Sa solo che fa lo scrittore, che ci sa fare con le parole, che sembra capirla, che sembra capire soprattutto i suoi silenzi. E sa che bacia bene. E fa bene anche qualcos'altro. Ma questo basta?

Davvero andare via la farebbe stare meglio?
La vita con Carlo, quella che ora immagina perfetta, non rischierebbe, con il passare del tempo, di diventare anch'essa routine?

Le torna in mente "L'ultimo bacio".
Carlo la tradisce Giulia, un tradimento figlio della paura di diventare padre.

Figlio della paura di crescere, di veder finire un tempo della tua vita, quello delle stronzate, degli amici, delle sbornie, delle partite a calcetto.
Un tempo che finisce per lasciare il suo posto ad un altro tempo, fatto di responsabilità, e decisioni da prendere, e conti da far quadrare, e figli da crescere, e amore da coltivare, giorno dopo giorno.

E Giulia lo perdona alla fine, Carlo, e Carlo si rende conto che è nell'ordinario che si nasconde lo straordinario, proprio come le aveva detto prima il Carlo che adesso è accanto a lei.

Pensa ad Andrea, Giulia.

Pensa a tutto quello che hanno costruito, che stanno costruendo, a quanta fatica hanno fatto per trovarsi, e poi capirsi, e poi sostenersi, e poi continuare ad amarsi giorno dopo giorno.

Pensa a come si sente felice quando lui le sorride dal nulla. Pensa a quando lui la abbraccia, a quando lui prepara la cena, a quando lui prova a fare ordine in casa, e non ne è capace, ma ci prova.

Provarci.

Pensa al suo lavoro. Che non le piace, questo è vero, ma le ha permesso nel tempo di diventare indipendente. Le ha permesso di poter andare via di casa, di togliersi qualche sfizio -come si dice, le ha permesso di vedere il mondo.
Una piccola parte, ovvio, ma ha potuto farlo.

E potrà farlo ancora, se vorrà.

Il suo lavoro le ha permesso di avere una sorta di sicurezza, in questo mondo dove tutto è precario e instabile.

Pensa al suo bambino.

Al bene che gli vuole, un bene che non si può descrivere.

Pensa a come preferirebbe stare male lei dieci, cento, mille volte, piuttosto che far soffrire lui.

Pensa a Davide che crescerà, circondato dall'affetto dei suoi genitori, come dovrebbe essere per ogni bambino.
E si vede guardarlo crescere, diventare adolescente prima e adulto poi, e spera, e vuole, con tutta se stessa, essergli accanto.

È vero che diventare genitori ci fa cambiare prospettiva. È vero che quando diventi genitore sei pronto a mettere il tuo benessere, la tua felicità, al secondo posto.

E forse allora il segreto è trovare sempre una piccola cosa, ogni giorno una cosa piccola, che sappia farti emozionare.
Nel lavoro, con Andrea, con i suoi amici, con Davide, nella sua vita.

Può un bacio, e quello che viene dopo un bacio, farti pensare a tutto questo?

Storia di straordinaria normalità.Where stories live. Discover now