Più rimaneva tra di loro meno capiva gli dei.

Era ormai giorno inoltrato e Sothis provava una strana sensazione di alienamento. I movimenti meccanici gli avevano sgombrato la mente e senza poter parlare, nel silenzio, si sentiva come in una bolla. Quel suo piccolo momento di estraneazione, in cui non riusciva a ricordare nemmeno come pensare, fu interrotto dall'arrivo di qualcuno nella tenda. Due persone girarono dietro il suo paravento dietro il quale si era nascosto e Lin apparve portandosi dietro Sibil.

La maga sobbalzò di sorpresa mentre contemporaneamente Sothis fulminava Lin. Alzò le spalle come per chiedere: Che ci fa lei qui?

"Visto, mia signora? Non posso rimanere senza far niente! Il principe ha detto che non glielo toglierà nemmeno per farlo mangiare! Puoi fare qualcosa?"

"Penso di sì" disse a bassa voce la maga. "Ma se il principe lo scopre saremo in grossi guai".

"Non preoccuparti". Lin sparì per un attimo e poi tornò dietro il paravento con un cesto coperto da un panno. Lo alzò e mostrò del pane e del formaggio. "Questo lo lascio per Sothis. Io devo servire il principe e mi assicurerò che non venga a controllare. Devo andare adesso. Grazie".

"Non c'è di ché" rispose Sibil con un sorriso.

Lin annuì e corse via per andare ad attendere Laran. Sothis, invece, incrociò le braccia, guardando fermamente Sibil. La maga si strinse nelle spalle e disse: "Posso liberarti con la magia e poi rimettere tutto com'era prima. Laran non si accorgerà di niente! Lin vorrebbe farti mangiare qualcosa".

Sothis si limitò a sedersi di nuovo a terra e ricominciare a strofinare l'ennesimo coltello d'argento. Sibil sbuffò e si agitò, indecisa, ma quando fece un passo avanti con una mano tesa e brillante di magia, Sothis si scostò e fece segno di no con la testa.

"Ma ..."

Lui continuò a fare segno di no, con più energia. Non era tanto codardo da ricorrere a questi mezzucci per alleviare un po' di fastidio. Aveva detto a Laran che accettava e capiva la sua punizione e non si sarebbe rimangiato le sue parole in quel modo. Aveva un orgoglio da rispettare e mantenere. Tornò a strofinare il coltello e Sibil sospirò, sedendosi a terra vicino a lui. Quando la vide lì, sconsolata, le spinse con un piede il cestino più vicino. Sibil non capì e lo osservò. Sothis allora la incoraggiò a mangiare.

"Lin l'ha portato per te"

, non posso mangiare, ovviamente! Avrebbe potuto dire ma non trovò altro modo per comunicarlo se non indicando nervosamente la stringa di cuoio che gli copriva le labbra. Sibil sospirò un'altra volta e decise allora di prendere in mano la piccola pagnotta nel cestino e cominciare a mangiucchiarla facendo il broncio. "Lin ha un buon cuore. Era molto preoccupata e anche un po' delusa. Lo sono anche io a dire il vero".

Sothis si sporse verso di lei e picchiettò con un dito sul suo petto. Sibil si corrucciò, ma poi capì in fretta. "Non so se ho un buon cuore anche io. Ci sono tante cose che non vorrei fare ma che faccio lo stesso e cose che voglio ma che non ho il coraggio di fare".

Sothis indicò il suo bavaglio e poi indicò le labbra di Sibil. Questa volta la maga capì con facilità. "Sono costretta, è vero. Ma non come lo sei tu. Vorrei poter fare di più".

L'altro alzò la sua mano, che ancora stringeva il panino, facendole capire che era meglio se continuava a mangiare. Tornò all'argenteria e Sibil ricominciò a mangiare. Dopo un po' di quieto silenzio, Sibil ricominciò a sospirare. "Non capisco proprio. Laran non è così. È migliore degli altri, non metterebbe mai il morso a Elsi o Lin".

Elsi e Lin non hanno il potere di ucciderlo quando meno se lo aspetta e non hanno dichiarato apertamente di volerlo fare. Sothis abbassò la posata e si ritrovò anche lui a sospirare.

I DUE RE  [BL]Where stories live. Discover now