CAPITOLO 22

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ISABELLE

<<Eddai fammi entrare!>> Sono due ore, BEN DUE, che sto cercando di convincere Martina a farmi entrare in camera sua e far dormire Travis al posto mio nel letto con quel cretino ma non sembra né voglia sapere qualcosa, non ho voglia di tornare in quella stanza perchè quasi sicuramente sè lo rivedo inizierò a prenderlo a schiaffi e di rovinarmi anche la sera di Natale non ci penso proprio. Sbatto i piedi come una bambina facendole gli occhioni per cercare di farle almeno un po' pena ma non funziona, non si smuove dalla sua posizione nemmeno un'istante, che bell'amica! <<Scopate e sistemate tutto, facile!>> Eh si facilissimo, non mi farò toccare da quel coglione nemmeno con le pinze stasera, ha superato ogni limite e la pagherà per questo, iniziando con una bella carestia di sesso, e stavolta non cederò per nulla al mondo.

<<Che succede?>> Interviene Travis uscendo dal bagno affiancando la mia amica in piedi sull'uscio della porta che mi guarda a braccia conserte. <<Puoi fare un regalo di Natale alla tua amica del cuore?>> Gli chiedo melensa appiccicando le mani a mò di preghiera e facendogli gli occhioni da cane bastonato e lui come sempre annuisce sorridendomi. <<Vai a dormire con quel troglodita di tuo cugino?>> Sgancio la bomba e lui per qualche istante rimane a pensarci, passano istanti in cui spero vivamente di ricevere una risposta affermativa ma quando ricomincia nuovamente a parlare le mie speranze sfumano.

<<E ricevere un pugno nello stomaco? Nemmeno morto, Isa fate sesso e risolvete.>> Ribatte con fare ovvio ed io per poco non gli stacco le gambe, cos'è, vi siete fatti una dose di cocaina tutti insieme? Sembrano dei dischi rotti, questi due dicono la stessa cosa. <<Mi faccio sparare più tosto.>> Lagno fulminandolo e lui ridacchia poggiandomi un bacio sulla testa come fa un genitore quando il figlio fa i capricci, giuro che sè non mi si scolla subito lo castro! <<Allora buon suicidio amica mia, ti voglio tanto bene.>> Gli alzo il medio e entrambi rientrano in camera ridendo e chiudendosi la porta alle spalle, non servono mai a nulla quei due, sono proprio fatti l'uno per l'altra!

Con passo spedito tipo soldatino mi dirigo verso la mia stanza, non c'è via di scampo quindi o la va o la spacca, Miller spero per te che tu non sia sveglio perchè sè no faccio scoppiare la terza guerra mondiale.

Apro esitante la porta abbassando tremante la maniglia, un respiro profondo e schiudo la lastra di legno affacciandomi nella stanza, tutto tace e in mezzo al buio si riesce solo a scorgere la sagoma di spalle di Miller, sta dormendo, grazie al cielo; entro in punta di piedi, mi sfilo i vestiti e entro nel letto in intimo, non dormo mai vestita o meglio certe volte indosso almeno una felpa o una maglietta, ma in questa casa fa un caldo assurdo e non ho intenzione di cuocere. Gli do le spalle e quando finalmente mi sono sistemata sotto al piumone non si sente più nulla, lui non è come quegli uomini che russano o fanno cose simili mentre dormono, lui è silenzioso sia da sveglio che mentre dorme. Sentendo la curiosità vacillare mi volto trovandolo supino che dorme così mi avvicino leggermente per poterlo ammirare meglio: viso squadrato dalla leggera barba curata, sopracciglia perfette, naso dritto, occhi chiusi e contornati da folte ciglia nere, il ciuffo scarmigliato che gli ricade sulla fronte, le labbra leggermente schiuse da cui fuggono leggeri sospiri, è attraente anche mentre dorme soprattutto sè è a torso nudo con i muscoli in bella vista.

Non riuscendo a trattenermi gli sfioro i capelli morbidi con la punta delle dita, sono soffici come zucchero filato e di un nero cenere, nero ma tendente al castano scuro; proseguo poi sfiorandogli il solco tra le due sopracciglia curate, percorrendo il profilo del suo naso con l'indice, continuo poi fino alle labbra disegnandone il contorno, sembra disegnato, tutto è Perfetto e allineato con il resto, un quadro finito dove l'artista a perso decenni per renderlo ciò che è ora. Arrivo poi al collo sfiorandogli il pomo d'Adamo, le scapole, arrivando quindi al tatuaggio sul pettorale destro, mi ha sempre ammaliato ma non ho mai avuto il coraggio di chiedergli niente, non ho mai voluto metterlo in difficoltà così mi sono fatta i cavoli miei ma è davvero bello, gli conferisce quell'aria vissuta in più che lo avvolge di quella virilità irresistibile.

Sick attraction 1Where stories live. Discover now