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Mi rigiro di continuo nella sedie dietro la scrivania con i pensieri che mi fanno scoppiare il cervello. Sono cosi tanti che non riesco più a leggere neanche un altro manuale in più. Ho mal di testa e sono sfinita, ma amo cosi tanto il mio lavoro che non ne posso fare a meno. Tra i miei mille pensieri mi passa Cameron, con quelle sue ultime parole che mi fanno fare i salti di gioia al mio cuore al pensiero di poter sperare, anche solo poco, che lui si ricordi tutto.

"Jennifer, ti scongiuro portami un caffè lunghissimo" sbuffo rassegnata dietro la cornetta del telefono " E non ridere" continuo imbronciata, con la consapevolezza che lei in questo momento non mi può vedere.

" Tesoro arrivo subito" afferma felice " E per tua informazione non stavo sorridendo a te ma a Cameron che sta facendo il donnaiolo con tutte alla macchinetta del caffè" scoppia a ridere. Subito la mia pesantezza all'altezza del petto si fa sentire pienamente.

" Non mi fa proprio ridere" sbotto incazzata " E' proprio un coglione" e perchè mi sto arrabbiando con la mia amica? prima che me ne accorga ho già chiuso la chiamata e mi sono alzata dalla sedia varcando finalmente la porta di ingresso.

Percorro il corridoio sicura di me, con i tacchi che ad ogni passo, cingolano nel pavimento lucido. Vedo Cameron in lontananza : un braccio steso sulla macchinetta del caffè e l'altra appoggiata sulla spalla di Gisel, che sta ondeggiando i suoi capelli lisci neri. Faccio un finto coato di vomito nel momento stesso in cui i suoi occhi si incrociano con i miei.Vorrei sempre dirgli qualcosa di brutto, ma appena mi guarda smorzo completamente la mia sicurezza. E' sempre stato cosi, io che ho occhi solo per lui e lui che ha occhi per tutte. Chiudo gli occhi e faccio sei sospiri profondi lentamente e silenziosamente. Sorrido ad Kevin che con aria sicura si fa strada tra la folla. E ragazzi potete dirmi tutto ma in casa Dallas, il fascino si fa proprio ammirare!

" Ma quanto ti pavoneggi?" affermo scoppiando a ridere quando mi ci ritrovo davanti.

" Si è visto cosi tanto?" afferma toccandosi l'accento di barba " Oddio sembravo un modello almeno?" continua indicandosi dall'altro verso il basso. Con la coda dell'occhio vedo Cameron che ci fissa senza togliere nemmeno per un secondo gli occhi verso di noi.

" Effettivamente" guardo Cameron da lontano e mi avvicino verso l'orecchio di Kevin " Sembravi proprio un modello" dico con voce bassa guardando ancora Cameron. Mi allontano facendolo ridere e noto che Cameron si sta letteralmente uccidendo le mani fregandole una contro l'altra.L'unica cosa bella di tutto questo è che sono riuscita a togliere l'attenzione su Gisel, che in questo momento continua a parlare senza ricevere una parola.

"Smettila oppure mi gaso troppo" continua sistemando le sue mani dentro le tasche dei jeans " Devo fare firmare dei fogli a mio padre, cinque minuti massimo e torno. Ti aspetto di sotto per tornare a casa" continua.

" Fratellino" scimmiotta Cameron con il fiatone, dopo essersi fatto rampe di scale correndo " E' diventata un abitudine vederti qui?" ammicca beffeggiandolo. Lo guardo e faccio una faccia schifata, ricambia con un occhiolino pessimo.

" Sei proprio pessimo" mi faccio scappare a voce alta.

" Mi vedrai per parecchio" dice Kevin ignorando la mia risposta a Cameron " Papà vuole unire le due filiali, ha necessità di fogli firmati e quindi me ne sto facendo carico" continua guardandolo con sfida " E poi, con questa bellissima donzella come si fa a resistere nel venire a trovarla?" continua sorridendogli. Cameron sbianca, diventa esattamente un fazzoletto bianco di carta. Guardo Kevin ricambiando il sorriso malizioso e vorrei potergli dare il cinque per aver fatto infuriare Cameron.

" Potrai essere sicuramente un modello, ma non un comico" serio e scuro in viso " Deborah ha già un posto dove stare, non ha bisogno di stare a casa tua" inizio ad innervosirmi.

emptystreetsWhere stories live. Discover now