Capitolo 27 parte 2

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Althea pov's

In questo momento il mondo potrebbe finire e a me non importerebbe nulla, sono stanca e da qualche minuto la terra sotto i miei piedi ha iniziato a muoversi. Almeno io vedo che si muove.

<<Al..ci sei?- dopo avergli salvato la pelle, per la terza volta da quando ci conosciamo, Caleb è tornato a parlarmi. Annuisco, devo allungare. -Un paio di chilometri e ci fermiamo per la notte, c'è una vecchia abitazione qui vicino.- non dico nulla penso solo a camminare e respirare nel vano tentativo di non provare fitte all'addome. -Ci venivo ad allenarmi da piccolo...ed è ancora lì.>> dice divertito mentre io non riesco a capire la parte divertente in tutto ciò. Allunghiamo il paso considerando che ha anche iniziato a piovere.

La struttura che mi si presenta davanti è messa meglio di quanto pensassi, è una vecchia abitazione abbandonata da diversi anni, la vernice esterna è completamente scrostata lasciando vedere le travi in legno che la compongono. Mancano due finestre, la porta in legno è chiusa, c'è una scatoletta con le chiavi ed una frase incisa sopra. 'Luogo di rifugio per coloro che ne hanno più bisogno, lasciate come trovate e ripulite ciò che sporcate'  ho capito cos'è questo posto. Mio padre me ne ha parlato in più di un'occasione, i Sirase non sono ben visti nelle locande e nemmeno negli ostelli, sapendo questo, i monaci hanno creato questi luoghi di bivacco, dove vengono accolti tutti, senza distinzione di sesso, religione o etnia.

Arrivati dentro, la stanza oscilla e per evitare di perdere l'equilibrio mi appoggio alla parete ruvida, mentre Caleb lascia lo zaino a terra.

<<Non è un granché, ma per una notte va bene...Al?>> si volta e mi prende al volo prima che possa cadere a terra.

<<Sto bene..>> porta una mano sulla mia fronte.

<<Bruci di febbre.- mi apre la divisa e una macchia di sangue si è allargata sulla camicia bianco latte -Sono stato un idiota...la tua ferita si è aperta con il combattimento, perché non me l'hai detto?- sospiro appena e deglutisco a fatica, quando mette la mano sulla ferita -Devo medicarti...e ricucirti.- mi tira su senza il minimo sforzo ed andiamo nella stanza a destra, dove c'è un tavolo in legno massello. Lui mi appoggia a terra, con la schiena al muro. -Non muoverti..- lo guardo di sottecchi, anche volendo andarmene non avrei la forza di muovermi e lui annuisce -Scusa, la forza dell'abitudine.>> torna in pochi secondi mentre io provo dolorosamente a deglutire la mia stessa saliva, per colpa del senso di nausea crescente che mi invade l'esofago. Sento i passi di Caleb scricchiolare sul parquet, sono ad occhi chiusi, non riesco nemmeno a tenerli aperti.

Le sue braccia mi prendono di nuovo e mi tirano su, appoggiandomi sul tavolo. Ero pronta all'impatto con qualcosa di duro e freddo, invece mi ritrovo su qualcosa di abbastanza morbido. Con le mani sento il tessuto del lenzuolo e del sacco a pelo. Slaccia il nodo della giacca nera e la apre con tranquillità, sta per aprire la camicia ed io gli blocco la mano, provocandogli un sussulto.

<<Paura?>> gli chiedo divertita.

<<Pensavo dormissi...Non c'è niente che non abbia già visto.- esordisce guardandomi ed io gli lascio la mano, slaccia la camicia fino a due dita dal seno e taglia la fasciatura, trattengo un urlo quando stacca la garza dalla ferita. -Due dita più su ed avrebbe preso il polmone, in quel caso non avrei potuto fare niente.>> preme il panno sulla ferita, me ne sono approfittata e la pelle ha ceduto.

<<Ti saresti liberato di un problema..>> dico in un sussurro.

<<Non sei un problema...mi hai già salvato la vita due volte.>>

<<Tre..- dico mentre inizia a disinfettare -...tre volte.>>

<<La terza proprio non me la ricordo.>> cerca di farmi parlare, vuole tenermi sveglia, mentre le immagini intorno a me si sfocano sempre di più.

<<Eri appeso, mezzo svenuto a nove metri di altezza...io me la ricorderei.>> è divertito.

<<Riesci ad essere sarcastica anche con una ferita del genere..- trattiene una risata e lo sento iniziare a cucire, stringo il lenzuolo nella mano sinistra. -Scusa...ancora due e abbiamo finito.>>

<<Mi odi?>> quelle due parole escono dalle mie labbra senza il mio permesso, la mia parte razionale è andata da diverso tempo, credo almeno due ore. Anzi, diciamo che la mia parte razionale è scomparsa cinque mesi e mezzo fa quando mi sono messa dentro a tutto questo.

<<Perché me lo chiedi?- non dico altro -È solo curiosità?>>

<<Ho fatto un casino.>>

<<Non ti odio, nella mia vita ho odiato una volta sola...forse due se contiamo anche l'odio nei miei confronti...respira..-appoggia una garza sulla ferita, preme. Il bruciore è incredibile e mi sveglio immediatamente, lo colpisco al braccio ma lui non si scompone- Lo so...è un unguento a base di Sedum, propoli, peperoncino e limone.>> sospiro appena, lo guardo per la prima volta da quando siamo entrati in questa casa. La preoccupazione è dipinta sul suo volto.

<<Allora ti importa..>> dico appena e lui sorride, prende un'ampolla, toglie il tappo e mi fa bere un liquido amaro.

<<Lo so, fa schifo...serve per la febbre, è Achillea...combatte la febbre e pulisce il sangue...l'unguento di prima serve per pulire la ferita ed evitare che si infetti.- annuisco e chiudo di nuovo gli occhi. -Althea?- mi costringo a guardarlo di nuovo e lui continua -Ho visto diversi ragazzi vestirsi da donne per evitare la leva militare, ma mai, nessuna ragazza fare il contrario...ho capito cosa intendeva il re quando mi ha parlato di te.- lo guardo confusa e mi sto chiedendo quanto di questa conversazione sia reale.- Lui ha sempre saputo di te, diceva che servivi in questa squadra più di quanto lei servisse a te. Ti ha descritta come intelligente, perspicace, veloce e ti sei dimostrata così.>>

<<Quindi non mi ucciderai?>> chiedo confusa e lui scuote la testa.

<<Sei riuscita ad ingannare tutti, ma non lui. Un paio di volte ha anche utilizzato aggettivi femminili per te...>>

<<Senti...potrebbe essere una richiesta strana.- lui mi incita ad andare avanti -Potresti darmi un pizzico...giusto per farmi capire che sono sveglia. Sai dietro di te vedo un drago che vola...- mi dà un pizzicotto sulla pancia -Ahi...okay, sono sveglia.>> lui trattiene un risata.

<<Sei decisamente la donna più strana e bella che io conosca.>>

<<Cosa hai detto?>>

<<Che sei strana? Ti ha offesa?>>

<<No...quello dopo.>> dico alzandomi appena sui gomiti.

<<Che sei bella? Lo penso davvero...mi hai fatto credere di essermi innamorato di un uomo.>>

<<Okay...o sono morta o sto sognando.>> ricado giù e lo sento ridere.

<<Dormi Althea...ci penso io a te.>>

La guardia del reWhere stories live. Discover now