Capitolo 4

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Caleb pov's

Sicurezza. Il primo passo per un buon addestratore e generale è quello di infondere sicurezza. Sono in piedi davanti allo specchio, nella mia uniforme, pantaloni morbidi scuri, camicia con maniche a palloncino e stivali che fasciano la caviglia e la stabilizzano.
<<Sono il generale Osav, il vostro addestratore..-sistemo la giacca nera con le rifiniture in raso rosso-...sono il generale Caleb Osav, il vostro addestratore...dovrei dirlo il mio nome?-penso ad alta voce e sospiro, mi sento un idiota- Caleb Osav, generale e militante tra i Sirase...quello lo scopriranno al primo allenamento. Devono rispettarmi non essere terrorizzati.>> mi siedo, sembro una ragazzina al primo appuntamento. Sono tredici, tredici ragazzi che devono pendere dalle mie labbra. Mi alzo in piedi e mi avvicino alla finestra, senza farmi notare li osservo. Alcuni sono in piedi, altri seduti sul prato, hanno un'agitazione comune che li eccita. Stanno per conoscere una figura che li seguirà per sei mesi di addestramento e per le prossime spedizioni, anch'io sarei nervoso.
Durante la mia carriera non ho mai avuto un generale sopra a me, nei Sirase ero un semplice mercenario, un assassino, militavo da solo. Nella guardia del re ho continuato a mantenere il mio ruolo di assassino assoldato, almeno fino ad ora.
<<Generale?>> il ragazzo di fronte a me, Clark, era di qualche punto sotto a me durante l'addestramento, per il resto però siamo praticamente identici. Stesso taglio di capelli e stessa altezza, solo gli occhi sono diversi, i suoi di un nero intenso non fanno distinguere la pupilla dall'iride, i miei invece sono azzurri, glacciali.
<<Ma smettila Clark.>> dico tirandogli un cuscino, lui scoppia a ridere.
<<E' un'ora che vai avanti con "Sono il generale Osav, il vostro addestratore"...ma per piacere...pensi davvero che qualcuno di loro possa avere un briciolo di esperienza più di te?-sospiro-Sono tutti qui per imparare, il re ti ha dato carta bianca e nessuno oserà mettere in discussione i tuoi metodi...li ho visti, sono quattro ragazzine con i pantaloni a posto della gonnella...tra due settimane ne saranno rimasti cinque se va bene.>> conclude.
<<Li ha scelti il re in persona.>> aggiungo io, quasi a volerli giustificare e lui alza un sopracciglio.
<<Il re dovrebbe amministrare i territori, questa selezione dovrebbe lasciarla a noi...ma del resto deve essere divertente giocare al comandante ogni tanto.- non sono per niente sorpreso di come Clark parla del re, i suoi sono morti durante l'antica guerra -Con Carol invece? Come procede?- chiede ed io scuoto la testa-Caleb, seriamente, tu hai bisogno di un po' di esercizio fisico, non puoi rifiutarle tutte...a breve nemmeno la mediatrice te le manderà più.>> ruoto gli occhi al cielo e guardo per qualche secondo il soffitto bianco di quella stanza.
<<Clark non rompere le palle, non voglio nessuna te l'ho già detto e te lo ripeto...basta.>> dopo la morte dei miei avevo un unico scopo quello di uccidere l'assassino, avevo cinque anni e mi sono fatto una promessa, non avrei fatto soffrire nessuno. Non mi sarei sposato e non avrei messo al mondo figli, nessun altro doveva soffrire quello che aveva vissuto la mamma. Clark si avvicina e mi sistema la giacca.
<<Andiamo a vedere questi idioti che ci sono capitati.>>

Appena facciamo il nostro ingresso su quel campo che ci ospiterà per i prossimi mesi tutti si mettono in riga, tredici ragazzi si allineano senza emettere una parola, se non altro sono disciplinati. Dietro di loro noto diverse tende già montate, li avranno già informati sulle mie modalità di allenamento.
<<Io sono Clark Ten, l'assistente istruttore e lui è il generale Caleb Osav...lascio la parola direttamente a lui.>> l'unica parte del discorso che mi ero preparato l'ha detta lui, ottimo.
<<Domani inizieranno i sei mesi più lunghi della vostra vita, sapete che alla fine ne rimarranno solo cinque ed io farò di tutto per arrivare a quella cifra. Alla fine dei primi due mesi di allenamento ci sarà la prima selezione, a tre mesi la seconda, al quarto vi vedremo direttamente sul campo. Non si faranno sconti a nessuno di alcun genere, chi pensa di non farcela può andarsene da solo e risparmiarmi la fatica.-nessuno si muove, bravi-Bene, vedo che avete già montato le tende, vi concedo il resto della giornata libera, raccogliete le energie, domani vi serviranno.>> passo davanti ai commilitoni e mi soffermo per qualche secondo su uno di loro, è il più basso qua in mezzo, capelli legati come tutti gli altri, occhi cerulei che mi guardano smarriti, una corporatura esile senza muscoli, sento qualcosa prendermi la bocca dello stomaco, non è dolore, assomiglia più ad uno strattone. I ranghi si rompono e dopo qualche secondo mi è impossibile vederlo, quegli occhi me li ricordo molto bene, fin troppo. Clark mi viene vicino ed io mi riprendo dal mio stato di trance.
<<Oh, che ti è preso?>> mi chiede, aggrotto le sopracciglia e sospiro.
<<Quel ragazzo, il piccoletto come si chiama?>> gli chiedo, lui prende un foglio dalle tasche, lo apre e scorre verso il basso.
<<Al Shawten...è stato campione di nuoto nella sua scuola per tre anni di fila...è un tipo a posto...poco sviluppato.- annuisco -Che è quella faccia? Lo conosci? Secondo me si arrende tra una settimana.- dice sorridente mentre li osserva con sguardo beffardo, in parte è divertente essere dall'altra parte.- Gli unici con un po' di speranza sono Li Chillian, Kane Dent e Po Sinchi.>>
<<Chi è il gigante?>> gli chiedo, cercando di distogliere l'attenzione dal nanetto. Va di nuovo a leggere.
<<Dan Poili...non male, ma è troppo grosso.>>
<<La tua è tutta invidia.- lo vedo di nuovo, vicino a quella che dovrebbe essere la sua tenda-Facciamo una scommessa...io dico che Al arriverà fino alla fine e sarà tra i cinque.>> lui annuisce.
<<Va bene...per me invece verrà eliminato al primo turno.>> ci stringiamo la mano e la scommessa è sigillata.

La guardia del reWhere stories live. Discover now