38. Inferno d'inchiostro

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Fiamme avvizzite
Desideri infranti,
Bruciami l'anima, bruciala!

Corrosa.
Svuotata.

Perdonami...
Perché ti ho guardata,
Nel mio mondo ti ho trascinato.

Perdonami.

Io sono
il tuo più grande
Peccato.



Mi voltai di scatto, mi liberai con uno strattone dalla mano di Ivan.

Lo sapevo, ancor prima di vederlo con i miei occhi.

Lo sentivo, in ogni filamento di figlia della luna che piangeva.

Lo percepivo, nel mondo che si era sospeso, trattenendo il respiro, attirandomi verso l'altro capo del mio destino, quel filo rosso che si era conficcato nel cuore, sgusciando nelle mie ombre e imbrigliandomi nelle sue schegge di luna...

Annaspai, i capelli mi frustarono il volto.

Mi si stropicciò l'animo mentre osservavo verso l'altro lato della carreggiata, di lato alla carcassa in fiamme.

Mio padre si irrigidì.

«So che cosa vuoi da me, Moon

Piegato sulle ginocchia, sul parapetto in muratura, la notte a incorniciare le sue tenebre. Con una lentezza che aveva dell'innaturale, Nicholas si eresse in tutta la sua statura dinoccolata, estrasse le dita pallide dalle tasche dei pantaloni neri ed eleganti che indossava.

Il collo e il volto erano lattei come la luna, che quella sera non aveva avuto il coraggio dimostrarsi.

«Nicholas...»

Le schegge frantumate del mio cuore erano pezzi disgregati di quello che un tempo era stato un sentimento limpido e motrice dell'universo.

Nicholas si avvicinò, ponderato come un felino, il fuoco che gli sagomava il profilo tagliente del volto.

Non fui più padrona di niente.

Lo sentii, il grido implorante e furibondo di Ivan, le sue dita che provarono a trattenermi, invano.

Superai mio padre e sentii il suo sguardo spiazzato e sgomento penetrarmi la nuca. Ma ero ormai oltre.

Nicholas si bloccò, affilò lo sguardo, immobilità ostentata di pantera.

«Nicholas...»

Mi fermai, pochi passi a dividerci.

L'aria densa di fumo tra di noi. L'attesa che si caricava di elettricità, le fiamme come cornice della mia dannazione, di quei nostri sbagli, come la prima volta alla baita. Con quella mia insicurezza verso il mondo che si era trasformata, con quella sua reticenza di bestia che si era sbriciolata sotto il mio tocco audace...

Il primo che ne era stato fautore.

Inspirai. Avanzai di un passo.

Nicholas serrò le dita a pugno, le vene sui dorsi delle mani gonfie come se stessero incanalando, trattenendo, imbrigliando.

E fu quella, l'unica conferma di cui avevo bisogno...

Allora come adesso.

La prima volta che avevo guardato oltre e che avevo compreso quella sua reticenza nell'allontanarsi da me.

Black Moon ~ Il peso della SperanzaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang