4. Fare ricerche su di me significa "interesse"

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Seo-joon non riusciva proprio a crederci che Kyla fosse capace di fare cose del genere! Ormai conosceva la sua natura, sapeva che era una tosta e senza sentimenti, ma non fino a questo punto! Era stata proprio crudele, e non tanto per aver fatto ricerche su di lui, ma per aver urlato i dettagli del suo passato travagliata all'interna università! 

«Incredibile!» Si disse da solo mentre continuava a camminare avanti e indietro per il suo appartamento. Aveva ricevuto almeno una ventina di chiamate dal suo manager e dall'avvocato, i quali volevano a tutti i costi farla pagare cara a Kyla. E forse era giusto così, dopotutto lei meritava di essere punita. 

Il suo monologo interiore su quanto fosse stato burrascoso l'inizio dell'anno accademico fu interrotto dal suono del campanello, sperava vivamente che il suo manager non si fosse presentato a casa sua, perché non aveva le energie necessarie per affrontare quel discorso un'altra volta. Ma quando Seo-joon si avvicinò al display del citofono riconoscendo la faccia di Kyla, rimase senza fiato. Che diavolo ci faceva lei lì? 

Premette sul bottone per attivare l'audio. «Ti consiglio di rifare al contrario la strada che hai percorso per arrivare fino a qui, altrimenti chiamo la polizia.»

«Non fare il bambino e apri. Sono qui per parlare di affari.» Rispose Kyla attraverso il citofono. 

«Allora parla direttamente con il mio avvocato, forse riuscirà a farti ottenere una semplice cauzione da pagare se farai le tue scuse pubblicamente. In caso contrario, credo proprio che dovrai passare un po' di tempo in prigione.»

Seo-joon stava per interrompere quella chiamata, ma Kyla non mollò. «Sono qui per affari ma anche per scusarmi. Sono troppo orgogliosa per farlo pubblicamente, ma in privato dovrei riuscirci.»

La ragazza si stava innervosendo, ma cercò di mantenere la calma per sembrare il più sincera possibile. Era lì per convincere Seo-joon a far cadere le accuse contro di lei, e se per ottenere questo doveva scusarsi allora l'avrebbe fatto, ma il suo pensiero su quel ragazzo non sarebbe mai cambiato. Continuava a provare repulsione nei suoi confronti. 

Seo-joon attese qualche minuto prima di avere la forza e premere il pulsante per aprire il cancello. Il suo palazzo era molto alto, dalla struttura elegante e moderna, con ampie finestre e un terrazzo di lusso. Kyla ci mise un po' per arrivare fino al suo piano, restando ammaliata da tanta bellezza. Quel palazzo era persino più bello e chic del suo. 

La porta dell'appartamento era aperta, così vi entrò senza curarsi né di togliere le scarpe né di chiedere il permesso per raggiungere Seo-joon nel salotto. 

«So che probabilmente sarai ancora legata allo stile di vita americano, ma qui in Corea abbiamo delle regole, delle abitudini che contribuiscono a rendere la nostra vita il più civile possibile, perciò ti prego di toglierti le scarpe all'entrata. Il pavimento è stato pulito da poco.» Seo-joon lo disse senza neanche guardarla, aveva sentito il rumore della suola delle scarpe sulle mattonelle lucide e gli bastò quello per mandarlo fuori di testa. Già non sopportava la presenza di Kyla in casa sua. 

«Non eri colui che predicava la gentilezza e l'educazione? Ti sembra questo il modo di rivolgerti a un ospite?» Kyla si tolse il cappotto e si mise seduta sul divano di pelle, accarezzandone la superficie liscia e dura. 

«Entrare con le scarpe nell'appartamento di qualcun altro è considerata maleducazione, quindi mi sa tanto che tra noi due sei proprio tu a non essere educata.» Seo-joon fece un finto sorriso e si versò da bere, cercando di non sbraitare poiché Kyla non si era tolta ancora le scarpe. 

«L'hai detto tu stesso, ho lo stile di vita americano, non puoi cambiarmi.» Si lasciò confortare dallo schienale morbido del divano, le piaceva proprio quel mobile. «È per me?» indicò il bicchiere che Seo-joon teneva fra le mani. 

True Beauty 🖤Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon