Capitolo 26 - Ayla

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"I can't love you in the dark

It feels like we're oceans apart

There is so much space between us

Baby, we're already defeated"

Rivoli di sangue colavano dalle mie gambe e dalle mie braccia.

Ero accovacciata contro una parete di pietra fredda e riuscivo a malapena a respirare.

Forse se avessi avuto una maggiore conoscenza del mondo divino, avrei potuto avvertire il pericolo prima che fosse troppo tardi, ma così non era stato.

Neanche Lilly era riuscita a fare molto e il suo sguardo distrutto mentre venivo portata via era rimasto marchiato nella mia mente.

Eravamo al limitare del bosco dell'Oasi ad allenarci con la magia degli elementi quando l'avevo vista.

La volpe aveva fatto capolino tra gli alberi e ne ero rimasta affascinata.

Gli animali che popolavano l'Oasi erano di ogni tipo, non avrebbe dovuto stupirmi poi così tanto vedere una volpe, e invece mi ero avvicinata.

Solo per scoprire che quella che credevo fosse una volpe era una bestia spedita per me direttamente dalle profondità del Tartaro.

Una Empusa.

Quando avevo sentito Lilly urlare di allontanarmi ormai era troppo tardi.

La volpe era sparita ed al suo posto una donna alata con lunghi artigli e corpo squamoso era apparsa.

Avevamo lottato, ma lei era più forte.

Mi ritrovai accasciata a terra quasi priva di sensi.

« Il padrone sarà contento di vederti »

E dopo aver pronunciato quelle parole, mi aveva trafitto gambe e braccia con i suoi lunghi artigli ed aveva spiccato il volo.

Il veleno nei suoi artigli aveva fatto il resto facendomi perdere i sensi.

Non avevo idea di dove fossi, non avevo idea di quanto tempo fosse passato.

Mi sentii la testa pesante e il mio corpo sussultava dal dolore ad ogni brivido.

Mi rannicchiai su me stessa e chiusi gli occhi.

« Non è un sogno comune il tuo Thea.. »

Mariah guardò la donna che aveva davanti mentre versava il tè nella tazza.

« Cosa pensi che significhi quindi? »

Mariah sospirò e si sedette dall'altra parte del tavolo.

« Conosci la nostra discendenza Thea, sai cosa rappresenta la lupa bianca, ne hai parlato con Christoff? »

Thea abbassò lo sguardo sulla tazza e la strinse nelle mani.

« Come posso farlo Mary? Sai che non è il momento giusto, il nostro popolo è allo sbando e lui sente la responsabilità di proteggere quelli che come noi si stanno nascondendo »

Mariah alzò i suoi occhi oro in quelli di Thea « Devi dirglielo Thea, noi in particolare sappiamo quanto le leggende siano vere »

« Scorrono nel nostro sangue, nella nostra magia.. »

Thea si alzò e andò verso la finestra, scostò leggermente le tende.

« Certo, quella stessa magia che adesso ci fa nascondere Mariah, come può tutto questo avere senso? »

Mariah la guardò, il suo sguardo si posò sul rigonfiamento del suo addome che si faceva sempre più evidente, gli occhi di Thea si velarono.

« Come potremo proteggere questa creatura se quello che ho visto è vero? »

Mariah si alzò e le andò incontro, posò una mano sul suo addome.

« Siamo una famiglia Thea, lei sarà al sicuro »

Thea sgranò gli occhi « Lei? » sua sorella sorrise.

Mi svegliai di scatto, il respiro affannato, chi era quella donna con la zia Mary?

Erano anni che non sognavo, eppure questo non sembrava un sogno, sembrava quasi il ricordo di qualcun altro e quella donna mi somigliava così tanto..

Mi guardai intorno sperando che fosse stato tutto un brutto sogno, ma bastò il freddo che sentivo nelle ossa a farmi capire che era tutto vero.

Osservai i miei abiti ridotti a brandelli e le mie mani sporche di terra e sangue e mi misi a sedere.

Un rumore metallico ai miei piedi mi riscosse dai pensieri.

Ero incatenata.

Un senso di nausea mi chiuse lo stomaco.

« La bambolina si è svegliata »

Alzai di scatto la testa al suono di quella voce sconosciuta.

Due figure maschili stavano camminando verso di me.

Quando si avvicinarono e riuscii a distinguere i loro lineamenti sussultai.

Erano umani nelle sembianze ma avevano occhi completamente neri, simili a quelli dei Murk.

Indietreggiai sbattendo contro la fredda parete di pietra.

« Ti abbiamo cercata ovunque, non male l'idea dell'Oasi delle Amadriadi, peccato che le Rune possono essere indebolite da un Dio »

L'altro rise in modo sguaiato « Pensavamo che l'Arkon avesse imparato la lezione »

Cercai dentro di me tutta la forza che mi era rimasta e scattai in avanti ma quel demone fu più veloce a tirarsi indietro.

La catena alla mia caviglia si tese e persi l'equilibrio cadendo a terra con le ginocchia sulla roccia fredda.

Gemetti dal dolore mentre cercavo di tirarmi sù.

« Ci avevano avvisato del tuo caratterino, ma non c'è niente che tu possa farci »
Alzai lo sguardo nel suo « Non siamo umani, non siamo divini, siamo Tartaro che cammina sulla terra »

Respirai a fatica mentre fissavo quei buchi neri che aveva al posto degli occhi.

« Ora fai la brava, nessuno verrà a salvarti qui »

Mi rannicchiai contro il muro « Dobbiamo consegnarti al Padrone intatta, non farci venire voglia di giocare con la preda »

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