Vuota

2K 62 16
                                    

Non sono triste o depressa, è che sono stanca, ma non so minimamente di cosa sono stanca. La felicità c'è, eccome, ma dopo un pò mi stanco. É come se quella troppa felicità che avevo vissuto durante la mia infanzia, si fosse prosciugata e non mi resti altro che indifferenza. Non ho mai avuto persone a cui essere legata particolarmente, a eccezione di mia madre. Mia madre è l'unica persona a cui tengo di più. Non ho mai avuto grandi amici o grandi amori. Non ho mai avuto un padre, o meglio, mio padre non ha mai avuto una figlia. Sono indecisa fra la certezza di voler cercare qualcosa che non troverò mai e l'indifferenza per qualcosa che aspetto da troppo, proprio tanto ormai. A 16 anni non si è stanchi, neanche depressi. Vorrei essere come le altre. Spensierate. Vorrei avere l'umore che si addice alla mia età.

In teoria ho una migliore amica, ma non è proprio una migliore amica, perché secondo una mia teoria: se non è reciproco, non è; infatti io la reputo come mia migliore amica, ma lei no, o almeno credo. Lei ha molte amiche e amici rispetto a me, lei scherza sempre è una sorta di ragazza tutta trucco e smalto, ma ha la finezza di un elefante, è rude come un camionista.

Forse è stata la prima persona che ho adorato in questo paesino di San Diego.

É sincera, diretta, le cose te le dice in faccia, ma a volte sempre troppo in faccia e potrebbe fare male, ma non è problema suo, è problema di chi si fa spezzare dalla sincerità. Sam, ovvero Samantha Carter, io, è fatta così, purtroppo pretende la massima sincerità e se qualcuno la spezza si lascia spezzare, inerme.

Sono più o meno coricata  con i miei capelli neri posati sulle margherite del prato di Jeston Park.

Amo leggere fino ad avere tutti quei libri persino sullo stomaco.

Non credo di aver mai letto un libro che mi spiegasse che diamine fosse sentirsi vuoti.

Non mi sento ne triste, ne felice, ne arrabbiata ne serena, ne calma, ne agitata, ne strana, ne a posto, ne stupida, ne intelligente, ne sola, ne in compagnia, ne amica e nemmeno nemica di me stessa, non sentivo un bel niente, in tutto quello che avevo attorno o alle spalle o davanti o sopra o sotto, niente.

Non voglio cambiare, voglio semplicemente riempire quel vuoto perché ho quasi paura che mi risucchi con se.

Ci sono molti tipi di fiori, tanti. Tra tulipani, geranei, viole, rose, papaveri, orchidee, camelie, gelsomini e tanti altri, io mi sento come le margherite.

Sono i fiori che crescono ovunque, in qualsiasi prato, quelli che i bambini strappano o che gli anziani la domenica mattina, di primavera, facendo l'erba tagliano e uccidono. Perché se hai un prato pieno di papaveri, viole o rose non le tagli come se niente fosse, le tratti bene e le fai crescere. Ma tutti mi trattano come una margherita, tutti un po' in generale.

Capita di volersi sentire importanti, si, capita spesso. Soprattutto se non lo si è mai stati per nessuno.

Rapimenti di sguardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora