6. Concedimi un attimo

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Kayla è sempre stata quel tipo di persona che non ci pensava nemmeno per un secondo di spegnere la sveglia o di rimandarla di qualche minuto; appena suonava, Kayla si precipitava fuori dal letto più pimpante che mai! Ma quella mattina no, quella mattina Kayla voleva solamente rifugiarsi fra le lenzuola e dimenticare il giorno che stava vivendo, voleva totalmente cancellarlo. 

Eppure, le promesse sono promesse, e Kayla, oltre ad essere mattiniera, era anche fedele alle sue parole. Manteneva sempre le sue promesse. 

«Sei ancora in tempo per sciogliere il patto e far finta di niente.» Disse Seo-ham con la mano serrata intorno alla maniglia della porta. I due amici erano vestiti e sistemati, pronti per una nuova settimana di corsi e studio matto, stavano per uscire dall'appartamento di Kayla, ma entrambi sembravano parecchio titubanti, incerti, sul punto di arrendersi e tornare a letto. 

Lo sguardo di Seo-ham diceva tutto: aspettava con ansia la risposta di Kayla, nella speranza che lei acconsentisse a ciò che aveva proposto. Ma la ragazza americana pareva decisa. «Non si torna indietro, oggi ci dichiareremo Seo-ham.»

«Hol!*» Rispose il moro con un'espressione mista tra delusione e incredulità. Aprì finalmente la porta e sistemandosi lo zaino sulla spalla, i due uscirono dall'appartamento, diventando sempre più tesi ad ogni passo. 

Il percorso verso l'università non era mai stato così breve. Più cercavano di camminare lentamente e di perdere tempo, nella speranza di arrivare con le lezioni già cominciate, e più i loro passi sembravano esseri quelli di un gigante. La strada pareva essersi accorciata di un paio di chilometri, e in men che non si dica, Kayla e Seo-ham erano davanti la facoltà, che si presentava più imponente e severa che mai. 

«Studiamo qui da tre anni e non avevo mai notato quel cornicione. Dici che è in stile romano o greco?» Domandò Seo-ham con lo sguardo rivolto in alto, a contemplare il cornicione del palazzo, come se si intendesse di architettura. 

«Basta cazzate, ora o mai più!» Esclamò Kayla non badando alle parole dell'amico.  «I corsi inizieranno fra quindici minuti, so per certo che il tuo Jae-chan, secchione com'è, sarà già in aula, perciò corri da lui.»

«Aish!* Odio questa situazione...»

«Smettila di lamentarti! Abbiamo fatto un patto e devi rispettarlo.»

«Allora tu vai da Seo-joon, adesso!»

«Se mi dai tempo, idiota!» Sospirò Kayla irritata. Entrambi si guardando un'ultima volta, completamente a disagio e imbarazzati. Si sentivano già due perdenti, convinti di star andando a fare una figuraccia con coloro per cui avevano una cotta. «Buona fortuna.»

«Che la forza sia con te», recitò Seo-ham e si avviò verso l'ingresso della facoltà di Ingegneria, dove studiava Jae-chan. Kayla lo guardò entrare, stringendo le mani in pugni come a mandargli la forza, e sussurrò un flebile fighting. Poi si girò, sentiva lo stomaco in subbuglio, e si avviò in direzione della sua facoltà di Musica. 

 

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