Capitolo 8

29.2K 344 31
                                    

🔴

Sentii la porta chiudersi alle mie spalle subito dopo la mia entrata nella casa.
La penombra faceva sembrare corridoio, cucina e salotto ancora più grandi di quanto già non lo fossero normalmente.
Non mi girai per vedere dove Alexander si stesse dirigendo ma, semplicemente, mi affrettai a dirigermi verso le scale per salire nella mia camera.
Una mano mi afferrò il polso, mi tirarò a sè e poi mi spinse contro il muro nel giro di pochi secondi.
Per poco non caddi a terra per colpa dei tacchi ma ero sicura che, se anche fosse successo, quelle braccia sarebbero state lì pronte per afferrarmi.
<<Sei stata silenziosa tutta la sera, mi hai guardato negli occhi come guarderesti qualcosa di orribile e questo non lo sopporto>>
Si era avvicinato al mio orecchio per sussurrare questa frase e sentivo la sua leggera barba incolta sfiorarmi di volta in volta il lobo.
La sua vicinanza mi creava brividi lungo tutta la schiena e sentivo il petto gonfiarsi ritmicamente per la paura che mi trasmetteva quel corpo incollato al mio.
Eppure, il tono di possessività con cui aveva parlato mi aveva trasmesso un'attrazione strana, che non avevo mai provato.
<<Ti ho assunta perchè mi sei sembrata unica e non mi volevo far sfuggire questa possibilità. Dentro di me sapevo che mi avresti rifiutato. Un po' per il tuo posto di lavoro, un po' per gli anni di differenza, un po' semplicemente perchè sapevo di non essere il tipo che piace alle ragazze come te. Però ci ho voluto provare. Dammi un'altra possibilità. Ti prego>>
Le sue parole mi aveva scossa come poche avevano fatto prima d'ora.
La mia testa smise di funzionare.
Non ero più in grado di articolare pensieri sensati senza ingarbugliarmi tra di essi.
Ero confusa e mi sembrava di avere delle lenti appannate sugli occhi per quanto vedevo male.
Si mosse leggermente.
Pensai mi avrebbe lasciata andare ma, invece, sentii le sue labbra sulle mie.
Ero talmente disorientata che mi sembrava di aver fatto uso di droghe.
Non gli impedii di continuare.
Volevo farlo smettere ma, allo stesso tempo, sentivo il bisogno di quel bacio. Non riuscivo a spiegarmi il motivo, ma dentro di me speravo che avrebbe continuato.
Cercai di muovere una mano ma le sue mi tenevano saldamente i polsi incollati alla parete sopra alla mia testa.
Interruppe di colpo il bacio.
Una parte di me ne fu felice ma l'altra avrebbe voluto che si ripetesse ancora e ancora, all'infinito.
Mi lasciò anche le mani ma il resto del corpo non accennò a muoversi.
Capii che aspettava una mia reazione, positiva o negativa che fosse.
Nonostante mi avesse lasciata, avevo mantenuto in alto le braccia. Inziai a muoverle lentamente e le portai all'altezza del suo collo.
Avvicinai i nostri visi fino a mantenere una distanza solo di pochi centimetri.
<<Solo questa notte>>
Lo baciai con più foga di quanto avesse fatto lui con me.
Si raddrizzò con la schiena, costringendo però me a portarmi in punta di piedi.
Le sue mani mi afferrarono il retro delle cosce e pochi istanti dopo mi ritrovai seduta sulle sue anche.
Salì le scale continuando a tenermi in braccio e mantenendo il contatto sembre più bisognoso di altro delle nostre labbra.

