CAPITOLO 4 : CARO BILLY

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Charlotte e Max stavano mostrando a Steve e Dustin il posto in cui avevano visto l'orologio, insieme, dove lo avevano sentito suonare ma ora, di quell'orologio nel muro non c'era traccia. Niente di niente, le crepe i rintocchi, nulla, tutto sparito. Charlotte non parlava a differenza di Max, si limitava ad annuire e stare in silenzio. Tremava ed era terrorizzata, come quando vide il corpo di Billy nel bosco. Un rumore di passi li fece voltare tutti, Robin e Nancy erano appena arrivate in loro soccorso.

"Era proprio qui."

Max lo ripetè di nuovo, mentre Steve spiegò velocemente alle ragazze ciò che Max e Charlotte avevano visto. Nancy guardò Steve, poi Charlotte e Max.

"Un orologio a pendolo?"
"Era così reale.. ma.."
"non era reale, ci siamo risvegliare nell'ufficio della Kelly. "

Nancy e Robin guardarono Charlotte, che parlò a testa bassa. Non aveva il coraggio di guardare nessuno negli occhi, sopratutto dopo quello che era successo avanti a Steve e Dustin. Aveva pensato che gli incubi e i mal di testa fossero cose da niente, passeggere che era normale dopo un trauma ma dopo aver letto e visto la stessa cose su tre persone diverse, aveva capito che c'era davvero qualcosa che non andava in lei.

"Era come se stessero in una specie di trance, la stessa cosa successa a Chrissy. "

Charlotte e Max si guardarono, entrambe consapevoli della sorte che le toccava. Max si girò verso i ragazzi, poi partii dritta di nuovo verso l'ufficio della dottoressa kelly. Tutti la seguirono, in quella stanza, sopratutto Charlotte.

"Fred e Chrissy andavano entrambi dalla Kelly. Accusavano ma di testa, delle brutte emicranie che non passavano e avevano incubi. Dormivano male. Si svegliavano in un bagno di sudore. E iniziavano a vedere cose. Brutte cose, del loro passato. e queste visioni sono peggiorate sempre di più finché, a un certo punto, è finito tutto."
"La maledizione di Vecna."
"Per Chrissy è iniziata una settimana fa. Fred sei giorni dopo. Io invece mi sento così da cinque giorni."

Max guardò Charlotte, che si portò una mano alle labbra per smettere di tremare. Si stringeva nelle spalle, con un nodo in gola e gli occhi lucidi. Non era pronta per quello, le sembrava il colmo. Steve si portò una mano sul viso, sconvolto da ciò che diceva Max. Dustin era fermo, inerme, a guardare la sorella e la sua amica.

"Fred e Chrissy sono morti a meno di ventiquattro ore-"

Charlotte corse via da quella stanza, spostando in aria ogni cosa le impedisse di proseguire per la sua strada. Uscii velocemente dalla struttura, senza fiato e con già le lacrime che le percorrevano le guance mischiandosi con la pioggia. Aveva iniziato a piovere da un po', contando quanto fosse già tutto pieno d'acqua intorno a lei ma decise di non importarsene, se quelli erano le ultime ore della sua vita non poteva aver paura della pioggia. Guardò in alto, dopo aver girato intorno più volte per auto convincersi di essere nel mondo reale, ma vedeva poco e niente. Era tutto scuro e offuscato dalla pioggia, l'atmosfera era cupa se non fosse dai due, tre lampioni accesi nel parcheggio della scuola.

"Charlotte!"

Steve era appena uscito correndo dall'entrata della scuola, urlando il nome della ragazza, ormai completamente fradicia dalla pioggia. Charlotte era arrivata fino al parcheggio camminando senza meta e in preda al panico. Charlotte si girò verso Steve, fermatosi a pochi passi da lei.

"Che diavolo fai qua fuori, torna dentro dobbiamo..."
"Steve... sto per morire?"
"cosa? no! no! che ti salta in mente, cerche non stai per morire"
"Sto per morire Steve, sto per morire."

Charlotte aveva la voce rotta dal pianto mentre stringeva il tessuto bagnato della maglia del ragazzo, aggrappandosi ad essa come se fosse l'ultima ancora di salvezza. Steve la lasciò fare trovandosi impreparato per quella reazione, fino a quando mon la strinse tra le braccia. Un abbraccio bisognoso.

died in your arms Where stories live. Discover now