Capitolo 32

772 50 38
                                    

Caleb pov's

Normalità. 

Tornare alle vecchie abitudini, dopo aver avuto Althea solo per me, fa strano. Soprattutto aver smesso di tenerci per mano, di parlare senza la paura costante di essere uditi. 

Ho provato ad inseguire quel bagliore dentro di me quando mi ha parlato, ho tentato di seguire il suono della sua voce, ma invano. Non sono riuscito a trovare quel canale di accesso e mi chiedo come riesca a farlo Sil così velocemente, ogni volta che parla con qualcuno. Chissà se lui ha un filo per ognuno di noi? Sarà un groviglio incredibile da sciogliere ogni volta, oppure sono tutti messi in fila e perfettamente catalogati per nome?

Eppure qualcosa dentro di me si è mosso. Sembra quasi che abbiano tirato un filo della mia giacca. Lei. Sembra che lei mi sia entrata dentro.

Lei. Lei. Lei. Ho solo questo in testa. Fisso la parte alta della mia tenda e un odore forte di cannella mi colpisce le narici. Saranno le quattro del mattino ed Al è di guardia, ha insistito per fare la sua parte, così le hanno dato l'ultimo turno, quello più corto, per cercare di farla dormire un po' di più. Mi infilo gli stivali, lego la giacca ed esco dalla tenda con velocità.

Mi avvicino di soppiatto, lei è di spalle, seduta a terra e noto che delle ombre le stanno fluttuando intorno, le sue ombre. Sembrano delle piccole fiamme che escono dalla sua schiena, dalle spalle.

Poi all'improvviso le ritrae e si volta verso di me, infine sorride.

Mi siedo a terra di fianco a lei, che raggomitola le ginocchia al petto.

<<I confini dell'accampamento sono liberi, niente segni dei Ramiz.>> dice semplicemente ed io annuisco, ricambiando il suo dolce sorriso.

<<Come va la ferita?>>

<<Ho sopportato di peggio...sto bene, sul serio. Ho dovuto parlare con Li, per spiegargli la situazione ed è più tranquillo sapendo che non mi taglierai via la testa.- trattengo una risata e scuoto la testa. -Lo senti anche tu vero?>> mi chiede titubante, mentre si morde di nuovo il labbro inferiore, è una cosa che fa spesso quando è nervosa.

<<L'odore di cannella?- sembra illuminarsi ed alza la testa verso di me -Cosa significa?>>

<<Ogni legame ha il suo odore, il fatto che sentiamo lo stesso significa che abbiamo attivato qualcosa oggi...mio padre e mia madre odoravano di uva spina...mio fratello e Li di rose canine.>> mi paralizzo per qualche secondo.

<<Quindi anche gli altri possono sentirlo?>> chiedo in un sussurro appena udibile.

<<Sì...ma fidati che puzziamo talmente tanto che sarà l'ultimo dei loro problemi sentire la cannella.>> trattengo una risata alle sue parole, sentendo quanto sia donna in questo momento.

<<Come faccio a comunicare con te come fai con Li?>>

<<Il primo giorno ci sei riuscito, cosa hai fatto?- mi chiede con dolcezza mentre le nostre mani si sfiorano sul prato. -Cosa provavi?>>

<<Rabbia...- le confesso -ero arrabbiato con te, perché ero convinto che mi avessi manipolato la mente. Probabilmente con il legame mi hai passato anche un po' di buon senso.>> aggrotta le sopracciglia decisamente confusa.

<<Perché avrei dovuto farlo? Parlo della manipolazione...non del buon senso.- scrollo le spalle e lei torna a guardarmi con quella dolcezza che aveva riservato solo a Li -Prova a concentrarti su di me...immagina una strada.>>

<<Una strada?>> annuisce ed io eseguo.

<<Riesci a vederla?>>

<<No...>> mi prende la mano, la presa non è come sempre, non è decisa, ma morbida vellutata, sembra una carezza e fa quasi il solletico. Apro gli occhi e noto che non mi ha preso lei la mano, ma una delle ombre mi sta accarezzando il polso, sto per ritrarmi quando finalmente vedo la strada. Un tunnel lungo con qualche lucerna che illumina il passaggio. Sembra esserci del ciottolato a terra.

La guardia del reWhere stories live. Discover now