CAPITOLO 39

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DAMON

Ci siamo svegliati da penso un'ora e dopo un po' di sano cazzeggio a letto lei si è alzata per farsi una doccia e prepararsi per andare in palestra, come sè quel corpo illegale avesse bisogno di esercizio, mentre io invece sono rimasto un altro po' ad oziare tra le coperte, oggi devo lavorare tutto il giorno in ufficio per esaminare tutti i dati degli ultimi cinque anni e verrà ad aiutarci anche mio padre e zio, tutti e quattro i Miller, non succedeva da molto.

Quando prima le ho detto che probabilmente oggi non ci saremmo visti ho scorso un velo di delusione in quegli occhioni smeraldo e ne sono rimasto spiazzato, mai nessuno aveva provato delusione nel non avermi attorno, nessuno sentiva la mancanza della mia presenza e a me stava benissimo così, eppure a lei sembra mancare, le piace la mia presenza e cazzo, anche sè non lo ammetterò mai anche a me piace la sua.

Ieri sera penso di aver perso anche l'ultima briciola di lucidità quando quel nanetto mingherlino senza cervello è entrato in casa come fosse sua e l'ha baciata, ha toccato le sue labbra, l'ha toccata, stavo per alzarmi in quel preciso istante ma Travis mi ha rimesso a sedere bloccandomi, grave errore, sè lo avessi ammazzato ora non avremmo il problema di un coglione in questa casa ma a quanto sembra non ce ne siamo liberati.

Per tutto il resto della sera o rimuginato su loro due, anche sè la loro immagine insieme mi faceva sempre più incazzare, più li guardavo e più sentivo che, cazzo stanno bene insieme. Lui è un tipo tranquillo e gioioso, proprio come lei che, anche sè a volte ha i suoi momenti di pazzia, alla fine è sempre buona e gentile; insieme dovevano essere proprio belli, mentre guardaci, nelle mie mani lei è come un diamante nelle mani di un orco, l'ho già ferita innumerevoli volte e lei apparte qualche crepa non si è mai distrutta.

L'ho fatta piangere, non piangeva da quando aveva otto anni ed io dopo forse sei mesi in cui l'ho conosciuta sono riuscito persino in questo, quella sera quando una lacrima le rigò la guancia persi un battito, l'avrei ferita, questo era certo, ed infatti successe eppure lei al posto di eliminarmi dalla sua vita a comunque accettato di stare con me; probabilmente insieme non dureremo nulla, anzi è più che palese, siamo troppo diversi, ma voglio godermi questo momento di quiete e non lascerò che una testa di cazzo me lo rovini.

Mi ha incasinato la vita creandosi il suo spazio, si è fatta un posto tutto suo nella mia mente e in qualche modo è riuscita a risanare quella crepa che mi lacerava, fa ancora male ma, anche sè potrò sembrare un emerito coglione, non riesco a incazzarmi con lei quando sorride.

<<Ma allora vedi che ti mancano i neuroni!?>> La sento gridare furiosa dal bagno ed è lì che capisco che ha trovato il mio regalo, una cosa da poco ma che si porterà per una bella settimana addosso.

Schivo una spazzola scoppiando a ridere quando esce dal bagno in asciugamano indicandosi il collo, le ho lasciato due succhiotti letteralmente viola sulla pelle, ho segnato il territorio così quel nano bastardo ci penserà due volte prima di mettere la sua bocca bavosa dove non deve.

<<Ti stanno bene.>> Inferocita mi lancia tutto ciò che le capita per mano ed io rido ancora coprendomi con un cuscino per non esser preso in pieno da tutta quella roba, quando si incazza è esilarante, soprattutto perchè sembra un puffo che tenta di incutere timore, è adorabile. <<Tanto li copro con il trucco stronzo.>> Scatto in piedi precedendola e corro in bagno prendendo la sua borsetta di trucchi, nemmeno sè mi tagliano il cazzo lascerò che sè lo copra, tenta di prenderli ma alzo la mano in aria in modo tale che con il suo metro e una preservativo non riesca ad arrivarci, ed infatti nemmeno saltando ci arriva.

Assottiglia lo sguardo incrociando le braccia al petto coperto solo da un insulso asciugamano, quello che si nasconde lì sotto penso si possa classificare come l'ottava meraviglia del mondo, sono dipendente dal suo corpo. <<Dammeli.>> Mi ammonisce ma scuoto il capo continuando a tenerglieli lontani e alla fine si arrende, che bello poter vincere sempre, marcia incazzata in camera per vestirsi ed io la seguo ridacchiando come un coglione dopo aver poggiato la borsetta rosa molto mascolina dei suoi trucchi. Priva d'imbarazzo lascia cadere l'asciugamano a terra rivelando quel culo, sodo, tondo, alto, un signor culo; lei contrariamente ad altre ragazze non si sente in imbarazzo sotto gli occhi di altri, sa di essere bella, dannatamente bella e usa questa cosa a suo favore, a me specialmente mi fotte sempre.

Sick attraction 1Where stories live. Discover now