Capitolo 26

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Caleb pov's

Non mi ricordo l'ultima volta che ho avuto paura per qualcun altro. Fin dagli inizi della mia carriera ho sempre affrontato le mie sfide da solo, non ho mai avuto un vero e proprio compagno di squadra, fatta eccezione per Clark che comunque non ha mai vissuto un'intera missione con me.

Adesso invece, vedere Al, ferito, ai miei piedi, mi provoca una sensazione di tremore interno che non so spiegare. Mi inginocchio di fianco a lui, lo hanno colpito da lontano con una freccia ed hanno battuto ritirata.

<<Aspetta...aspetta.- gli dico -Rimani sveglio, resta sveglio, capito?>> lui annuisce appena, con una smorfia di dolore dipinta sul volto.

<<Scusa..>> mormora con un filo di voce, aggrotto le sopracciglia non capendo cosa vuole dirmi. Farfuglia alcune parole dopo quello scusa.

<<Cosa? Al, cosa..- ha il fiato corto e in pochi secondi mi sviene tra le braccia, Li e Kane si sono avvicinati. Estraggo la freccia e fascio la ferita da sopra le vesti. Li è sbiancato nel vedere l'amico svenuto a terra. -Torniamo indietro, poi voi continuerete con il gruppo, mentre io cercherò di sistemare questa situazione...ci aspettiamo al passo Sao se sarà possibile.>> carico Al sulle spalle e ci incamminiamo. Li è decisamente inquieto per questa mia decisione, mi inizio a chiedere se le parole di Al siano state sincere la notte del bacio, o se davvero quella relazione che mi ero immaginato tra i due sia reale.

<<Signore.- dice lui quando Kane è ormai vicino al carro -Non sarebbe meglio se restassi io con lui? Tu sei il generale, io un soldato semplice, se dovesse succederci qualcosa.>> gli porto una mano sulla spalla.

<<La tua lealtà è da lodare, ma è stato ferito per salvarmi la vita...devo sdebitarmi.- Clark torna con il mio zaino e quello di Al -Grazie.>>

<<Ci vediamo al Passo di Sao tra quattro giorni...se per allora non sarai arrivato..>> annuisco.

<<Proseguite...in ogni caso sarei più lento di voi.>> Li annuisce e si rimettono in marcia, guarda Al come se fosse cosciente che questa fosse l'ultima occasione per vederlo. Scolpisce questa immagine nella sua testa.

Esco dal sentiero, da quelle gole che ho attraversato per evitare un giorno in più di cammino. Arrivati sull'erba adagio Al sul prato ed apro il sacco a pelo a terra, sotto un albero da frutto, lo posiziono sul sacco, preparo la borsa medica di fianco, cercando già tutto ciò che mi serve.

Gli apro la giacca scura e noto la camicia intrisa di sangue. Nel suo zaino ci sono due camice di ricambio, così finisco di rompere questa e noto una fasciatura sul costato, che diamine ha combinato? Un suo gemito mi fa tornare lucido, disinfetto la ferita con un po' del liquore di Clark, lo fa lui ed è la cosa più alcolica e disgustosa che io abbia mai bevuto, sicuramente però non c'è nessun microbo che può resistere a questa sostanza.

Controllo che la ferita sia pulita e procedo a cucirla, la pelle è estremamente morbida e non avevo mai notato quelle due cicatrici sul fianco destro. Lo alzo e lo avvolgo in una fasciatura pulita. Solo adesso mi rendo conto di quanto siano stretti i suoi fianchi. Da subito avevo notato quella bassezza insolita per un ragazzo. 'Lui servirà alla squadra più di quanto la squadra serva a lei' le parole del re, lo avevo corretto e lui aveva semplicemente sorriso.

Inizio a mettere insieme i pezzi. Non si è mai spogliato davanti agli altri, non è mai andato in medicheria, i suoi poteri. Merda. Taglio via le bende, quel seno che ha costretto per mesi nelle fasciature viene fuori ed io mi ritrovo a distogliere lo sguardo da quelle curve morbide e delicate, mentre sono a bocca aperta.

L'ho addestrata, l'ho picchiata per mesi, ho sottoposto questo corpo alle cose peggiori, ho baciato quelle labbra ormai convinto che mi fossi innamorato di un ragazzo. Invece adesso, mezza nuda, di fronte a me, c'è una ragazza, una donna. Faccio un respiro profondo.

Chiudo la giacca, annodandone i lacci, con un misto di velocità e avidità, non voglio che nessun altro la veda, nessuno. Quel corpo, quei seni, quelle labbra, devono essere solo miei.

Ci sarà sicuramente un motivo per il quale ha sopportato tutto questo. Chissà qual è. Perché qualcuno dovrebbe decidere di sua spontanea volontà di vestirsi da uomo, venirsi ad allenare per mesi con il rischio di farsi scoprire ed ammazzare?

Magari un marito violento? No, è troppo giovane per essere sposata, però quelle cicatrici qualcuno le ha impresse sul suo corpo.

'Scusa' forse con quelle parole che non ho capito cercava di dirmi questo. Magari voleva spiegarmi il perché. Le accarezzo la mano, un motivo c'è sicuramente. Devo solo aspettare che sia lei a dirmelo. Devo solo aspettare che si svegli.

Sistemo la valigetta medica nello zaino ed estraggo la camicia pulita dal suo, devo tenermi impegnato il più possibile in questa attesa. La mia mente si sta facendo mille voli pindarici completamente inutili e sempre più senza senso. 

Le accarezzo i capelli ancora legati, le labbra sono tese in una linea sottile, le sopracciglia appena aggrottate in un'espressione di dolore. La pelle è appena imperlata di sudore. 

Passano i minuti e le ore, ma quegli occhi rimangono serrati, per tutta la notte si è mossa una sola volta ed ha afferrato la mia mano. Si è agitata appena, ma fortunatamente la febbre non è salita. Ho continuato a pensare a cosa possa averla spinta a questo gesto, ma niente riesce a darmi una risposta sufficientemente accurata.

Poi d'improvviso, come un tuono che taglia il cielo, quelle palpebre si spalancano, rivelando quell'oceano di azzurro che mi ha fatto perdere la testa.

La guardia del reWhere stories live. Discover now