Su un bacio.

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Carlo, che è bravo a dare un nome alle cose, e alle cose che accadono alle persone, sembra percepire ciò che Giulia non esprimerebbe mai a voce alta.
Sente che si sta creando una certa elettricità tra loro, anche se si conoscono da neanche un'ora e non sanno assolutamente niente l'uno dell'altra.

Si dice che sia più facile aprirsi con uno sconosciuto; sarà possibile davvero questa cosa?
È possibile davvero sentirsi così a proprio agio con qualcuno che non conosci?

Carlo, che ha fatto della loquacità l'arma per mascherare tutta l'insicurezza che ha dentro, si aprirebbe anche in realtà.
Ma non può essere certo che Giulia voglia ascoltarlo, anche se ha capito che adesso è più bendisposta verso di lui di quanto non lo fosse mezz'ora prima.

È strana, questa Giulia.
Parla pochissimo, sembra aver paura di disturbare, eppure in quelle poche cose che mi ha detto ci ho letto dentro tante verità.

Vedo una persona semplice, ma al tempo stesso complicata. Vedo una persona taciturna, che preferisce stare in silenzio ad ascoltare, ma so anche che avrebbe tanto da dire.
Vedo la sua insoddisfazione, e vedo la sua paura di cambiare.
Vedo la sua paura di provarci, il suo rimanere immobile per paura di deludere sé stessa, o forse qualcun' altro.
Vedo una persona che mette al primo posto gli altri, quando invece la prima della fila dovrebbe essere lei.

Sono ancora seduti vicini, nessuno dei due si muove; fingono indifferenza ma sono all'erta, pronti a cogliere qualsiasi segnale che l'altro decida di lanciare.

E Carlo, dopo un tempo interminabile che potrebbe essere un minuto, o un giorno intero, decide di provarci.

Complice quell'atmosfera strana che si è creata, complice il mare, complice questo tramonto che sta finendo. Complice un po' tutto.

Si avvicina un po' di più.
Forse si sta avvicinando un po' troppo, pensa Giulia, ma non glielo dice.
Non lo allontana. Lui le sfiora il collo con il naso; poi la guarda, e le sue labbra trovano quelle di lei.

Bacio lento, bacio che parte timoroso, bacio che non sai dove porterà, ma è così per ogni bacio alla fine, bacio che odora di salsedine e tramonto. Bacio che sa di cose vere, bacio autentico, bacio che profuma di rivincita, di scelte non fatte e di cose non vissute.

Bacio che dice mi lascio andare, questa volta cascasse il mondo mi lascio andare, e poi quello che deve succedere succederà, bacio che sa di finestre rotte e muffa, bacio che chissà se le sta piacendo.

Bacio per ricominciare, bacio per iniziare in un'altra maniera, diversa questa volta, bacio che non è scontato come i tanti che ha dato Carlo, bacio dato per davvero, perché stavolta lo voglio cazzo.

E adesso?
La mente di Giulia è già partita in quinta, mentre Carlo la sta baciando.

Che faccio adesso? Chi è questo? Però bacia bene. Mi piace. Oddio, ma che sono impazzita? E così è questo il sapore che hanno le cose autentiche? È così che ci si sente quando almeno per un attimo ce la fai a lasciarti andare?

- Sì però, visto che bacia bene, o almeno così mi è sembrato di capire, potresti staccarlo quel cervello, almeno per questi due-tre-cinque-dieci minuti -quanto dura un bacio?
Potresti staccarlo il cervello, dicevo, visto che mi sembra di intuire che la situazione venutasi a creare non ti stia dispiacendo. Staccalo questo cervello, e goditi 'sto bacio, che a me sto Carlo mi sa proprio belloccio. -

Giulia sorride tra sé. Quella è la voce della sua amica Margherita, che la viene sempre a trovare nei momenti meno opportuni. O nei momenti più giusti, dipende dai punti di vista.

Nota autrice e/o me stessa;
Chiedo scusa se a livello di virgolette nei dialoghi la storia dovesse risultare non perfetta, l'editing non è il mio forte, né lo è il modo di scrivere i dialoghi 😅

Storia di straordinaria normalità.Where stories live. Discover now