CAPITOLO 37

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ISABELLE

<<VOI CHE COSA?!>> Ebbene sì, ho appena finito di raccontare ai miei amici ciò che è successo ieri e ora sono tutti e cinque qui che mi guardano come sè avessero appena visto atterrare un ufo davanti ai loro occhi, so che può sembrare surreale, sinceramente non ci sto credendo nemmeno io ma a quanto pare è la realtà, penso; stamattina avevo promesso a Max e a Cole che gli avrei fatto i loro biscotti preferiti così quando ci hanno raggiunto anche le ragazze per fare colazione, mentre impastavo i biscotti mi sono detta, ma perchè non dirglielo tanto lo scopriranno da soli in caso, e allora di punto in bianco ho sganciato la bomba e per poco Sofia non si strozzava con il latte mentre beveva. <<Sganciate i soldi ragazzi!>> Esclama Max e sbuffando gli altri quattro prendono i portafogli per dargli venti dollari, cioè fermi, avevano scommesso sul fatto che io e Miller ci mettessimo insieme? <<Che state facendo?>> Chiedo inorridita mentre modello a pallina l'impasto per poi metterlo sulla teglia con la carta da forno, Max festeggiando si infila la vincita in tasca mentre gli altri imprecano sottovoce. <<Avevamo fatto qualche scommessa, ad esempio io avevo scommesso che ti avrebbe messa incintaancora prima che vi metteste insieme.>> Mi spiega Sofia e a me per poco non mi cade l'impasto sui piedi quando sento le sue parole, incinta? Ma gli è andato in pappa il cervello?<<Io che vi sareste ammazzati.>> Continua Marisol esponendo la sua scommessa e diciamo che penso sia quella più attendibile visto che mi verrebbe voglia di tagliarlo a pezzettini ogni tre per due e spedirlo in Congo in una scatola. <<Io che non lo avresti più voluto vedere.>> Anche questa supposizione di Cole non è del tutto fuori dalle opzioni che avevo preso in considerazione, anzi penso che avrei fatto così sè non fosse successo tutto ciò che è successo. <<Ed infine io e Trav che sareste rimasti scompamici.>> AH quindi in tutto ciò anche mio cognato centra, fantastico, riceverà una bella strigliata anche lui non appena lo rivedo quello stronzetto, ad ogni modo nessuna delle loro ipotesi era poi tanto improbabile, apparte quella di Sofia, quella la scarto a priori, voglio un bambino ma così anche no.

<<Ragazzi dobbiamo festeggiare e questa volta sul serio.>> Esclama Sofia sbattendo una mano sul tavolo e gli altri annuiscono a ruota mentre io scuoto il capo dissentendo, non ci penso proprio, non ho voglia di fare altro casino e poi stanotte devo lavorare. <<Ho il turno al locale.>> La mora alza le spalle rubando un pezzetto d'impasto crudo e portandoselo alla bocca, le ho detto milioni di volte che a forza di mangiarselo ogni volta che lo preparo sei sentirà male ma sembra tarata per quanto riguarda queste cose.

Ad ogni modo capendo che tanto non si arrenderanno prendo il cellulare e scrivo a Damon di stasera, ancora devo ben assimilare che stiamo insieme perchè non mi è proprio entrato bene in testa, cioè fino a ieri volevo soffocarlo e ora sembra di nuovo tornata la quiete, tutto ciò è strano.

"Non ci sarò, devo lavorare"

Passerei per scontata sè dicessi che me lo aspettavo? Non è uno da feste Miller, cosa che non penso cambierà mai, ma non per questo devo cambiare io, penso che passerò la vita in questo modo, tra feste e amici, non ho bisogno di altro per ora; ad ogni modo spengo il cellulare e torno ai miei biscotti infornandoli e mettendo il timer di mezz'ora così almeno non rischio di dimenticarmeli e bruciarli, cosa che sembra impossibile ma che a me è successa anche fin troppe volte.

Ricordo ancora quando da piccola ho voluto fare una sorpresa a mamma e papà così, quando un giorno uscirono ed io rimasi a casa da sola visto che la baby-sitter era ammalata, mi misi a preparare dei biscotti ovviamente non seguendo una ricetta specifica visto che leggere ancora mi veniva un po' difficile; impastati qualunque cosa, uova, farina, pesto di basilico, passata di pomodoro, cioccolato, tutto ciò che mi andava di mettere la veravo nella ciotola e mescolavo con le manine che puntualmente pulivo sulla tovaglia non avendo voglia di lavarmele cento volte. Una volta stufa di aggiungere roba lo feci a palline come fossero delle polpette e lo misi in forno girando le manopole un po' a caso, quando vidi la luce accendersi per me era acceso ed infatti lo avendo messo trecentocinquanta gradi i biscotti diventarono in dieci minuti dei carboncini. Quando tornarono a casa i miei genitori trovarono una fumera fitta che aleggiava in cucina ed io che dormivo pacifica sul divano in salotto, ora ci rido sè ci ripenso perchè pensare che al posto di badare a lor mi addormentai sul divano fa ridere, ma sè ripenso allo spavento che gli feci prendere quando pensarono che fossi svenuta in mancanza d'ossigeno per via del fumo, ecco forse lì smetto di ridere, li feci spaventare molto ma quel giorno volevo solo far loro una sorpresa.

Sick attraction 1Where stories live. Discover now