28. Colpevole

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Burn,
let it all burn
This hurricane's chasing us
all underground

Thirty Seconds to Mars - Hurricane


Il tabellone dalle mille scritte verdi fluorescenti, impresse su sfondo nero, stagliava in alto sopra le nostre teste

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Il tabellone dalle mille scritte verdi fluorescenti, impresse su sfondo nero, stagliava in alto sopra le nostre teste. Era ben visibile da ogni lato del rullo trasportatore che conduceva a destinazione le valigie dei passeggeri.

Strinsi la sacca che conteneva i miei unici averi; sistemai il cappellino in cotone verde oliva sui lati della testa.

Ogni respiro smorzato, risata gorgheggiante e improvvisa, passo che cambiava direzione... tutto mi metteva sull'attenti. Ero una molla, elastico che si allungava e ritraeva tra un pensiero e l'altro. L'adrenalina latrava, il fuoco scintillava, in attesa.

Perchè, ora come non mai negli ultimi quattro mesi, sentivo una parte di cuore battere a un ritmo incalzante, logorante e sfilacciante... e sapevo cosa significava quel codice morse irrequieto.

Era vicino, Nicholas, ora come non mai. Mi mancava, ogni respiro di più.

Ero venuta a salvare mia madre, ma il prossimo era lui.

«Concentrati, Scheggia. Siamo arrivati come previsto con cinque ore di vantaggio.»

Lode al fuso orario.

Sollevai il capo di scatto, andai a sbattere contro la spalla di Ivan; mi scrutò contrariato da dietro le spesse lenti che gli coprivano gli occhi ambrati.

«Osserva tutto. Come ti ho insegnato. Siamo sardine nella rete dei pescatori, Sam. Hanno troppi uomini, sarebbe troppo facile prenderti se qualcosa andasse storto. Non si arrischieranno a portare Amy all'interno dell'aeroporto, troppi spettatori in un luogo pubblico. Ma la terranno vicina, questo è certo. Li servirà per convincerti.»

Annuii, l'adrenalina mi pregava solo di agire. Tentai di tirare i miei pensieri a terra, come zavorra che frena un aquilone trascinato dalle correnti.

«Quindi?»

Se non ci fosse stato Ivan, lì con me, a pianificare le nostre azioni, sarebbe stato un disastro. Lui in 24 ore aveva pensato a tutto; io a nulla.

Faceva falle da tutte le parti il suo piano? Sì.

Non prevedeva piano B o C, in caso di imprevisto? No.

Avevamo altre alternative? Non al momento.

Dovevo solo confidare nella dea bendata. Ero venuta a riscuotere il conto, e ne avevo di arretrati.

Ivan si adagiò contro una colonna con appesa una nota informativa sulle norme igieniche vigenti.

«Will ha condiviso le coordinate che è riuscito a rintracciare delle attuali guardie ristrette di Charles. Smettila di guardarmi così, Scheggia, mi fido di Will.» Spostò lo sguardo da me al circondario, per poi riporre il telefono nella tasca laterale dei pantaloni kaki. «Secondo il gps stavano lasciando ora Haywards Heath.»

Black Moon ~ Il peso della SperanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora