CAPITOLO 5

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ISABELLE

Mi guardo allo specchio analizzando meglio cosa indosso: un tubino nero che mi fascia alla perfezione le curve e che mi arriva a metà coscia con delle catenine al posto delle bretelle, le Loubouten di Marisol che si è gentilmente offerta di prestarmele ma che mi ha espressamente detto che se le rovino anche solo la punta di queste bellezze mi stacca la testa e l'appende al posto del lampadario in salotto, costano un rene e lei ci ha messo due stipendi interi per comprarsele.

Tra mezz'ora ho un dannato pranzo di lavoro in cui dovremo discutere del progetto per l'hotel ed io devo assistere al fianco del mio "adorato" capo, non ho idea di dove sia quindi non sapevo come vestirmi, ma a giudicare da che tipo di persona e Miller sicuramente sarà uno di quei ristoranti eleganti e perfettini in cui vanno solo ricconi e sciacquette, quindi ho optato per qualcosa di più elegante anche se sono più che sicura che a quel testone vuoto non andrà bene.

Scendo di sotto pronta alla tortura psicologica che mi attende e trovo i miei amici che pranzano felici e allegri con un bel piatto di pasta al sugo credo, non me ne intendo di cucina italiana, non appena mi vedono i due omoni biondi partono con i loro soliti versi e fischi d'apprezzamento ed io gli tiro un coppino ad entrambi che subito dopo scoppiano a ridere, devo ammettere che vorrei tanto potermi sedere e provare quella squisitezza che ha preparato Mari ma purtroppo non posso. <<Tesoro, portati a casa un bel miliardario.>> Si raccomanda Sofia squadrandomi da testa a piedi ed io ridacchio divertita, in quella testolina mora non ci sono altri pensieri se non quelli che stiamo intendendo un po' tutti in questo momento.

<<Non mancherò di accontentarti, scusate, ma avete visto per caso il mio cellulare dell'impresa?>> Me lo hanno affidato da meno di un giorno e già l'ho disperso in qualche angolo della casa, per fortuna che avrei dovuto tenerlo sempre a portata di mano. <<Eccolo...>> Me lo passa Tina. <<Un certo Travis ha detto che saranno qui tra cinque minuti.>> Alza e abbassa le sopracciglia leggendo tra le righe un doppio senso che non esiste ma io glielo lascio pensare, non mi importa tanto. <<Ah sì Trav, il mio amico, penso sia gay.>>

Commenta Max addentando una forchettata enorme di pasta, solamente perchè non si fa qualsiasi cosa respiri e abbia le tette che gli passa a meno di dieci metri di distanza non è che deve per forza essere omosessuale e poi non ci vedrei niente di male anche fosse. <<Penso sia qualcosa che riguarda solo lui.>>

Lo ammonisco mettendo nella borsa il cellulare, non conosco molto Trav ma non mi è mai piaciuto sparlare delle persone alle spalle, è sbagliato. Non appena sento il campanello suonare saluto tutti con un bacio veloce sulla guancia e vado ad aprire sentendo gli occhi di tutti e cinque puntati addosso, certe volte sono peggio delle nonnine in paese che si fanno gli affari di mezzo mondo, è assurdo.

Ad entrare è quel metro e novanta di Miller con indosso uno smoking nero, la camicia nera fascia alla perfezione il busto scolpito e mette in risalto i bicipiti pompati, i pantaloni e eleganti avvolgono le gambe toniche e i capelli neri cenere sono sistemati in un ciuffo perfetto con del gel, mi perdo qualche istante e scrutarlo mentre lui invece mi sta davanti fissando lo schermo del cellulare.

<<Cristo da vivo è ancora più grosso.>> Commenta sottovoce quella che penso sia Martina, anche se il suo tentativo di non farsi sentire non sembra star funzionando. <<Non ho mai voluto come adesso diventare un cellulare.>> Continua Sofia mentre io invece vorrei quasi sotterrarmi quando Miller alza lo sguardo guardandosi prima intorno annoiato e poi fissare quelle iridi profonde su di me, vedo la sua mascella contrarsi e gli occhi passare in rassegna ogni centimetro del mio corpo; anche se non mi sta nemmeno sfiorando, la sensazione delle sue mani di nuovo sul mio corpo sfiora la mia mente per svariati secondi ma scaccio subito quella sensazione. <<Andiamo, muoviti.>> Mi ordina con il suo solito tono autoritario e seccante, non mi sono mai fatta dire cosa fare da nessuno e lui si sta prendendo troppe libertà, questa cosa mi da sui i nervi in una maniera esponenziale ma devo rimanere calma e tranquilla, almeno per cinque minuti.

Sick attraction 1Where stories live. Discover now