Capitolo 29

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Dire che i giorni successivi sono stati una lenta e desolata passeggiata nel Tartaro, è riduttivo.
Più di una volta ho sentito come se avessi il petto lacerato, come se il cuore fosse fuoriuscito dalla gabbia toracica, lasciandomi completamente vuota, con un senso di abbandono a cercare di riempirmi.
Mi sono ripetuta che dovevo andare avanti, che la vita sarebbe proseguita comunque, nonostante tutto, ma è stata un'immensa cazzata...
Derek ha veramente preferito cadere nella trappola del padre, piuttosto che darmi ascolto.

Non ha sentito scuse, e al posto di parlarne, discuterne, e cercare di carpire tutti i miei avvertimenti, ha scelto di mollarmi, di stroncare una relazione, che a quanto pare, era importante solo per la sottoscritta.
Del resto se una persona non batte ciglio mentre ti molla, e non ci impiega che pochi secondi, non è mai stata una cosa seria, come io temevo dall'inizio.
Ai tempi, mi ero ripetuta che una relazione nata tra le lenzuola, non aveva futuro, ma Derek è stato capace di ammaliarmi, di farmi credere che era veramente preso...
Stupida che sono stata, ho abbassato la guardia, e alla fine quella che si è bruciata sono stata io.
Neanche a dirlo, ho cercato di non dare a vedere quanto fossi spezzata dentro.
I giorni sono passati e ho continuato ad andare a lavoro, con il sorriso, nonostante tutti mi guardassero, come pronti a vedermi crollare, ma cavolo, non avrei dato la soddisfazione al duo Hunt.
Ho deciso che non per questo, avrei rinunciato ad un lavoro che mi piace e per cui sono portata, e con un po' di fortuna, non avrei mai incrociato Derek tra quei corridoi.
Ovviamente così non è stato, dato che come volevasi dimostrare, come la legge di Murphy insegna, più non vuoi vedere una persona, più quella si paleserà davanti a te.
L'ho incrociato quasi ogni giorno, che scherzava con dei capi reparto, e quando notava la mia presenza, faceva semplicemente finta di niente, spostando lo sguardo altrove, come se io non esistessi, ma a testa alta io gli passavo accanto e andavo oltre.
Non credevo fosse quel genere di persona, che una volta che tronca una relazione, si comporta come se tu fossi praticamente morta, anzi... a dirla tutta non credevo fosse un uomo così scemo e incapace di intendere e di volere, tanto da essere raggirato come un calzino dal padre, nonostante sappia che tipo di persona è sangue del suo sangue, ma adesso, per volontà sua, non è più un mio problema.
Sono ferita, provo un dolore che non credo si possa nemmeno descrivere a parole, ma oltre tutto questo strato di dolore, c'è anche una profonda delusione, una delusione verso una persona verso cui io provavo una fiducia smisurata, credevo in lui, credevo nella persona che mi aveva mostrato più di una volta, ma cavolo se fa male scoprire che era solo una maschera, un costume che si era cucito alla perfezione addosso.
Credo che il colpo di grazia l'abbia avuto ieri sera, quando facendo zapping, con Mia e Jas che cercavano inutilmente di costringermi ad alzare il sedere e andare al cinema, tanto per staccare un attimo, e uscire di casa, ho visto l'ultima cosa che avrei mai immaginato, una notizia dell'ultima ora, appena annunciata alla stampa, che era tutta riunita attorno a due persone, per meglio dire un uomo e una donna, lui vestito con lo smoking e i capelli un po' spettinati, sorridente e un po' imbarazzato, lei capelli biondo chiaro legati in un'acconciatura elegante e un corpo mozzafiato, raggiante e sicura di sé davanti a così tante telecamere, come se fosse abituata ad essere al centro dell'attenzione, dichiarare di essere fidanzati ufficialmente da ormai un anno...
Neanche ve lo dico chi fosse lui, arrivateci...
Non ho ancora pianto, le lacrime non ne vogliono sapere di uscire, e così eccomi qui a tenere tutto dentro, mentre lui sorride, è felice e sembra non avere neanche un minimo pensiero negativo a tormentarlo.
Fanculo lui, fanculo il padre e fanculo tutto questo schifo !!!
Non mi merito tutto questo !!!
Tiro un urlo che fa volare via qualche uccello che si era appollaiato su dei rami poco distante da dove mi trovo io, sulla panchina di un parco.
Ripensandoci non so neanche come ci sia arrivata qui, né tanto meno da quanto sia seduta a fissare un laghetto pieno di anatre e papere, che giocano nell'acqua.
Forse le mie gambe mi hanno portato da sole, d'altronde non avrei sopportato un'altra giornata con le mie coinquiline che mi fissavano con quello sguardo di compassione, facendo di tutto per cercare di tirarmi su di morale.
Per non parlare dei miei genitori...
Ovviamente quella notizia alla tv non ha impiegato molto ad arrivare anche agli occhi e alle orecchie della famiglia Clark, e tempo due secondi netti dopo, mi sono ritrovata il cellulare che tra un po' esplodeva tra messaggi e chiamate a raffica da tutti quanti.
È stato straziante spiegare loro che ci siamo lasciati, e nonostante tutto ho dato una risposta vaga del perché sia finita tra noi, con un nodo in gola che parola dopo parola stava diventando sempre più grande, quasi da impedirmi di deglutire.
Ho dovuto fare i salti mortali dall'impedire ai miei fratelli di prendere il primo volo disponibile e venire a prendere a pugni Derek, perché primo non si bevevano la mezza spiegazione che avevo dato, ossia che volevamo prendere strade diverse, e soprattutto non sopportavano che Derek si fosse già consolato con la prima sgualdrina che aveva trovato, mentre la loro sorella non stava ancora bene
"Lo sento dalla tua voce che non stai bene sorellina, e non dire stronzate del tipo, l'ho superata, perché ti conosco e tu non stai bene" queste le parole di Mike mentre in sottofondo Joe stava tirando fuori il suo vocabolario di insulti.
Non so nemmeno come farò quando fra una settimana andrò a trovarli come ho promesso loro, non voglio che mi guardino come fanno Mia e Jas, non potrei sopportare di essere osservata come un uccellino con un ala spezzata, che non sarà mai più in grado di volare...

Girl on fireWhere stories live. Discover now