Capitolo 27

2.8K 117 10
                                    

Non credo di avere mai visto Derek in questo stato...
I minuti che sono seguiti alla notizia dell'infarto di suo padre, l'ho visto diventare sempre più pallido, e ammutolirsi fino a diventare quasi una statua di sale.

Jas e Mia hanno subito capito che era successo qualcosa, e senza aspettare un secondo di più, ci hanno quasi cacciato di casa, per andare in ospedale.
Neanche a dirlo, ho dovuto guidare io la macchina di Derek, perché dire che non riusciva quasi a camminare non rende minimamente l'idea.
Ammetto che la sua reazione mi ha destabilizzato, ma prendendo il controllo della situazione, l'ho preso per mano e condotto dalla parte del passeggero, e premendo sull'acceleratore, probabilmente ho preso qualche multa per eccesso di velocità e credo anche per essere passata con il semaforo rosso, ma in questo momento credo proprio che le regole della strada non contino poi molto, ci penserò dopo a pagargli la valanga di multe che arriveranno.
Stranamente la fortuna ci ha sorriso, dato che non abbiamo incontrato traffico lungo il tragitto e in meno di dieci minuti siamo arrivati.
Derek non ha spiccicato parola e ha fissato davanti a sé con sguardo vuoto per tutto il tempo.
Tirandolo per una mano, lo trascino alla reception dove mi faccio dire dove sia ricoverato suo padre e come raggiungerlo, e l'infermiera vedendo la faccia quasi da ameba di Derek non ci mette molto a capire che non abbiamo tempo da perdere.
Appena arrivati davanti alla porta della stanza, ovviamente camera VVIP tengo a sottolineare, Derek rimane fermo impalato, così alzando gli occhi al cielo, lo scanso, non ho più la pazienza di aspettare che il suo cervello si decida ad agire.
In un attimo apro quella dannata porta, piombando in una stanza che non ha niente a che fare con un ospedale, sembra più una camera da hotel di lusso, di quelli che vedi nei programmi tv, che credo proprio costi più del nostro intero appartamento, per intenderci.
Il mio sguardo è subito attirano però, dalla persona che giace priva di sensi, con una mascherina sulla bocca, su un letto enorme, mentre l'unico rumore della stanza è il bip costante proveniente dai macchinari accanto a lui.
Di fianco a lui è seduto un ragazzo, credo abbia la nostra stessa età più o meno, vestito di tutto punto, capelli di un biondo chiaro, il viso cesellato e appuntito quasi sugli zigomi, gli danno l'aria di cattivo ragazzo.
Appena ci vede scatta in piedi talmente in fredda, da far stridere la poltroncina su cui sedeva poco prima e farmi sussultare
- Ce ne hai messo di tempo - dice rivolto a Derek, e vedo il diretto interessato come rianimarsi, ed era anche ora che cavolo !
- Come sta ? - domanda in tono piatto, spostando lo sguardo verso l'uomo potente che è adagiato sul letto con gli occhi chiusi.
Vedere il Signor Hunt, in queste condizioni, mi dà quasi l'impressione di avere a che fare con una persona comune come tutti noi, non con uno degli uomini più potenti ed influenti di Los Angeles.
Vedo il ragazzo sospirare, alzando le spalle, infilandosi le mani in tasca, prima di rispondere
- Credo che neanche il Diavolo in persona lo voglia con sé, almeno non per adesso, è fuori pericolo, lo hanno imbottito di farmaci, dormirà per le prossime ore - annuisce Derek, avvicinandosi piano, come se temesse che il Signor Hunt potesse saltare in aria e fargli "Bu" da un momento all'altro...
- E tu Oliver che ci fai qui ? - domanda di nuovo spostando ora lo sguardo verso il ragazzo che almeno adesso so come si chiami...
- Eravamo a cena insieme, stavamo mangiando e poi si è toccato il petto ed è caduto per terra svenuto - da come irrigidisce le spalle Derek, credo non sia stato pronto a sapere come il padre si sia sentito male, ma subito si rilassa credo non volendo farlo sapere a Oliver, che nel frattempo inclinando la testa, guarda nella mia direzione
- Tu sei la famosa Kristal, dico bene ? Ho sentito molto parlare di te - al sentirlo alzo un sopracciglio, immaginando già cosa possa essere uscito dalla bocca velenosa del mio capo, sul mio conto
- Lei tienila fuori, non c'entra niente - risponde in cagnesco Derek lasciandomi destabilizzata, ma da come Oliver mette il broncio e mi fa un occhiolino, non credo proprio voglia seguire la richiesta di quest'ultimo
- Oh cugino cugino, ancora non hai imparato che tutti centrano e non possono essere lasciati in pace, quando si tratta di Jackson Hunt ? Comunque sia il mio dovere di nipote l'ho fatto, adesso vado a divertirmi con qualche bella moretta, ci si vede - dice per poi scoccarmi una strana occhiata, che non riesco bene a decifrare, sparendo dalla stanza
- Di tutti i miei cugini, è sicuramente quello che lascerei qualche minuto in più in una casa in fiamme... - si lascia sfuggire Derek, mentre piano si va a sedere dove prima era Oliver, e appena lo fa, vedo come il peso di quanto è appena successo, cadergli sulle spalle, abbattendolo, non appena alza lo sguardo verso il letto
