Capitolo 2

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Mirae si abbassò immediatamente a terra, poggiando con prudenza il cestino sul pavimento, con l'obbiettivo di non far rumore. 

"Dove sono gli NCT? Lo sappiamo che sono stati qui." 

Chi diavolo sono gli NCT? Cosa sta succedendo?

Pensò, gattonando con cautela fino alla fine della corsia, per sbirciare attraverso le fessure e capire cosa stesse accadendo. C'erano circa otto uomini nel negozio, vestiti di nero dalla testa ai piedi. Mirae spalancò gli occhi, quando vide che in mano avevano delle pistole. 

"N-non so nulla riguardo gli NCT. S-sono solo un commesso."

"Beh, o trovi la persona che ha lavorato con gli NCT o ti uccidiamo ora." 

Mirae ansimò silenziosamente quando l'uomo, che sembrava essere il capo, puntò la pistola in direzione del commesso. La ragazza cercò di allontanarsi lentamente dalla fine del corridoio, sperando di non farsi scoprire. 

Era tornata indietro di almeno dieci passi, quando sentì qualcosa di solido proprio dietro di lei. Prima ancora che potesse voltarsi, delle mani forti le afferrarono le spalle e la trascinarono, facendole sfuggire uno strillo di terrore.

"Ehi capo!" L'uomo che l'aveva afferrata per le spalle la trascinò fuori dal corridoio, per far sì che l'altro uomo la vedesse. "L'ho trovata nascosta dietro gli scaffali." 

"Eccellente." Mirae vide un ghigno malvagio sul viso dell'uomo e subito dopo sentì la fredda canna di una pistola, premere contro la sua fronte. 

"Per favore! Lasciatemi andare, non ho idea di cosa stia succedendo, sono solo venuta a comprare delle cose!" Mirae piagnucolò nervosamente, guardando il presunto capo con occhi imploranti. 

"Non possiamo avere alcun testimone, dolcezza." 

"Non dirò nulla. Lo giuro. Non conosco neanche i vostri nomi, terrò la bocca chiusa. Ve lo prometto." 

L'uomo scosse la testa con un sorrisetto e quando il suo capo si girò per continuare ad interrogare il commesso, fece maggiore pressione con la canna della pistola sulla sua testa.

"È un peccato sai, hai proprio un bel faccino." Mirae sentì i brividi scorrerle lungo la schiena, quando l'uomo che teneva la pistola, si piegò per sussurrarle nell'orecchio. Tutto il suo corpo stava tremando, il panico inondò le sue vene. I suoi occhi erano ben chiusi dalla paura. 

"Stavate cercando noi?" Sentì la porta d'ingresso aprirsi e una voce maschile parlò. Il capo smise immediatamente di gridare al commesso e si fece sfuggire una risata. 

"Bene bene bene, avete deciso di farvi vivi." 

"Siamo noi quelli che volete, questi innocenti non c'entrano nulla. Lasciateli andare." A Mirae sembrò di riconoscere vagamente quella voce, ma era troppo terrorizzata per pensare con lucidità o per aprire gli occhi. 

"Forse è così che funziona nella tua gang, ma nella nostra, nessuno viene risparmiato." Il capo disse minacciosamente. 

Un attimo dopo dei colpi di pistola riecheggiarono per il negozio, facendo gridare Mirae. Altri spari risuonarono e la ragazza sentì la presa sulle sue spalle allentarsi e la pistola che aveva puntata sulla fronte cadde a terra. 

Mirae crollò sul pavimento e si rannicchiò accanto ad uno degli scaffali, mentre continuava a sentire la sparatoria che stava avvenendo alle sue spalle, seguita dai tonfi dei corpi che cadevano a terra. 

Le sue orecchie fischiavano talmente tanto a causa dei rumori assordanti, che non si accorse nemmeno che la sparatoria si era fermata. E di certo non aveva il coraggio di alzarsi da terra. 

Limitless || Mark LeeWhere stories live. Discover now