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Mi muovo nervosamente sulla sedia con la testa immersa in un altro pianeta. Mi è stato affidato il caso più difficile di Manhattan, mi sento impacciata e inadeguata.

"Non penso di farcela" sbotto allontanando la sedia dalla scrivania "Non c'è neanche un minimo dettaglio di questo tizio, è come se improvvisamente le sue tracce sono state eliminate" continuo toccando i capelli.

"Se continui cosi rimarrai senza capelli" alzo gli occhi di fronte alla presenza massiccia vicino lo stipite della porta "Posso esserti essere utile madame?" ammicca sorridendo di lato e sfoggiando le sue fossette ai lati delle guance. È un ragazzo con del potenziale, ma non mi abbasso al suo aiuto. Se devo portare avanti il caso, devo farlo da sola.

"Stasera muovi le chiappe e vieni a ballare con noi" Jennifer si alza dal divano e sorride "Ah Cameron! Ci devi essere anche tu" continua avvicinandosi.

"Smettila di innervosirmi" mi alzo lisciando il vestito blu notte e mi sistemo i capelli "Sembro uscita da una scena di sesso sfrenato, cazzo" alzo gli occhi al cielo voltandomi verso Cameron. Non smette di fare navigare il suo sguardo su tutto il mio corpo in maniera lenta, seducente mordendo il labro.

"Ma se vi mangiate più tardi cosa succede?" scoppio a ridere e la guardo storto "Mi ha chiamata ieri Daniel e mi ha detto che ti ha fatto parecchie telefonate senza risposta. Quel ragazzo è fottutamente perso di te" mi batte il cinque e mi schiaccia l'occhiolino sotto lo sguardo attento di Cameron.

"Ok, adesso mi sto stufando. Non è divertente Jenny" la spingo di lato e prendo il giubbotto "Me ne vado" vado nella direzione di Cameron sorpassandolo.

"Non credere che tu te ne possa andare cosi" borbotta Jenny dietro le mie spalle "Devi ancora darmi una cazzo di risposta" alzo gli occhi al cielo e borbotto qualcosa tra me e me.

"Jennifer" una voce roca, mi volto e mi sorride "Ci saremo" le schiaccia un occhiolino affiancandomi. È inutile dire che quando siamo vicini l'aria diventa pesante, quasi opprimente.

"Cam" sbotto fermandomi e facendolo balzare di un passo sotto le sue mille imprecazioni "Perché hai detto che ci saremo?" arrabbiata continuo a muovermi nervosamente.

"Io e tu, naturalmente" mi schiaccia un occhiolino "Ti serve una mano?" afferma con aria superiore saettando lo sguardo per tutto il corridoio. Migliaia di ragazze mi guardano ammirando la mia persona, volendo essere al mio posto e farsi fissare tutte le ore del giorno da Cameron. Ma a me il suo sguardo mi innervosisce e mi fa andare in pappa il cervello talmente tanto che mi sento quasi ridicola.

"No, non mi serve nessun aiuto" affermo seria ingoiando il nodo alla gola che mi ha formato la saliva. Lo supero e continuo a camminare per la mia strada con un manto di fogli tra le mani.

Prendo l'ascensore e salgo al dodicesimo piano, percorro il lungo corridoio e busso all'ultima porta di quel piano. Dopo aver ricevuto dall'altra parte un 'avanti' faccio un respiro a pieni polmoni e, con le mani sudate e tremanti, mi faccio spazio avanzando all'interno della stanza.

"Mia dolce Deborah" lo saluto con un sorriso cortese "A cosa devo questa bellissima presenza?" ammicca sorridendo aggiustando la cravatta sopra il suo abito costoso.

"Ero titubante quando Eleonor mi ha detto quello che mi aveva affidato. In realtà lo trovo davvero assurdo anche ora!" alzo le mani in aria nervosa "Perché io?" sbuffo.

"Credo che questo compito dovesse essere affidato a una persona di mia fiducia. Ho scelto te Deborah perché mi sembri più adatta a fare quello che ho scelto per il bene di mio figlio e so che di te posso fidarmi" si sposta in avanti guardandomi in faccia "Non è così?" continua.

Ti puoi fidare di me, ma non è di questo che sto parlando e lo so io come lo sai perfettamente tu!" mi alzo dalla sedia "È assurdo, lo sai?"

"So che ti sembrerà una pazzia, ma quando ti ho detto che Cameron ha superato l'inferno per il suo passato non stavo scherzando! Devi aiutarmi a salvarlo da tutto questo casino" l'aria sta diventando pesante e io vorrei dare voce ai miei pensieri una volta e per tutte.

"Ma come posso aiutare suo figlio se non mi sono mai ritrovata in questi casini?" sbotto incazzata "è una situazione troppo grande perfino per lui!" continuo per niente impaurita.

"Deborah, mettiti nei miei panni per un momento solo. Se tu fossi madre, faresti di tutto per aiutare tuo figlio anche a costo di rimetterci di tasca tua?" si alza dalla sedia e mi viene vicino. Vedo lungo il suo viso la titubanza, un castello che viene distrutto precipitosamente.

"Cosa ci ricavo io da tutto casino? L'odio perenne di suo figlio?" è assurdo pensarlo ma ammetterlo ad alta voce diventa quasi soffocante.

"Mio figlio non proverà mai odio per una persona che ha cercato di aiutarlo e chissà, magari al termine se ci sarai riuscita, riuscirà a capire che le vere persone le trovi quando meno te l'aspetti" sussurra guardandomi.

E per la prima volta in vita mia riesco a vedere su questa persona, apparentemente duro, una corazza che sta mano a mano cadendo a terra. Vedo un uomo che si sta vedendo sgretolare tutto in mille pezzi.

"Lo farò, ma non appena finirà tutto questo, mi tirerò fuori" mi alzo dalla sedia abbassando la gonna "Lo faccio per Cameron, se lo merita dopo tutto, no?" sorride e ricambio nonostante io sia ancora turbata.

"Debs" mi fermo dall'aprire la porta e mi volto "Impara a conoscere Cameron, sono sicuro che non te ne pentirai" faccio un cenno e apro la porta rivolgendo lo sguardo verso l'ascensore che si apre per farmi scendere al piano di sotto.

Non sono affatto sicura che questo riuscita ad essere un bene e non un totale fallimento, ma sono pronta a farlo pur di aiutare una persona in difficoltà. Alzo lo sguardo mentre esco dall'ascensore e sorriso alla figura che mi si pone davanti. È davvero un bellissimo ragazzo e lo smoking gli sta d'incanto, ma non lo do a vedere.

"Cam" urlo fermandolo "Stasera verrò con te ad una condizione" mi guarda con un sopracciglio sollevato e mi sorride in modo provocatorio.

"Ero sicuro che avresti ceduto di fronte a tanta bellezza" scoppia a ridere "Potresti illuminarmi sulla tua condizione?"

"Sceglierai tu il mio vestito" affermo seria, non so il perché di questa scelta ma comprendo di non essere molto lucida in un momento così delicato.

"Allora sono sicuro che ci sarai, hai davanti a te il ragazzo più gettonato di tutta Manhattan" mi schiaccia l'occhiolino e mi sfiora la mano.

"Devo andare ora! Ci vediamo stasera" gli mando un bacio volante ed esco fuori tirando un sospiro di sollievo.

Sonoriuscita a superare un giorno così difficile e potrò farlo ancora se questo èil prezzo che si deve pagare per una persona a me cara.

emptystreetsWhere stories live. Discover now