- Sai ? Nonostante i battibecchi, nonostante le arrabbiature e le litigate perenni, ho sempre pensato che mio padre fosse invincibile, che nessuna malattia osasse avvicinarsi per paura di essere divorata da lui - mi avvicino piano, poggiandogli una mano sulla spalla, cercando di supportarlo come meglio posso
- Adesso la verità mi è stata schiaffata in faccia, anche lui è un essere umano fatto di carne ed ossa, non un robot... -
- È un essere umano, anche se a volte cerca di non darlo a vedere - gli rispondo facendolo ridere leggermente
- Hai ragione, è veramente una spina nel fianco, ma da quando mia madre ci ha lasciato, ho sempre pensato che lui in un modo o nell'altro ci sarebbe sempre stato, anche solo per farci una litigata contro - rimango un attimo paralizzata, Derek non mi aveva mai detto che sua madre non ci fosse più.
Non ne parlava mai, ma non credevo che...
Credo percependo qualcosa, Derek si volta verso di me, e sospirando annuisce
- Mia madre è morta quando avevo tredici anni, poco dopo che mio padre mi aveva spedito nell'ennesima scuola d'élite... non ho potuto dirle addio, incidente d'auto, è morta sul colpo... - cazzo... perdonate il francesismo, ma non me lo aspettavo... e ne parla con un tono leggero, quasi come se fosse qualcun'altra non la donna che l'ha messo al mondo...
- So che sembro freddo quando parlo di lei, e non dirmi che non è quello che stai pensando, perché ti conosco, e so cosa frulla in quella testa, prima che tu apra bocca - subito serro le labbra, aspettando che continui a parlare
- Se con mio padre ho sempre avuto un rapporto piuttosto burrascoso, con mia madre era anche peggio, ha sempre voltato lo sguardo dall'altra parte, non si è mai opposta ad una sola decisione che mio padre prendeva sul mio conto, è morta pensando che la odiassi, e forse un po' era così - oddio... forse ho capito il problema qui...
Nonostante il loro passato Derek voleva bene a sua madre, e come potrebbe essere d'altronde, e credo che non le abbia fatto capire quanto tenesse a lei, finché non è stato troppo tardi.
Derek temeva che potesse essere così anche con suo padre...
- Derek, tuo padre è ancora qui, vivo e vegeto - annuisce sospirando pesantemente
- Lo so Kristal, ma c'è andato vicino, tremendamente vicino - posso capire cosa stia frullando nella testa di quest'uomo...
- Mentre venivamo qui, mi sono passate davanti agli occhi le più varie scene di cosa avremmo trovato, una peggiore di quella precedente - si lascia sfuggire, poggiando la testa sul mio ventre, continuando a fissare suo padre
- Ma non si sono avverate è questo l'importante - lo sento tirare un profondo sospiro, prima di riprendere a parlare
- Ho temuto di perderlo Kri, ho temuto di non sentirlo più imprecare contro di me, di non vederlo più con le sue orbite di fuori quando è arrabbiato e quasi gli esce il fumo dalle orecchie, con la vena del collo che pensa e minaccia quasi di esplodere da un momento all'altro - la sua voce spezzata mi fa stringere il cuore
- Derek non è troppo tardi se vuoi riappacificarti con tuo padre, un modo lo troverai - solleva lo sguardo verso di me e annuisce
- Hai ragione, come sempre del resto... - gli faccio un leggero sorriso per rassicurarlo.
Stai a vedere che un attacco del cuore, abbia portato qualche cosa positiva, nel rapporto tra questi due uomini cocciuti come pochi.
Spero che da adesso in poi ci saranno solo progressi tra di loro, Derek si merita di essere amato e spero che suo padre, allenti un po' la presa su di lui e lo lasci finalmente libero di fare le sue scelte.






I giorni successivi sono stati una routine che si ripeteva all'infinito, al lavoro c'era un'aria talmente pesante che neanche Alex ha osato fare una battuta per tutto il tempo ed eravamo tutti chini a lavorare, senza nemmeno alzare la testa a guardare cosa stessero facendo gli altri, come se anche solo sprecare due secondi fosse un torto verso il Signor Hunt.
Ho incrociato alcune volte Connor tra i corridoi mentre andavo a vedere qualche prodotto o perché dovevo fare qualche ricerca, e dire che era sciupato era dire poco...
Finito di lavorare, ho accompagnato ogni singolo giorno Derek dal padre, mentre lui ha preso delle ferie per stargli accanto il più possibile, mentre si rimetteva in sesto, anche se il diretto interessato ha detto che lo trattava come se già avesse un piede nella fossa, "è stato solo un infarto, non c'è bisogno di tutta questa preoccupazione", queste sono state le sue esatte parole, seguite da "se hai così tanto tempo libero, dovresti imparare a vestirti come un uomo, non più come un ragazzino in piena crisi adolescenziale" a dimostrazione del fatto, che si stava riprendendo molto in fretta, ed era pronto di nuovo ad affrontare il mondo a viso aperto.

Girl on fireWhere stories live. Discover now