Capitolo 18

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Avevo aperto gli occhi in quel momento e mi stava già sorridendo.

<<Dove sei stato?>> gli chiesi preoccupata.

<<Che te ne frega?>> mi disse mettendo il broncio, ma non riusciva a stare serio.

<<Scusami, sono stata una stupida ma quando Elisa mi ha detto quelle cose...>> non mi aveva dato il tempo di finire la frase, che mi posò le sue labbra dolcemente sulle mie dicendo:

<<Adesso ho solo bisogno di fare una doccia, parliamo dopo ok?>>

Mia madre e Giulia erano scese poco dopo barcollando, la sera prima probabilmente avevano bevuto troppo e Giulia cercava un piano d'appoggio.

<<Signore tutto bene?>> avevo chiesto ridendo,

<<Shh ti prego, ho mal di testa>> mia madre era del tutto instabile e cercava la ringhiera, provando a non cadere.

Riccardo era appena uscito dalla doccia con un accappatoio blu e i capelli bagnati dicendo:

<<Mamma non ti vedo molto stabile.>>

<<Ieri sera abbiamo giocato a monopoli sorseggiando un bicchiere di vino e abbiamo finito per scolarci tutta la bottiglia>> aveva detto Giulia ridendo insieme a mia madre, mentre Marco dal piano di sopra ci urlava di fare piano, perché stava ancora dormendo.

<<Andiamo a fare colazione ragazzina?>> mi chiese Riccardo. Avevo paura che fosse ancora arrabbiato con me, ma la sua voce calda mia aveva tranquillizzata.

<<Si. Va bene>> dissi guardando mia madre che provava a fare un caffè non riuscendo a trovare le capsule.

Saliti in macchina, ero rimasta zitta per quasi tutto il tragitto, non sapevo come comportarmi e anche se eravamo usciti, non sapevo se si fosse pentito di quello che era successo. Fino a che non disse:

<<Stasera ti porto in un posto, solo io e te>>.

<<Devo vestirmi elegante?>> dissi imbarazzata.

<<Sei comunque bella>> mi fece l'occhiolino mentre parcheggiava.

Arrivati al bar, dopo aver ordinato cornetto e caffè, Riccardo mi aveva vista pensierosa e prendendomi una mano mi aveva chiesto:

<<Tutto bene?>>

<<Si!!! Stavo solo pensando che non ti conosco per niente>> avevo risposto, mentre il cameriere arrivava al nostro tavolo portando la colazione.

<<Chiedimi tutto quello che vuoi. Sono pronto>> rideva mentre mi porgeva la tazzina.

<<Come passi le tue giornate? Lavori? Vai all'università? Quali sono i tuoi hobby?>> avevo chiesto tutto d'un fiato.

<<Non credevo di essere ad un colloquio. Lavoro in un'officina meccanica, studio giurisprudenza, suono la chitarra, e... qual era la prima domanda? Ah, sì come passo le mie giornate... uhm vediamo... mi diverto ad andare in giro a "quasi" investire le belle ragazze>> rispose lui sorridendomi in modo dolce.

<<Sei simpatico, te lo hanno mai detto?>> provavo a restare seria ma non riuscivo a farlo. Non avevo paura di esprimermi, anche se magari era una stupidaggine, con lui sentivo di poter fare tutto.

<<Si me lo dicono in tante>> si passava una mano tra i capelli compiaciuto.

<<Ma tu mangi sempre così tanto?>> era sbalordito del fatto che avevo ordinato un secondo cornetto al pistacchio.

Ti Ho Già Incontrato &quot; La Realtà Dentro Di Me&quot;Where stories live. Discover now