Capitolo 11

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Anche se una parte del suo corpo non si calmò affatto...anzi, continuò imperterrita a puntare decisa verso le mie parti intime.

"Beh, almeno sappiamo che non ti faccio proprio schifo" ironizzai sperando che questa eccitazione si fermasse e mi lasciasse respirare di nuovo.

Ma non accadde...non si fermò e non cessò affatto.

Anzi, se possibile aumentò per tutti e due...abbastanza da non resistere.

Lui sembrò non farcela più...e la stessa cosa accadeva al mio corpo.

Era come se i nostri corpi desiderassero unirsi, una volta per tutte.

Si appoggiò ancora di più con il corpo contro di me e potei sentire la sua gigantesca presenza.

A quel contatto il mio cervello si spense e lo tirai verso di me abbastanza da baciarlo.

Non sapevo perché lo avessi fatto, di solito non ero così intraprendente...ma lui, il suo sguardo e il suo corpo mi chiamavano, mi volevano e io li desideravo con la stessa intensità.

Era una cosa nuova per me, ma non mi dispiaceva affatto.

Questa attrazione per lui era qualcosa di veramente unico.

Quando le sue labbra furono sulle mie capii perché poco prima aveva sussultato, i nostri corpi creavano scintille ad ogni tocco.

Era come se le sue mani riuscissero ad infiammarmi quasi fino a bruciarmi.

Come se mille fulmini attraversassero il mio corpo ma senza ferirmi in alcun modo.

Mi elettrizzava la sua vicinanza.

Mi accendeva il suo dolce sfiorarmi.

Volevo di più, volevo sentirlo parte di me.

In quel momento smettere di baciarlo era fuori discussione, volevo le sue labbra sulle mie.

Non esistevano alternative che non mi facessero soffrire, allontanarlo da me sarebbe stata una vera e propria agonia, anche solo se l'allontanamento fosse stato di pochi centimetri.

Ora che il mio corpo conosceva il suo tocco e la bellezza che la sua vicinanza creava, non voleva più farne a meno.

Continuavo a passare le mani tra i suoi capelli e lui continuava a stringermi forte, quasi come se avesse paura che potessi fuggire via.

Quasi come se staccarmi da me potesse strappargli l'anima.

La verità è che di questo mio compagno non conoscevo niente ma nonostante questo piccolo ma importante dettaglio, ero già follemente sua.

Dopo poco mi staccai per riprendere fiato, mi sentivo prosciugata da tutta quella passione.

Se questo era l'effetto che faceva un vero legame, quello che avevo con Jack cosa diavolo era?

Non eravamo andati più in là di un semplice bacio in sei mesi...mentre con lui, dopo neanche cinque minuti nella stessa stanza, eravamo già arrivati a questo punto e mi sarei volentieri strappata i vestiti di dosso e senza alcun tipo di ripensamento.

"Devo dire che ci sai fare" gli feci l'occhiolino e tornai alla mia pancetta ignorandolo di nuovo.

Una donna si deve anche far desiderare no?

Spostai una sedia in modo che potesse mettersi vicino a me e come se avesse recepito il messaggio, si sedette accanto a me guardandomi divertito.

"Posso chiederti una cosa?" dovevo tentare

"Certo, tu puoi chiedermi tutto ciò che vuoi" sembrava molto sicuro di sé ...sembrava quasi una maschera che fosse stato abituato a portare in ogni momento.

"Come ti chiami? Non è bello baciare uno sconosciuto sai?"

I suoi occhi cambiarono in un attimo e diventarono più neri dell'oscurità.

Lo vidi faticare nel riprendere il controllo del suo lupo ma ce la fece.

Il lupo di un alpha a quanto pare poteva essere di difficile gestione.

"Al mio lupo non piace quando lo definisci uno sconosciuto. Tu sei la nostra compagna, non dimenticarlo! E per la cronaca mi chiamo Cameron e sono il re alpha. Questo fa di te la mia regina e luna" lo disse con un tono pieno di orgoglio che mi lasciò completamente stupita...aveva marcato bene gli ultimi due aggettivi che aveva usato per definirmi.

Quindi era così che si chiamava...Cameron...nella mia mente suonava davvero bene.

Era un nome che non mi sarei mai stancata di pronunciare.

Lo vedevo chiaramente preso dall'idea di avere una compagna.

Mascherava la sua immensa felicità con l'atteggiamento che tutti si aspettavano che avesse.

Cercava di essere impassibile, imperturbabile...ma nel suo sguardo, nel profondo dei suoi occhi, riuscivo a leggere una felicità fuori da qualsiasi aspettativa.

Era chiaro che il mio compagno avesse dei problemi di gestione della rabbia, per cui, oltre a non poter scappare via avrei anche dovuto evitare di farlo arrabbiare più di tanto. O quanto meno, avrei dovuto smettere di dirgli n faccia che è uno sconosciuto.

Decisi di non rispondergli, per quanto fosse il mio compagno, questo suo atteggiamento non mi piaceva per niente, nessuno poteva comandarmi...nemmeno lui.

Non importava se fosse orgoglioso di avermi come compagna e se fosse più felice di quanto lasciasse intravedere...non gli avrei mai permesso di usare quel tono con me, mai più.

Ignorarlo sarebbe di certo stata la cosa migliore...e dovevo ammettere che iniziava a riuscirmi molto bene.

Quando ebbi finito di mangiare lui mi prese per mano e nonostante i miei mille tentativi di lasciargliela, vinse lui.

Non mollò la presa nemmeno una volta.

Il contatto con la sua mano mi faceva vibrare nel profondo...non ero ben sicura di cosa fosse tutto questo e se da un lato mi sentivo attratta da lui, dall'altro lo respingevo.

Il Summit degli AlphaWhere stories live. Discover now