L'inizio della verità

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"Del... Vai avanti Ash." lo incitai a continuare.

"Del... Beh.. Mi ha detto del tuo passato." disse con voce un po tremolante.

In quell'istante il mondo mi crollò addosso. Conosceva il mio passato, sapeva di quel passato macchiato per cui ero diventata la ragazza dura e pulita che ero ora. Non potevo crederci lui sapeva tutto, la bulimia, il bullismo. I miei problemi, erano nella sua testa.

"Sam, ascolta." disse e mi prese il viso tra le mani e continuò "Se c'è un motivo perché mi sono innamorato di te è perché stando vicino a te in questo mese o mese e mezzo, ho capito che sei forte. Hai spazzato via tutto il male e lo hai rimpiazzato con dei sorrisi che mi regalano l'universo."

E in men che non si dica le lacrime solcarono il mio viso.

"Tu non mi ami, io ti faccio pena." gli risposi ascigandomi le lacrime con il dorso della mano.

Ancora non riuscivo a capire come aveva fatto a sapere suo cugino Jessie di tutto c'ho. Ci avevo messo l'anima per nascondere quel passato. E ora come nulla fosse era nelle mani di tutti.
Corsi via e lo lasciai lì.

Entrai in classe e subito ricevetti l'attenzione di tutti.

"Mi hanno informato signorina Carter. Si sente meglio?" mi chiese il professore mentre mi sedevo al mio posto accanto a Jo.

"S-si grazie." risposi con voce tremolante.

Passai la maggior parte delle altre 2 lezioni a pensare alle parole di Asher. Tutta la sicurezza che avevo avuto era stata spazzata via. Avevo paura al fatto di sapere che qualcuno avrebbe potuto urlare al mondo quello che avevo nascosto con le unghie.

In mensa non feci parola.

"Sam, so che interrompere il tuo silenzio è sacrilegio ma Ash sta venendo verso il nostro tavolo." mi avvertì Jo.

Mi alzai, misi la felpa e presi lo zaino.

"Non lo voglio vedere diglielo se te lo chiede." dissi a Jo con tutta la freddezza che avevo in corpo.

"Ti ha vista Sam, sta venendo da te."

Affrettai il passo e uscii dalla mensa dirigendomi verso il prato del cortile.

"Fermati!" sentì urlare da una voce lontana, lo riconobbi era lui.

Continuai ad accelerare il passo. Entrai nella biblioteca della scuola, mi scontrai contro chiunche stesse uscendo, morivo dalla voglia di sparire dalla sua vista.

"Diamine Sam!" si fermò davanti a me.

"Alza il culo da quella sedia, dobbiamo parlare." mi prese per un braccio e mi fece alzare portandomi all'esterno della biblioteca.

"Non fare la bimbina!" mi urlò contro rimproverandomi.

"Non c'era bisogno che mi tirassi per il braccio, mi sarei alzata da sola." feci io con tono scocciato, ma sempre cercando di non guardarlo negli occhi.

"Ascoltami, è dal momento in cui ci siamo scontrati in quelle maledette scale che mi è andato a fare in culo il cervello quindi ora mi spieghi che cazzo hai con me!"

"Sai il mio passato ecco cos'ho con te." sussurrai.

"E quindi? Pensi che il tuo passato rovini qualcosa? Il tuo passato è il tuo passato e di certo non diminuirà o maggiorerà quello che provo per te." fece un respiro profondo e continuò "Sei così complicata..." e finì la frase prendendomi il viso tra le mani e appoggiando la sua fronte sulla mia.

"Voglio sentirmelo dire da te ora." mi sussurrò sulle labbra prima che esse potessero incontrarsi e dare inizio a una lotta fra unicorni marini nella mia pancia.

Rapimenti di sguardiWhere stories live. Discover now