Mi lasciò cadere di colpo e mi ritrovai su un letto che doveva essere il proprio con il suo corpo muscoloso sopra il mio.
Mossi di poco il braccio ma lui lo afferrò nuovamente per riportarmi nella stessa posizione di poco prima, con le mani ferme dove non avrei potuto fare nulla che non avesse voluto anche lui.
<<Sei sicura?>>
Esitai.
Volevo veramente farlo o ero stata presa dall'attimo?
Forse me ne sarei pentita ma quella sera decisi che mi sarei lasciata andare.
Annuii leggermente, il minimo per far capire la mia affermazione.
Le sue labbra si posarono di nuovo sulle mie, poi sul mio collo.
La pelle tirò leggermente, come se mi stesse mordendo.
Le sue mani lasciarono i miei polsi e si allontanò da me.
Si sedette di fianco al mio corpo disteso e io raddrizai la schiena, per assumere la sua stessa posizione.
<<Alzati>>
Non avrebbe accettato repliche e, per questo, mi affrettai a fare ciò che mi aveva detto.
<<Spogliati>>
La luce della camera era spenta e di lui potevo vedere approssimativamente solo alcuni tratti; eppure mi sembrò di scorgere sul suo viso un sorriso di sfida.
Voleva capire quanto mi sarei spinta avanti e quanto sarebbe riuscito a dominarmi.
Slacciai la cerniera laterale del vestito che subito cadde a terra con un leggero fruscìo di stoffa.
Non indossavo nessun reggiseno e mi portai di conseguenza le braccia al petto per nascondere più pelle possibile.
Iniziai a mordermi l'interno guancia. Non ne capivo il motivo, eppure mi sembrava di essere agitata.
Mi posò le mani sui fianchi e fece una leggera pressione per farmi capire che mi sarei dovuta avvicinare di più.
Mi prese i polsi, si alzò e mi spinse senza preavviso indietro, portandomi nuovamente schiena al muro. Ancora una volta i miei movimenti erano limitati alle sue intenzioni.
La sua mano si mosse tra i miei seni - dopo averne palpato uno a lungo -, lungo il mio addome e verso la mia intimità, ancora coperta dal sottile strato delle mutandine di pizzo nero.
Intanto non smetteva di stuzzicarmi il collo con le labbra e i denti.
Scostò leggermente il tessuto e le sue dita arrivarono finalmente in contatto con la mia entrata umida per l'eccitazione.
Mi morsi il labbro con forza quando iniziò a entrare dentro di me con l'indice, rimanendo però solo nella parte superficiale, senza andare in fondo.
<<Chiedimelo>>
La sua voce era roca come non l'avevo mai sentita.
<<Chiedimelo>> mi ripetè ancora nell'orecchio.
<<Puoi...>> mi fermai un momento per l'imbarazzo <<...masturbarmi?>> aggiunsi, alla fine, con un sussurro.
<<Brava, Bimba>>
Il mio battito cardiaco aumentò di colpo. Bimba?
Due delle sue dita entrarono di colpo dentro di me e lasciai sfuggire un gemito dalle mie labbra.
Chiusi gli occhi mentre le sue dita si muovevano dentro e fuori dalla mia intimità.
Non potevo muovere le braccia, costantemente ancorate al muro dalle sue, e tantomeno il resto del corpo se non per assecondare il movimento della sua mano.
Dopo vari minuti le mie pareti interne iniziarono a gonfiarsi. Ero vicina all'orgasmo ma mai ero riuscita ad arrivare a un tale livello di piacere.
Ero sicura che in pochi secondi sarei venuta ma le sue dita uscirono da me veloci come erano entrate.
Emisi un verso di dispiacere.
<<Non finire da sola stasera>> mi sussurrò non allontando la bocca dalla pelle del mio collo e provocandomi forti brividi per il contatto prolungato.
Passò qualche istante.
<<Se vorrai sarò io a provocarti un orgasmo come si deve. Tua la scelta>>
Mi lasciò le mani, così che io potessi allontanarmi dalla parete.
Mi abbracciai i seni per tornare a nascondere la nudità e, guardando il pavimento per l'imbarazzo, iniziai ad allontanarmi verso la porta; la aprii e uscii non guardandomi in dietro.

Il mio capoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant